Cronaca della conviviale n.25 del 19 febbraio 2007

 

Tema: Milano, le attività: L’Editoria”

Relatore: Dottoressa  Donatella Barbieri

E’ morto il libro! Wiva il libro! Lo insidia la radio. Vince. Lo sfida la televisione. Vince ancora. Come la Fenice rinasce dalle proprie ceneri, che ceneri proprio non sono mai. E sposa l’elettronica. Cambia e resta se stesso. Smette il tabarro delle austere librerie dalle sacre penombre ed esplode nei rutilanti megastore audiovisivi,  indossa la tuta dell’edicolante, vi aspetta agli autogrill, vi sbuca da un giornale. E’ Sua Maestà il libro. Il compagno delle notti insonni, del viaggio stressante, delle ore fatate. Il libro sui margini delle cui pagine (“numquam sine calamo”) credete di postillare i suoi assunti e state invece postillando la vostra vita.

La Serenissima Repubblica del Libro ha inviato al Giardini, la sera del 19 febbraio, un’ambasciatrice d’eccezione, Donatella Barbieri, dottoressa in Lettere, professoressa di Editoria, che respira aria di pagine in casa (famiglia di editori), al lavoro (da correttrice di bozze a pontifex maximus di gruppi editoriali), nella sua vita personale. La Signora delle Pagine ci conferma che Milano resta la capitale dell’editoria (Mondadori, RCS e satelliti fagocitati, Fratelli Fabbri (la sua culla “ineguagliabile” di apprendista), e così via, ma non ne trascura le consorelle (Bologna: il Mulino, Zanichelli), Roma (una miriade di nuove imprese), Bari (Laterza), la Palermo del fenomeno Sellerio, che resiste come “impresa-persona” nel mondo delle trasformazioni epocali che dell’editoria hanno fatto un’industria con le sue regole di ferro.

Lettori si può nascere e diventare, ma librai non ci si inventa. Forse una volta…nel contesto di altra cultura. Ma oggi una “Scuola dei librai”, come quella dei Maggi a Venezia può essere una grande risorsa. Occorrono guide consapevoli, sicure ed informate per spingere a leggere (per la sua stessa salute spirituale e professionale) questo popolo di Asini di Buridano (senza offesa per nessuno) in cui solo un italiano su due (1 su 2, avete letto bene) compra almeno un libro all’anno.

Il libro è sceso dal piedistallo. La gente lo compra “incartato” nel giornale, come una volta si comprava il pesce? Non importa. Sempre libro è, sempre un uomo ( o donna) è chi lo compra, sempre casa è quella che lo accoglie, lo conserva, lo tramanda. C’è un’ora per comprarlo e c’è un’ora per leggerlo. I libri non “si debbono” leggere, come dicono a scuola. Si debbono “voler leggere”.

L’amore di Donatella Barbieri per il suo mestiere di madrina di carta stampata è tale che all’improvviso ci sorprende per l’amore che spende per l’editoria minore, ma che dico “minore”? Per l’editoria piccola, infinitesimale, l’editoria-ombra, l’editoria cenerentola, quei foglietti con le raccomandazioni che troviamo annesse a una crema; quelle “istruzioni” (spesso scritte in “ingegnerese” o in “informatichese”, diciamo noi), allegate ai prodotti tecnologici che ci entrano in casa; persino quei “bugiardini” che la legge prescrive per i medicinali: per Donatella Barbieri quei foglietti “storicizzano”, per così dire, il prodotto: non c’è  “cartula”, per lei, che non contenga un milligrammo di saggezza, di fatica, di esperienza. L’homo lector è quello che sa apprezzare ogni libro, purchè scritto con amore e competenza.

L’intervento si chiude con un commento amaro: nelle varie finanziarie ci si ricorda di tutti, ma si ignora sempre l’editoria. Anzi no, se ne ricordano…Come quando hanno reintrodotto l’IVA sui libri. Il nostro Amigoni incalza: Ma l’elettronica non insidia ancora?

Barbieri: Ci prova. Ma è l’elettronica a piegarsi al libro. Un premio per il migliore e-book  è praticamente fallito. Sì, i libri elettronici ci sono, ma le cifre non giustificano gl’investimenti. L’ e-book va bene per la consultazione, non per farci compagnia in una sera di spleen. Non “penetra” nell’ uomo, lo sfiora.

Intervengono anche Rita Pizzagalli  (un sapiente amarcord) e Patriza Bernardelli (esperienze “sul campo”). Poi Mauro Nardella, il self-made.man oggi Presidente della forte corporazione editoriale che è la Associazione della Stampa Tecnica italiana, esplode con le sue notizie: con il presidente Formigoni si porta la stampa tecnica nelle scuole e nelle fabbriche; con Confindustria nasce il “Sistema Cultura Italia”, che, raccogliendo le forze di editoria, cinema, musica ed elettronica, lancerà il “Festival della cultura” dedicato ai giovani. Bene. Come dice il motto del nostro Presidente: “In spe contra spem”. Nessuno perda la speranza. Lo diceva anche il maestro Manzi, che alfabetizzò mezza Italia dalla Tv: “Non è mai troppo tardi”.

Nicola D’Amico