lorenzo menicanti

con chi

(settembre 2002)

Sono eporediese (Ivrea) nato il 6 luglio del 1950, figlio quindi di una macchina per scrivere, mio padre ne ha progettate tante e da buon ingegnere mi ha dato il gusto delle cose fatte con precisione e ordinate.

I miei genitori sono lombardi ma il ceppo della mia famiglia proviene dalla toscana. A queste origini si deve il considerare ogni cosa che fai molto seria, ma l’ironia è, a volte, il gusto per lo sberleffo non ti deve mai abbandonare, mai prendersi troppo sul serio.

Ho sempre desiderato fare il medico e da ragazzino ho iniziato ad operare i bambolotti di mia sorella; spero di essere migliorato. ’I

Mi sono laureato a Roma in Cattolica nel 1975 e da allora ho cominciato a girovagare per ospedali in Italia e all’estero, dopo aver preso una specialità in chirurgia pediatrica e in cardiochirurgia sono stato ”chief resident” in Francia e in Inghilterra.

Poi mi sono dedicato alla cardiochirurgia degli adulti; ho lavorato ancora in Francia e ho fatto lunghi periodi d’apprendistato negli Stati Uniti.

Nel 1978 mi sono sposato con Barbara che mi ha seguito in queste peregrinazioni e mi ha regalato nel frattempo due figli Adriano e Claudia che oggi hanno 17 e 16 anni.

Ho cominciato a lavorare a Milano nel 1988 all’ospedale di San Donato iniziando presso il. Centro Cardiovascolare E. Malan I’attività cardiochirurgica di quest’ospedale. è stata l’esperienza più importante ed emozionante della mia carriera professionale, da zero abbiamo portato quest’ospedale ai vertici della cardiochirurgia nazionale ed europea ed oggi con circa 2500 interventi I’anno siamo il terzo centro europeo, il primo in Italia.

II mio lavoro affascinante e molto duro a volte, mi occupa moltissimo e tempo per altre attività ne resta davvero poco; ne sanno qualcosa i miei famigliari.

II sogno nel cassetto? Avere un po’ più di calma per dedicare più attenzione a quelli che mi stanno vicini e chissà un giorno dedicarmi a qualche attività bucolica; mi piacerebbe allevare gamberi e salmoni. 

Il sogno nel cassetto: avere più calma, dedicare più attenzione a chi mi sta vicino e chissà, un giorno, dedicarmi a qualche attività bucolica: allevare gamberi e salmoni.

Ma prima d’allora voglio condividere lo spirito del servire e del vivere vere amicizie e dare solidarietà.