Cronaca della conviviale n.18 del 18 dicembre 2006
Festa degli auguri
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“Abbassiamo le luci, mettiamo le mezze luci, perché su ogni tavolo c’è una candela, una candela accesa, una candela ed una luce che fanno tanto Natale!” – esclama un Paolo particolarmente ispirato, e così è. Siamo in più di centotrenta, per questa che è l’occasione principe per eccellenza nel corso dell’anno rotariano. “Che fra l’altro ne segna anche il giro di boa, perché con la prossima conviviale dell’8 gennaio avrà inizio il secondo semestre” – sottolinea il presidente. Dopo aver salutato i numerosi ospiti del club (6) e di soci (10), menzionato gli assenti ‘giustificati’ (7) e porto gli auguri di compleanno a Franco Amigoni, Alessandro Malerba, Turi Pennisi, Franco Galante e a Flora che gli siede accanto, Paolo illustra brevemente il programma della serata, chiudendo infine i preliminari con qualche cenno ai prossimi appuntamenti del club nel prossimo mese di gennaio 2007. E però prima di dare inizio alla cena per una sera di gala, Paolo tiene ad esprimere qualche sua riflessione sul Natale. Festa religiosa, che nel tempo è divenuta festa grande per credenti e non, per certi versi con più di qualche accenno di laicità che vede il suo culmine nella corsa ai regali. Ma non dobbiamo dimenticarci che facciamo i regali, doni per ricordarci che siamo tutti fratelli, questo è infatti il loro significato originale. Successivamente, nell’ottica della festa ‘laica’, si fanno i regali per riconoscenza, ad esempio. “E’ tradizione rotariana, anche di questo club, che a Natale il presidente faccia dei regali ai soci e ai loro coniugi o alle loro famiglie. Riflettendo sul significato più puro del porli, ho pensato di devolverne il valore ad un’istituzione, quale contributo mio personale ma indirettamente di tutto il club, che ‘fa del bene’ – conclude Favole annunciando di aver individuato tale istituzione nell’Opera San Francesco di Via Kramer, a due passi da casa sua – e ho pensato di invitare qui, questa sera, Padre Maurizio, una delle anime dell’Opera, perché possa condividere con noi questo momento così ricco di significato”. Paolo ringrazia quindi alcuni amici che si sono particolarmente distinti nella ‘gestione del club’ in questi primi sei mesi del suo anno rotariano, l’intero staff ufficiale: il prefetto Gildo, il segretario Franco, il tesoriere Alessandro, Vincenzo Albanese per aver realizzato i magnifici calendari del Giardini per il 2007 ed infine, ultima ma non meno importante la nostra magnifica Luisella. “Non avete un’idea dell’enorme mole di lavoro che svolge! – sottolinea il presidente – io stesso me ne sto rendendo conto solo ora!” A metà della cena fa la sua apparizione (e mai termine fu più appropriato, n.d.r.) Padre Maurizio. Un discorso incisivo ed emozionante il suo. Oltre ai numeri e ai dati relativi alla sua opera (pasti, visite mediche, docce), il frate accenna ai ‘tre vincoli’ che la contraddistinguono: i 500 magnifici volontari; i numerosi generosi benefattori, con donazioni di ogni genere, autentiche manifestazioni della Provvidenza divina; i dipendenti, che sono attualmente una quarantina. Ma è con le parole successive, i richiami a San Francesco, al suo incontro con il lebbroso, che doveva cambiargli la vita, alle osservazioni sulla ‘Milano con il cuore in mano’, che ci tornano in mente scampoli delle prime natalizie del club, Padre Ettore, Strohmenger, monumenti della solidarietà umana. La presenza di Padre Maurizio pare come un clou della serata non preparato e non previsto, ma proprio per questo ancor più significativo. Quello vero, programmato, puntuale e curato con passione è invece il Concerto di Natale della corale Anonymi Cantores, portata alla natalizia del club dalla nostra Patrizia Bernardelli. Quattordici magnifici cantori, soprani, mezzo soprani, tenori, bassi, impeccabili nei loro abiti da concerto, diretti da Bernardino Streito, fisico, matematico, musicista, docente in varie università e conservatori, che illustra, impareggiabile, i vari canti, musica e soprattutto testi. Di Wolfgang Amadeus Mozart innanzitutto, poi di Eugen Suchon, Zoltan Kodaly e Franz Gruber (di quest’ultimo uno Stille Nacht di rito). Al termine gli affettuosi auguri di e fra tutti noi. Talmente allegri, sentiti e calorosi da coprire persino il suono dell’ultimo tocco di campana dell’anno.
Attilio Bradamante |