Cronaca della conviviale n. 15 del 18 gennaio 2010

Tema: Yemen  ovvero  ove regnò la Regina di Saba

Relatore: Dott. Amatore Sartorio

Copia della presentazione

 

La serata ce ne ricorda una simile di tanti anni fa. I meno giovani (di Rotary, s’intende) ricorderanno certamente una splendida conviviale dei primi anni ’90 al Principe di Savoia, regnante, mi sembra, Guido Cerrato. Relatore della serata era un certo noto accademico del Giardini, tale Armando Brandolese. Il quale, in modo alquanto simpatico e sbarazzino, non ci intrattenne su temi a lui abituali, da Politecnico tanto per intenderci, bensì su una sua passione da collezionista: le cornici.

Questa, di chiedere ad un socio (tanto, prima o poi capita o dovrebbe capitare a tutti) di parlare agli amici non delle sue attività o della sua professione ma dei suoi hobby o degli sport praticati, è un po’ un classico dei club, lasciatemelo dire, di successo. Perché non è semplice, non è facile, ma è la strada sicura e simpatica per rivelarsi agli amici sotto aspetti diversi da quelli noti e per molti versi, forse, più interessanti … . Sia quindi benvenuta l’idea di far parlare Amatore Sartorio, nostro giovane socio (sempre di Rotary, s’intende), non tanto di ossa, femori, anche o tibie, quanto di uno dei suoi avventurosi viaggi.

Ma andiamo, come si conviene, con ordine. E’ una serata un po’ particolare, un po’ triste per le notizie che arrivano da Haiti, quell’isola dei Caraibi infelice che abbiamo conosciuto l’anno scorso allorché abbiamo ricevuto, ospitato ed ascoltato i responsabili della Fondazione Rava e che è stata colpita da un terribile terremoto, dalle conseguenze indescrivibili e inenarrabili. In particolare con riguardo ai bambini, la cui cura, protezione, formazione ed educazione sono gli scopi specifici della Fondazione stessa.

 Vi accenna brevemente Franco prima di salutare una sala particolarmente gremita, oltre che di soci, anche di ospiti (4), visitatori (7) e coniugi (7). E prima di passare la parola ad Amatore il presidente non si dimentica di fare gli auguri di compleanno a Bradamante e a Verdirame, due senatori del club, per un verso o per l’altro.

Amatore non ha ovviamente bisogno di presentazioni (fra l’altro è uno dei nuovi con una delle più alte percentuali di presenze). Recentemente ha visitato lo Yemen, da solo, con mezzi praticamente di fortuna e ci racconta le sue esperienze con una messe incredibile di fantastiche foto, aiutato nell’occasione da Luigi Luce al computer e da Dario Caldiroli.

 “Vi parlerò dello Yemen attuale – attacca il Nostro – senza riferimenti specifici né alla politica né alla religione, per ovvi motivi. Accennerò per il momento solo alla sua storia. Che è millenaria, perché nella regione vi sono tracce di civilizzazioni anteriori al 1500 a.C., e poi via via quello che è noto come il paese della Regina di Saba vede la dominazione, sugli autoctoni, di egizi, romani, etiopi, romani (con i quali il paese diventa cristiano e successivamente si converte all’Islam, nel 628, anno della nascita del profeta) e più recentemente inglesi e turchi, ai quali si deve la suddivisione fra Yemen del Nord e Yemen del Sud”.

 “Lo Yemen era un paese ricco, ricco di materie prime, incenso e mirra, di cui venne letteralmente spogliato dai cristiani, e devastato dalle dominazioni straniere, dalle lotte interne e dalle guerre con gli stati confinanti, ma i segni della passata grandezza sono ancora del tutto evidenti” – sottolinea Amatore prima di passare alle immagini. Più di un centinaio, del deserto, delle città, la capitale San’a e di Aden, dei mercati, delle passate vestigia, ma soprattutto delle persone, quelle più pittoresche.

Oltre a Luigi l’aiuta Dario, mostrandoci prima un barattolino contenente mirra (una gommoresina che scorre in gocce gialle oleose dalla corteccia delle Commiphorae alberi della famiglia Burseracee propri dell’Arabia, Egitto ed Etiopia, fonte enc.) con la quale si producevano oli profumatissimi, rari e preziosi; un copricapo rigorosamente bianco alto e stretto portato dalle donne per ripararsi dal sole; un coltello, o meglio un pugnaletto obliquo capace di ferire a morte un uomo con un sol colpo. “Un viaggio nel Medio Evo? – si chiede concludendo Amatore – no, un viaggio in un paese senza tempo e con un’anima nascosta”.

Al termine numerosi gli interventi, di, fra gli altri, Fraschini, Bertolotti, Galante, Ravetta e Nicolosi. Nessuno però porge ad Amatore la domanda più ovvia: “Ma secondo te, e magari ne hai trovata traccia, i Re magi o almeno uno,  quello che portò a Gesù Bambino un cofanetto contenente mirra, venivano dal paese della Regina di Saba?”.

 

Attilio Bradamante