Cronaca della conviviale n. 30 del 26 marzo 2007

 

Tema: “Milano, le comunità straniere: gli Albanesi”

Relatore: Dott. Spartak Topollaj (console Generale di Albania)

 

Assente il presidente Favole. Presiede la serata il vicepresidente Faraone.  

Coerente con la linea politica del presidente Favole, continua la presentazione delle comunità straniere a Milano. Il console Generale di Albania (a Milano da meno di un anno) viene introdotto da Sironi come uno storico, profondo conoscitore delle relazioni tra Italia ed Albania e uno dei promotori del nuovo corso politico dopo la fine della dittatura comunista.

Il console Topollaj, dopo aver sottolineato che il consolato albanese a Milano è presente dal 1200, ha elencato i dati dell’ufficio nazionale di statistica riguardanti l’emigrazione in Italia.

Dagli anni 80 ,quando è caduto il regime comunista, lo stretto braccio di mare che separa i nostri paesi (75 km) è stato attraversato da centinaia di migliaia di disperati in cerca di futuro caricati su gommoni.

Nel corso degli anni gli accordi politici ed economici intercorsi tra i governi hanno notevolmente rallentato gli sbarchi.

Nel 2001 gli albanesi erano in testa alla classifica degli sbarchi clandestini mentre nel 2003 solo al ventunesimo posto.

Oggi con le regolarizzazioni ed i ricongiungimenti familiari la comunità albanese in Italia, secondo la fonte ufficiale, consta di 350.000 persone di cui 94.150 in Lombardia (Sondrio e Brescia le province preferite), seconda per numerosità solo al Piemonte e seguita dal veneto.

Molto alta però è ancora la percentuale di irregolari.

Sempre la fonte ufficiale indica come importanti per l’economia albanese le rimesse economiche di rientro (750 milioni di euro nel 2006) provenienti dal reddito degli emigrati. Recentemente però si assiste addirittura ad una immigrazione di ritorno, anche se un indagine demoscopea interna ha evidenziato ancora la propensione all’emigrazione nel 31% della popolazione.

Deposte le cartelle con i dati ufficiali il console ammette che la realtà è un po’ diversa e indica in almeno 500.000 la presenza albanese in Italia, con una elevata quota di clandestini ma che la componente che delinque non rappresenta affatto la comunità albanese.

L’Albania è il paese più filoitaliano d’Europa e che la scelta del paese in cui emigrare è dovuta anche ad affinità storiche che risalgono alla notte dei tempi, quando per esempio nel 1500 gli albanesi, con l’eroe nazionale Giorgio Castriota, si schierarono e combatterono contro gli ottomani in favore dei papi Callisto ed Innocenzo per la salvezza del cristianesimo. E quando alla morte di Castriota i turchi conquistarono l’Albania, gli albanesi fuggirono in Italia dove restarono per molto tempo mantenendo la loro identità e combattendo nel risorgimento a fianco di Garibaldi.

Il console sottolinea infine che l’affetto della popolazione e del governo albanese nei confronti dell’Italia è rimasto immutato anche oggi,  portando ad esempio i festeggiamenti per le vittorie dei campionati mondiali di calcio dell’82 e del 2006 che sono stati più fastosi a Tirana che a Roma e Milano.

Nell’armonia anche le piccole cose crescono, nel contrasto anche le più grandi svaniscono. Sallustio.

Interventi di Faraone, Vafidis, Coluccia, Bertolotti.

 

Dario Caldiroli