Diavolo
di un Giardini! Nel supplemento di lunedì 30 ottobre anno di grazia 2006 del
secondo quotidiano italiano per tiratura appare un gustoso articolo di Rosa
Tessa dal titolo Hotel di lusso, Milano vede le “sette stelle”- Dieci
milioni di euro per realizzare, nel pieno centro della città, il “Town House
Galleria”, un albergo esclusivo con solo venticinque suite che costeranno fino a
quattromila euro a notte. Sarà inaugurato a metà dicembre, ma già nuovi
concorrenti iniziano a farsi strada, articolo con un inizio fulminante:
“I turisti più ricchi del pianeta
terra non si possono lasciare soli neanche un minuto. Tant’è che a Milano
qualcuno ha pensato bene di farli assistere, dalla mattina alla sera, da un
super maggiordomo personale. La signora che viene per fare shopping può, se lo
desidera ,avere una specie di amico-cavalier servente che, qualunque sia il
paese di provenienza, parla la sua lingua. Lui, l’accompagna in ogni suo
spostamento. Le porta i pacchi. La segue a comprare vestiti e scarpe. La porta a
colazione, pagando per lei. (….) Servita di tutto punto e riverita in quello
che promette di essere un hotel molto speciale, il Town House Galleria, che si
affaccia in uno dei posti più esclusivi di Milano, la Galleria Vittorio
Emanuele, sopra lo storico negozio di Prada”
e il Giardini, quel diavolo di un
Giardini appunto, che ti combina? La stessa sera, in quella che dovrebbe essere
una conviviale come tante altre, chi ha invitato quale splendido e puntuale
relatore se non l’architetto Ettore Mocchetti, regista del progetto Un sette
stelle a Milano, secondo albergo (se ancora e per una realtà come quella del
Town House Galleria il sostantivo ‘albergo’ può essere utilizzato!) al mondo a
fregiarsi di questa categoria?
Ma che si tratti di una serata
eccezionale lo si capisce subito. Siamo ben oltre la media di presenze, oltre
gli ottanta partecipanti, fra soci, ospiti del club (5), ospiti di soci (6),
visitatori rotariani (3), gentili coniugi (16) e al tavolo della presidenza
siedono gli amici Osvaldo Campari ed Andrea Oddi (per i più distratti
rispettivamente Governatore in carica e Governatore entrante del nostro
Distretto).
In questi casi il presidente limita
al minimo le comunicazioni di rito prima del levar delle mense e il buon Paolo
non fa eccezione alla prassi. Per ricordarci la messa di lunedi 6 novembre in
San Bartolomeo in commemorazione dei nostri defunti, cui seguirà un interclub
con il Rotaract, il Seminario interdistrettuale sulla Fondazione Rotary dell’11
novembre a Pavia, la visita del governatore di lunedi 13, la visita di giovedi
16 novembre alla mostra di Boccioni a Palazzo Reale, la gita di sabato 2
dicembre a Mantova per Mantegna a Mantova 1460-1506 . Complimenti infine al
nostro Marzio Mezzetti, che tra il 23 e il 26 ottobre scorsi, unico rotariano
presente, ha preso parte in veste di Esperto Nazionale all’esercitazione
NATO/Russia “Lazio 2006” a Montelibretti e a Roma, che prevedeva la gestione
della crisi da esplosione di due “bombe sporche”.
“Il nostro infine è un club in pieno
sviluppo – conclude poi il presidente – perché in questi giorni ammettiamo tre
nuovi soci, Amatore Sartorio, Paolo Giovanni Fiorani e Pietro Bernasconi. A
quest’ultimo diamo un particolare benvenuto, perché Pietro è stato nostro socio
ordinario dal 1997 in poi, è diventato quindi socio onorario ed ora torna fra
noi di nuovo quale socio ordinario, status che potrà onorare considerata la sua
nuova attività di legale nella nostra città”.
“Ettore Mocchetti , fra l’altro
rotariano di vecchia data, socio del R.C. Varese, è un amico di vecchia data,
dagli anni del Liceo! – esordisce il Nostro, che si accolla così il compito di
presentare il relatore della serata – è un professionista dalle mille attività e
dalle mille esperienze. Nella sua vita è riuscito a coltivare con passione e
successo i suoi due grandi amori, l’architettura e il giornalismo. Come
architetto ha progettato alberghi, interni, scenografie, restauri di importanti
complessi monumentali, edifici civili e del terziario, in Italia e all’estero.
Come giornalista ha collaborato ad Epoca, L’Europeo, AD, Architectural Digest .
Tra le sue ultime pubblicazioni ricorderò L’Oggetto Cartier, Il Passato
Ritrovato, Millenium. Di cosa ci parlerà questa sera lo sapete tutti – conclude
Favole – e quindi gli cedo subito la parola, insieme a Franco Rosso, che è
l’altra anima del progetto, ormai prossimo all’inaugurazione, di un albergo a
sette stelle a pochi passi da noi, in Galleria”.
Bravo, discorsivo, simpatico, aperto,
sempre sorridente del sorriso proprio degli ottimisti, Ettore Marchetti ci
racconta di questo albergo a sette stelle a Milano, che è tale per due motivi
fondamentali: si trova in un monumento (la Galleria Vittorio Emanuele) e la
qualità del servizio, al di là di ogni immaginazione. “E’ la Galleria che parla
in questo albergo!” – esclama con entusiasmo, per trasmettercelo con tutta la
sua forza, aiutandosi con la proiezione di qualche disegno e qualche foto, che
però si capisce riescono a trasmetterci solo in piccola parte le emozioni che il
relatore vorrebbe farci provare.
La serata e la relazione non
potrebbero però terminare senza l’intervento di Franco Rosso. “Perché hai
realizzato un progetto tanto ambizioso, perché l’hai fatto?” – gli domanda il
presidente. “Io sono in pensione da tempo – risponde il fondatore di una delle
organizzazioni di vacanze più famose del mondo – ma questa è una sfida che mi
ha appassionato sin dall’inizio insieme ai miei figli, che ci tengono in modo
particolare. Con questo progetto ormai prossimo all’inaugurazione torna la
grande tradizione alberghiera italiana, ormai quasi persa e purtroppo in declino
da tempo. Per tentare di raggiungere la perfezione non abbiamo risparmiato
nulla, soprattutto nella formazione. Il nostro personale ha frequentato le
migliori scuole in Italia e all’estero, specie in Svizzera, dove risiedo ormai
da anni”.
Al termine interventi di Nicolosi,
Zavanella, Andreotti (signora), Vafidis (figlia), Amigoni e Ravetta.
Attilio Bradamante |