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Paolo Favole

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Sono stato studente del Berchet e laureato a Milano in architettura, con una abilitazione a insegnare Storia dell’architettura.

Amo molto, forse troppo, il mio lavoro che mi lascia poco tempo libero.

E mi piace girare il mondo (sono a buon punto).

Regolarmente vado in palestra e gioco a tennis, mentre irregolarmente suono il pianoforte.

Ho fatto qualche progetto noto e pubblicato, posso vantarmi di un po’ di premi a concorsi, di essere stato scelto per un riconoscimento dell’INARCH per un’opera in Lombardia (dal 1996 al 98) e di fare qualcosa anche all’estero in Libano e in Angola.

La mia aspirazione? Un grattacielo a New York o un grande quartiere nuovo, magari in Olanda o rifare il disegno urbano di Milano.

Al Rotary sono arrivato poco dopo la fondazione.

è importante perché è un’adesione che permette di fare amicizie da adulti, quando è  difficile, e di partecipare a iniziative umanitarie per le quali altrimenti c’è poco tempo.

Nel Rotary vorrei più donne, più artisti, qualche rappresentante delle comunità straniere di Milano.

E vorrei più collaborazione tra i club, soprattutto per interventi in Milano.

Non ho mai ricoperto cariche sociali: solo un anno sono stato delegato Rotaract (ma ho avuto troppo successo per essere riconfermato...): ma per il Rotary sono coautore di due libri, credo di buon successo cittadino.

 

(Con chi 1999)