Cronaca della conviviale n. 19 del 14 febbraio 2011

 

Tema: EXPO 2015: Alimentazione e Sostenibilità: strategie e comunicazioni per uno sviluppo sostenibile

Relatore: Prof Vincenzo Russo

 

S’ode a destra un rumorio di folla,

a sinistra rispondon sussurri,

ambo i lati d’EXPO parlan

 e se a Milano al fin si farà!

In tale coro manzoniano il ns. Presidente irrompe d’imperio per introdurre l’argomento della serata: ”EXPO 2015: Alimentazione e sostenibilità: strategie e comunicazioni per uno sviluppo sostenibile”, invitando Roberto (mentore IULM) a presentare il Prof. Vincenzo Russo, relatore della serata. Il Prof. Russo, che insegna Psicologia e Consumi presso il corso di Laurea in Relazioni Pubbliche di IULM, è la persona più indicata per poter entrare nel busillis del tema portante che ha dato a Milano la palma della prestigiosa rassegna che “tutto il mondo parlare fa” e che ha l’orgoglio  di annoverare ben 485 progetti a supporto.  Il Professore inizia con un quesito da Oracolo Cumano: “si farà l’EXPO?”.

Reduce da un congresso a Dakar sull’alimentazione, ci riferisce che, avendo chiesto ai partecipanti notizie sulla manifestazione, nella loro totale ignoranza sull’evento, evitò il karakiri soltanto a fronte della risposta affermativa della Rappresentante del ns. Ministero degli Esteri, unica vox clamans in deserto ed espressione viva dell’orgoglio italico. Ciò indica che uno dei due temi che ci ha portato all’assegnazione dell’EXPO, oggetto di sei mesi di ampi dibattiti durante la manifestazione, è ancora ignoto proprio a quei paesi che saranno il futuro dello sviluppo del mondo e che dovrebbero essere i maggiori interessati.

Tra di noi in Milano si parla in termini di EXPO non per i reali temi sui quali esso fonda, ma essenzialmente per il bosco di grattacieli che la eligeranno a prossima Sky Scrypers City. Certo il tema principale scelto, parafrasato con i termini “sostenibilità alimentare”, è di ardua comprensione. Sarà forse perché larga parte delle parole che terminano con l’accento sulla a (onestà, santità, castità, verginità, fedeltà, probità, serietà, etc.) è indice di concetti eterei, vaghi, personali, essenzialmente legati alla fede ( e “sia beato chi ci crede”). il mondo dei consumatori (gente “tosta”, poco incline a lazzi e vezzi) a cui essa si rivolge, la volgarizza e concretizza associandola alle  tematiche ambientali: “raccolta differenziata rifiuti, consumi energetici, prodotti stagionali, qualità, sicurezza, attenzione alla salute”, dimenticando forse che il suo vero significato si dovrebbe tradurre con “ENERGIA PER LA VITA: NUTRIRE IL PIANETA”.

Dal momento che siamo uomini  (e non caporali), in presenza dell’attuale crisi internazionale, ci siamo sensibilizzati nei confronti di tematiche marginali, in particolare quelle che più ci toccano singolarmente. La reazione che abbiamo è varia, tipica di un’Europa unita:

·   Non è la nostra. crisi (affermano Polonia e Romania)

·   E’ crisi senza fine (tipico ottimismo francese)

·   Finita la festa, gabbato è il santo (Zapatero docet)

·   E’ crisi nera (visione portoghese, in eredità dal Moro)

·   E’ una roulette russa (atteggiamento teutonico – Germania/Olanda - ed albionico di Her Majesty)

·    E’ crisi esistenziale (fatalismo italico)

L’italico atteggiamento è legato ad una perdita di valori, di controllo di una situazione sopraggiunta all’improvviso, ad una crisi ove non si hanno punti di riferimento e si colpiscono le Istituzioni (cosa ovvia: Governo ladro…). Ciò si traduce in una perdita di controllo ed in un atto d’accusa verso la società dei consumi. Ecco che si rifiuta l’inutilmente costoso (a riprova Hermès ha aumentato il fatturato del 15%) e si pone maggiore attenzione ai valori umani e familiari, con un riscoperta dell’essenziale: il recupero di valori fondanti e la semplificazione delle abitudini sta comportando un cambiamento epocale nei consumi, divenendo le scelte elettive e non privative.

Attento scrutinatore dei comportamenti dei consumatori, il Prof. Russo nei suoi studi di mercato ha individuato tre gruppi di scelta:

·   LO STESSO MENO: si concentrano gli acquisti e si evitano gli sprechi

·   LO STESSO A MENO: è il consumatore Sherlock Holmes

·   MENO A PIU’ VALORE: è il “politico”, revisore delle abitudini d’acquisto, che mira ad un accresciuto valore sociale sfruttando la maggiore informazione disponibile (impiego satanico di internet).

In questo scenario si centra l’EXPO del 2015. Esso sarà, oltre che esposizione, anche luogo d’interpretazione dei grandi temi alimentari del pianeta, coinvolgendo grandi e piccoli produttori. Se Domineddio (Sommo Architetto dell’Universo) ci ha dato Dieci Comandamenti, EXPO è solo un po’ da meno: otto temi stentorei che, scritti ad acta in lapideo, saranno la base delle discussioni nei convegni ove convergeranno i 30 (adesso più umanamente e sperabilmente rivalutati in 15) milioni di visitatori:

1.   Rafforzare qualità e sicurezza dell’alimentazione (saremo tutti “iocundi, robustosi e forti”),

2.  Alimentazione sana e di qualità per tutti (lotta al detto di Roma Ladrona: “noi che ci avemo li sordi, mangiamo e bevemo alla faccia di quelli che nun ce l’hanno!),

3.  Prevenire le nuove grandi malattie (obesità, malattie vascolari e circolatorie, tumori, etc. (evviva i Matusalemme! Dagli al malconcio!)

4.  Innovare con la ricerca l’alimentazione (OGM, etc.)

5.  Valorizzare le tradizioni alimentari (‘a pizza, ‘a pizza cca pummarola ‘n coppa!)

6.  Preservare la bio-diversità (apriamo ai matrimoni gay)

7.  Ricerca di nuove fonti alimentari

8.  Acqua sempre per tutti (sarebbe meglio il siculo Nero d’Avola o, per la Razza Padana, Barbera e Champagne)

Ben 485 progetti sono a supporto di tali lapidari detti. In realtà, confessa il ns. relatore, non molti sono attualmente quelli fattibili e concretizzati. “Spes”, ultima dea, per onorare l’orgoglio padano ed evitare il barbaro ludibrio delle genti d’oltralpe, è il ricorso (in atto) all’ALMA MATER (la Scienza Pubblica e Privata dimorante tra le mura delle ns. avite Università), che si è messa in opera con il bagaglio tecnico dei suoi ricercatori per dare consistenza alle ambiziose premesse.

EXPO non è dunque solo un’esposizione, ma un progetto di vita  per i grandi temi del pianeta legati all’alimentazione. E’ proprio l’occasione da non perdere per affrontare per tempo le catastrofiche previsioni della FAO e controbattere il fallimento delle decisioni ONU, prese anni or sono, per sradicare la fame, garantire l’educazione e la parità dei sessi. La Terra, per sfamare un aumento annuo di 74 milioni di persone che porterà la popolazione mondiale a 9 miliardi nel 2050 (ma noi non ci saremo), dovrà aumentare l’attuale produzione del 70%, evitando gli sprechi e “globalizzando” il consumo di cibo pro-capite (ciò che mangia una persona negli USA, sfamerebbe 4 persone in India). Il relatore, in particolare, ci ricorda che sempre nel Paese delle Stelle e Strisce il cibo in pattumiera è valutato in circa 150 miliardi di calorie/anno, il che si traduce nella possibilità di poter sfamare oltre 100 milioni di persone / anno. Se, poi, aggiungiamo il resto dovuto agli altri paesi ricchi, ecco che abbiamo soddisfatto l’intero pianeta.

Il relatore chiude il grigio panorama con una visione di cielo azzurro: è però vero che in 20 anni la % di bambini sottopeso è scesa dal 25% al 16%, che le infezioni HiV sono diminuite del 16% in 7 anni e che l’accesso all’acqua potabile è aumentato del 20%.

Questa, in conclusione, è la speranza ed il concreto obiettivo di EXPO: spingere al dialogo i paesi partecipanti per tracciare soluzioni concrete e fattibili con il coinvolgimento di grandi e piccoli,  ricchi e poveri.

Uno scrosciante applauso chiude l’intervento del Prof. Russo, esperto di filosofia, comportamenti umani e mercato.

Credo, comunque, che all’audience rimanga sulla papilla la ricorrente domanda epocale: “l’EXPO si farà ed avrà successo?” Qui è la Sibilla Cumana che risponde con il suo solito vaticino: ”Ibis et redibis numquam morieris in bello”. Come al solito, ognuno può porre la virgola nel punto voluto per avere la giusta risposta!

 

Aldo Nicolosi