Cronaca della conviviale n. 20 del 28 gennaio 2008

 

Tema: "La notte di Alessandria, la sera del Giardini"

Relatore: Amm. Paolo Pagnottella

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Note sul "maiale": cliccare qui 

L’ammiraglio Paolo Pagnottella ha colpito ancora. Si è insinuato con il sommergibile della sua passione senza “se” e senza “ma” nella baia del nostro orgoglio nazionale e lo ha fatto esplodere - al di là di ogni sopravvissuta considerazione di parte - in una serata di eccezionale tensione intellettuale. La sua preparazione culturale, storica e militare (ma non solo), che lo imposero al rispetto e all’attenzione del Royal College of Defence Studies di Londra, gli ha fatto scrivere, la sera del 28 gennaio, al Rotary Giardini, una pagina oratoria di particolare efficacia, al limite della sceneggiatura cinematografica, senza l’ombra di fiction e con una carica densa di storia reale.  Sorretta dalla sapienza scenografica della moviola del nostro Luce.

Pagnottella è nato cinque anni dopo che nella Storia si iscrivesse la grande pagina di valore della “notte di Alessandria”, di quella manciata di ore tra il 18 e il 19 dicembre 1941, nel corso delle quali tre “maiali” della Regia Marina Italiana, sei uomini e tre congegni, sferrarono  un duro colpo alla Mediterranean Fleet inglese. E’ nato nel 1946 e la vita gli ha risparmiato le tragiche vicende che videro il paese immerso nel buio della guerra civile e cambiare la vita e la rotta di uomini dal grande coraggio. E’ comprensibile, e giusto, che egli non giudichi gli uomini, ma esalti il marinaio, lasciando fuori laceranti revisionismi.

L’Operazione GA3, come era stato chiamato il piano d’attacco al porto di Alessandria d’Egitto – racconta l’Ammiraglio – impegnava sei tempre spericolate di uomini (ma in buona parte con cultura da scienziati)  allo scopo di sferrare un vero colpo mortale alla flotta militare inglese  usando tre apparecchi SLC, siluro a lenta corsa, il mezzo d’assalto passato alla storia col nome di maiale da una frase scherzosa detta dal capitano Tesei al suo compagno al termine di una esercitazione: “Adesso lega qui quel maiale!”. I nomi dei “Sei del novilunio”: tenente di vascello Luigi Durand de la Penne, capo palombaro Emilio Bianchi, capitano Armi Navali. Vincenzo Martellotta, capo palombaro Mario Marino, captano Genio Navale Antonio Marceglia (del quale ha completato la storia il figlio, Duilio, ospite al Giardini – nda), palombaro Spartaco Schergat,  “trasportati sulle spalle” del sottomarino “Sciré” (del quale la Marina ha ora dato il nome a una moderna replica) comandato dal capitano di corvetta Junio Valerio Borghese.

Pagnottella ci fa rivivere, con magistrali colpi di suspense, il momento dell’emersione dei  maiali di fronte al palazzo reale di Ras-el-Tin, la “colazione a pelo d’acqua”, credo la più spericolata colazione della storia, l’entrata in  porto di tre cacciatorpediniere inglesi che miracolosamente aprono la porta dello sbarramento protettivo, il contatto con le corazzate Valiant e Queen Elizabeth e con la petroliera  destinata al sacrificio, i malori dei sei uomini, la cattura, le esplosioni, la incredibile passeggiata per le vie di Alessandria di due dei sei protagonisti sfuggiti agli inglesi.

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Se sapessi descrivere meglio l’azione, mi chiamerei Pagnottella. Del quale credete di sapere tutto, da quel giorno in cui a Venezia ci aprì, con la Signora Laura, le porte del suo “salotto veneziano”: l’esclusivissimo Arsenale. Qui dirò solo le cose che non tutti sanno. Che  nel luglio del 1983 era Addetto Navale presso l’Ambasciata d’Italia in Egitto con accreditamento anche in Sudan, uno dei protagonisti della crisi che vide coinvolta la M/N Achille Lauro, sequestrata da terroristi palestinesi: nella circostanza, il Presidente egiziano Mubarak lo ha insignito della Commenda dell’Ordine al Merito della Repubblica Araba d’Egitto (oggi Pagnottella è anche Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana). Che nel 1987 partecipò alle operazioni navali in Golfo Persico in seno al Comando del 18° Gruppo Navale Italiano. Che ha svolto incarichi di intelligence, prima di assumere il Comando dell’Istituto Studi Militari Marittimi e del Presidio Marina Militare di Venezia. Il resto è storia degli ultimi anni, vissuti a noi vicino. Arrivederci alla Spezia e a Livorno, come da programma in corso di elaborazione.

Nicola D'Amico