Cronaca della conviviale N° 20  del 7 Febbraio 2005

 

Tema: La responsabilità sociale della ricchezza

 

Relatore: dott. Luciano Balbo

 

Il Presidente, subito dopo aver salutato tutti i presenti, dà il via alla conviviale con una bella (ed effettivamente da molti di noi meritata) strigliata.

Dario si dichiara infatti lieto di vedere l’ampia rispondenza riservata alle prenotazioni per le gite più sollazzevoli, come Verona e Trieste, ma nota altresì – e non senza un certo disappunto – la scarsa affluenza che il popolo del Giardini sembra destinare agli ormai prossimi e quanto mai significativi impegni sociali del Distretto; la prossima giornata della professionalità, la serata celebrativa del Centenario e il Rotary day di Roma hanno infatti sin qui ricevuto adesioni assolutamente contenute.  Ciò detto, augurandosi una compatta e positiva risposta a questa sua sollecitazione, passa a ricordare gli altri appuntamenti e le prossime scadenze. Il forum di Coluccia / Tiengo sulla sociologia del dolore e il programma internazionale di interscambio giovani; a questo proposito ci segnala che Attilio sta ancora cercando chi sia disponibile ad ospitare un paio di ragazze del GSE e attende candidature in proposito. Dario passa quindi la parola a Rita, che ci aggiorna sul recente incontro sui volontari del Rotary e sulle iniziative che si stanno varando per incoraggiare una più ampia partecipazione (anche solo temporanea) ai loro numerosi programmi.

 

La cena, molto tradizionale, si conclude con un dessert lietamente carnevalesco. Un’ultima concessione di gola prima della relazione di questa sera che, in effetti, ha un tema inquietantemente anticipatorio della prossima quaresima. Dopo una breve presentazione di Dario, il nostro ospite prende infatti la parola per trattare un argomento molto attuale, oltre che  pienamente rispondente all’etica rotariana.

 

Si deve essere persone molto particolari per decidere di dedicarsi completamente all’impegno sociale dopo aver speso buona parte della vita a mietere successi imprenditoriali. E’ quello che ha fatto il nostro relatore, passando dalla presidenza della B&S, importante società di private equity da lui stesso fondata nel 1988, alla Fondazione Oltre, primo operatore italiano di “venture philantropy”. Quello del dott. Balbo non è per altro una sorta di ravvedimento di chi, improvvisamente, si ritrovi nei dintorni di Damasco a rinnegare le proprie radici capitaliste; è al contrario un tentativo di rispondere, con strumenti nuovi, a una situazione sociale altrettanto nuova che, come ormai tutto sul nostro pianeta paese, è ormai profondamente globalizzata.

 

Con poche cifre significative, il nostro ospite ci illustra la situazione della ricchezza del mondo e la sua estrema concentrazione nelle mani di pochissime  persone. In particolare ci dimostra come questa ingente ricchezza – generata dal sistema industriale e capitalistico soprattutto nel secondo dopoguerra – sia di ammontare così elevato da non riuscire, tra l’altro, a trovare facilmente delle opportunità di impiego. Essa può quindi rappresentare una risorsa importantissima per lo sviluppo del pianeta, ma solo se viene opportunamente indirizzata, può affiancarsi con successo ai tradizionali canali di un settore pubblico,  per molti versi ormai in crisi.

 

La responsabilità sociale della ricchezza è quindi un problema concreto, al quale si devono fornire risposte adeguate. Da un lato è infatti necessario non disperdere la ricchezza che si produce mentre, dall’altro, si deve essere capaci di fornirle opportunità di utilizzo in uno spettro continuo di alternative, che spazi dalla semplice donazione, sino alla piena economia di mercato. La filantropia o il “non profit” tradizionale da soli non bastano più; per creare un nuovo modello di welfare occorre puntare su una nuova collaborazione, sinergica e continuativa, che coinvolga contemporaneamente il pubblico, il privato e il cosiddetto terzo settore. 

 

Questioni complesse che stimolano riflessioni profonde in una platea, come quella rotariana, molto incline ad accettare questo genere di stimoli; le diverse domande poste da Zavanella, Papa, Bellingeri e Sironi, alle quali il dott. Balbo ha risposto con esauriente precisione, hanno infatti dimostrato come l’interesse per questi argomenti sia effettivamente molto sentito.

C’è stato solo un attimo di leggero sbandamento quando il nostro ospite ha citato la tassazione (soprattutto sulle successioni) come strumento utile a ridistribuire la ricchezza e a rimetterla efficientemente nel ciclo produttivo. Un principio sacrosanto dal punto di vista dell’etica liberal – protestante ma, forse, non proprio ancora del tutto popolare.

 

Marco Tincati

 

Foto dal sito www.fondazioneoltre.org