La crociera su Costa Atlantica

25 - 29 maggio 2012

Non si può ripercorrere la cronaca di una bella e divertente “gita” sociale, che ci ha fatto passare tante ore liete tra cari amici, dimenticandoci che, alle nove di lunedì mattina - nel momento esatto in cui la nostra nave attraccava al molo di Savona – un nuovo terremoto colpiva l’Emilia, portando altri lutti e distruzioni. Abbiamo scherzato e ci siamo divertiti per qualche giorno in un’atmosfera di grande rilassatezza e allegria, tanto da provare persino un po’ d’infantile tristezza per la fine della vacanza. Ma questi sentimenti ci sembrano ora inadeguati e irriverenti di fronte alla tragedia. E’ pertanto doveroso, prima di ricordare i momenti belli, mandare un pensiero a chi si trova a vivere tempi di grande difficoltà.

Ma veniamo alla nostra crociera.

Ci troviamo come consuetudine in via Paleocapa in una tenera mattinata di sole, che rompe la sequenza di pioggia che ci aveva preoccupato nei giorni precedenti la partenza. L’atmosfera è quella da gita scolastica, con l’effervescenza e l’allegria tipiche dell’inizio delle vacanze.

Sul bus, il Presidente ci annuncia in anteprima che il nostro club ha ricevuto le stelle dell’eccellenza nella classifica distrettuale, poi tra frizzi, lazzi e caffè, il tempo del viaggio in autostrada trascorre in un attimo.

Arriviamo così al porto di Savona, dove iniziano subito le operazioni d’imbarco, governate dalle ferree ma efficienti regole della Costa (e dove ci tocca una prima foto di gruppo).

Poi si sale finalmente a bordo a conoscere la nostra nave.

Ci accolgono spazi immensi, caratterizzati da un’architettura e arredi in stile Las Vegas con accenti assiro babilonesi. Il panorama è di sicuro impatto scenografico ma anche curiosamente “friendly”: un grande videogioco di vacanza, dove impariamo (quasi) subito a muoverci con confidente familiarità.

Per prima cosa, subito dopo aver sbagagliato le valige e registrato la carta di credito (curiosa procedura sconosciuta ai viaggiatori del gran tour ottocentesco ma ormai inevitabile), si procede col fare un test di colazione tardiva, tanto per mettere il nostro stomaco sull’avviso che lo attendono giornate di stress severo e di olimpiche performances.

Quindi, prima di ritrovarsi per la cena, ci godiamo un po’ di tempo libero per appropriarci del territorio e concederci un riposino mentre la nave prende il largo con rotta Barcellona. Qualcuno si ritira sul terrazzino della propria cabina fronte mare a rilassarsi dopo le estenuanti fatiche delle procedure d’imbarco, altri passeggiano per i numerosi ponti e c’è persino chi si butta immediatamente in sauna (forse per espiare in anticipo i peccati culinari che sa di essere sul punto di commettere).

Ci si rivede dopo qualche ora per l’aperitivo al largo della Costa Azzurra, in un ovattato locale chiamato – guarda caso – Florian. Qui il gruppo dei maschietti – in mancanza delle indicazioni che il direttore di crociera, forse visti anche i risultati della prima sera, avrebbe da quel momento in poi imposto con inderogabili “dress codes” pubblicati sui diversi programmi del giorno - si è sbizzarrito in abbigliamenti curiosi: i professori, probabilmente per ostentare la sobrietà imposta loro dall’attuale famoso collega al governo e impossibilitati (viste le condizioni metereologiche) a indossare il loden di ordinanza, si sono presentati assolutamente (a) casual. Altri (come il sottoscritto) hanno invece optato per l’abbigliamento tipico dell’immaginario crocieristico: una fantasiosa  giacca “navy blue” e improbabili pantaloni bianchi. Mentre il Presidente  – che in termini di bianco non voleva essere secondo a nessuno – aveva scelto un total tropical white (capelli inclusi).

Per tirare l’ora di cena e non potendo insistere più di un tanto con gli aperitivi, siamo andati a vedere lo show allestito presso il teatro di bordo. Qui tra canzoni, paiettes, piume di struzzo e (perché no) qualche bella calza a rete, ci siamo ritemprati - neanche ce ne fosse stato bisogno - lo spirito (da notare che anche il ballerino era vestito completamente in bianco alimentando così le voci che Sandro avesse già visto lo spettacolo e intuito che quello fosse il colore giusto per la serata).

Poi la cena, che ha visto manifestazioni di giubilo alla presentazione delle diverse portate, a finalmente interrompere un già troppo lungo digiuno. Un piccolo imprevisto nell’assegnazione dei posti è stato brillantemente risolto dal Presidente attraverso una discussione in spagnolo con il maitre messicano che aveva dato ordini sbagliati ai camerieri filippini (altre nazionalità avrebbero volentieri partecipato alla contesa ma non sono state accettate per insufficiente rappresentatività numerica).

Dopo la cena, ancora qualche momento a passo di danza e di peccaminose puntate al casinò e poi l’ora, ormai tarda, ha consigliato tutti il ritiro in cabina mentre il mare “nero come il vino” (anche se non era proprio quello di omerico riferimento) si fondeva a un cielo altrettanto buio e senza stelle.

La mattina dopo ci siamo svegliati con un sole sfavillante e un’aria tersa che faceva risaltare ogni tonalità di colore mediterraneo. Giusto per non apparire scioccamente poetici i più, dopo aver velocemente preso buona nota delle ottime condizioni meteorologiche, sono andati a testare il buffet della prima colazione, sontuosamente allestito nel ristorante del ponte 3. Qui, i nostri rispettivi cardiologi (quasi tutti ne abbiamo uno, anche se cerchiamo di nascoIMG_0251.JPGnderlo) sarebbero sicuramente inorriditi alla vista della profusione di salsicce, bacon, uova (e per tacer di altri carboidrati) che si offrivano alle nostre povere gole, mettendo a repentaglio i loro sforzi professionali; ma si sa che le occasioni (e le statine) fanno l’uomo ladro, per cui abbiamo tacciato la coscienza e dato il via a un’altra sana (si fa per dire) abbuffata. C’è appena il tempo per un atto di contrizione in sauna e siamo già in vista della costa spagnola.

Viene indetto su due piedi un President’s Briefing (visto che quello della sera precedente si era risolto con un nulla di fatto) per decidere a quali escursioni partecipare. Qui gli habitué di Barcellona (che sono venuti solo per la compagnia in quanto, loro, la città la conoscono come le proprie tasche) hanno accondisceso ad accompagnare quelli che invece non erano mai stati nella capitale catalana. Ma i Brandolese non si sono fidati e hanno saggiamente optato per la visita guidata della città. Gli altri – giusto per dare un senso al briefing - hanno dovuto cercarsi un altro argomento di discussione; questo è stato prontamente individuato nelle diverse modalità di trasferimento dal molo al centro città.

La discussione è poi continuata sul tema di come ritrovarsi fuori dalla scalandrone (e chi non è avvezzo ai termini marinareschi vada a vedere cos’è su wikipedia).

Finalmente - dopo aver un po’ faticato a ritrovarci tutti ed essere nuovamente ritratti dal fotografo di bordo - ci avviamo al bus navetta che, dopo un tragitto di pochi minuti, ci scarica sotto lo sguardo bronzeo di Crostoforo Colon.

Ma subito ci ritroviamo ad affrontare un altro problema: pata negra o Gaudì?

L’allegra combriccola si avvia comunque a piedi per le ramblas, procedendo dIMG_0258.JPGi comune accordo verso l’interno della città e definendo, al momento, un percorso tale da soddisfare sia gli aspetti più prosaici (visita al famoso mercato alimentare) che quelli più culturali (Barrio gotico, Santa Maria del mar ecc).

Qui Lilly ed Evelina hanno dato prova di grande leadership, trascinandoci tutti alla bella Casa della Musica Catalana dove abbiamo potuto anche ristorarci  - prima di tornare a bordo - con un bianchino e le più classiche delle tapas.

Appena il tempo di riposarsi un po’ dalle fatiche dell’escursione e di fare un altro passo in sauna a ripristinare gli elettroliti alIMG_0263.JPGterati dal vinello catalano, che già nasce un nuovo terrificante problema. Aleggiava nell’aria sin dalla mattinata e se ne potevano cogliere i prodromi già sul bus che ci riportava alla nave, anche se è poi scoppiato in tutta la sua intensità al rientro in cabina: la scelta della toilette per il cocktail del comandante il quale, su sollecitazione del nostro Presidente, aveva esteso il suo esclusivo e ambito invito all’intero gruppo rotariano! Questi dubbi amletici devono aver sconvolto le ore antecedenti la cena della maggior parte di noi, provocando ansie di coppia e destabilizzazioni emotive che pare (anche se di questo non possiamo avere prove certe) abbiano richiesto l’intervento professionale di Massimo Caponeri (una buona norma non scritta nei programmi delle crociere imporrebbe infatti di portare sempre con sé un personal psychologist).

Risolta comunque la questione andiamo tutti al cocktail, non senza essere stati di nuovo ritratti dal solito fotografo che conduceva imperterrito la sua solitaria guerra senza speranza contro le migliaia di maxi o mini camere che rappresentano ormai il bagaglio irrinunciabile di ogni viaggiatore.  

Casella di testo:     Alcuni si sono persi nelle danze, altri per la nave e qualcuno nella solita sauna!

Ma alla fine siamo riusciti a riunirci per la cena, alla quale è seguita ancora una serata con spettacolo (altre ballerine), casinò (con vincita da parte di Mrs Gorgoglione) e altri giochi di estremo azzardo. In particolare alcuni crocieristi sono stati notati mentre si riunivano clandestinamente a praticare il “gioco del burraco”, notoriamente ben più azzardoso del combattimento dei galli e della lotta dei cani con i topi e praticabile, con relativa tranquillità, solo in acque internazionali come, per l’appunto, quelle che la nostra nave sta ora solcando verso l’altrettanto peccaminosa isola di Ibiza.

Dopo aver navigato tutta la notte beIMG_0315.JPGn al largo delle coste spagnole, la Costa Atlantica, verso le prime ore del mattino si avvicina al porto di Ibiza, dove attracca appena prima dell’ora di colazione.

Giusto il tempo di mandare giù qualche cosa per non cadere preda di perniciosi cali di zuccheri e poi via, tutti a terra. Di nuovo il brivido di eludere il fotografo di bordo, contarsi e recuperare quelli che si stavano aspettando da un’altra parte. Poi prendere la difficile decisione se partecipare o meno al tour organizzato.

Ma quaIMG_0283.JPGli dubbi ci possono essere per viaggiatori esperti come noi? Si prende giusto la navetta sino all’entrata del porto e poi si fa una semplice contrattazione con i taxisti spagnoli, la cui arrendevolezza e scarsa stima di sé consentiranno risparmi sostanziosi di cui poi vantarsi con gli amici al rientro in patria.

E fu così che il nostro gruppo, dopo aver ricevuto dagli autisti isolani l’avviso – caso mai non ce ne fossimo accorti – che eravamo in un paese civile e non uso a contrattazioni levantine (non hanno detto come in Italia ma il senso era evidente), si è ritrovato a noleggiare quattro taxi per la durata di due ore a tassametro con tariffa 1 (il cui significato non è stato mai chiarito per timore di ulteriori addebiti punitivi).

L’isola ci IMG_0286.JPGaccoglie con uno splendido sole e gli amici taxisti, soddisfatti per la lucrosa trattativa, ci portano a vedere scorci veramente belli e suggestivi, panorami che ci piace pensare non saranno visitati dai turisti (nel senso di partecipanti al tour).

Dopo una sequenza di paesini dall’aria per l’appunto un po’ tanto turistica, scendiamo verso una spiaggia veramente incredibile, bagnata da un mare che anche a noi, cinici viaggiatori assuefatti alle bellezze italiche, non ha mancato di stupire. Poi torniamo verso la città vecchia con il suo dedalo di stradine che escono dalla rocca medioevale per scendere sino al livello del mare tra (ahimè) negozietti di meravigliosi souvenirs dei quali, non si sa come, le signore del nostro gruppo abbiano potuto fare sino a quel momento a meno.

Per fortuna che, oltre ai suddetti negozietIMG_0302.JPGti, la cittadina offriva anche una serie di accoglienti bar, ricchi di vini e tapas che ci hanno, ancora una volta, consentito di giungere all’ora di pranzo senza troppo soffrire il digiuno prolungato. Una bella camminata ci ha evitato di ricorrere nuovamente ai taxisti ibizenchi e di preparare lo stomaco al self service del ponte 9.

Di nuovo le solite estenuanti attività postprandiali: pisolino, sole sui balconi privati, chiacchiericci, l’immancabile sauna e – per i soliti posseduti dal gioco – il burraco pomeridiano. Poi, ancora, lo spettacolo, l’aperitivo (al clone del Florian) e la cena di gala. Mentre i più si sollazzavano con gli obblighi crocieristici, la nave stava dirigendosi verso le coste francesi, dove ci attendeva l’ultima escursione: Marsiglia, con il suo sapone e la sua bouillabaisse. Per la verità, il sapone è stato abbondantemente acquistato dalle signore in tutte le sue improbabili fragranze (persino nella variante di Aleppo che non si è ben capito cosa ci’azzeccasse); al contrario, la zuppa, in un impeto autopunitivo di gruppo, non è stata assolutamente onorata.

SubIMG_0338.JPGito dopo la solita colazione “light” abbiamo preso il bus a due piani che ci ha fatto visitare i punti salienti della città. Durante il  President’s briefing mattutino era stato infatti deciso: 1) come riuscire ad evitare il solito fotografo, 2) come perderci qualche componente del gruppo da recuperare appena a terra  e 3) di non omologarci ai turisti della Costa e mantenere così un giusto grado di separazione. Ci siamo poi fermati in bar del porto dove abbiamo scoperto - e giustamIMG_0345.JPGente celebrato - il compleanno di Stefania che ci ha carinamente offerto un brindisi. Poi, mentre bighellonavamo tra i carruggi (per altro molto simili a quelli genovesi), abbiamo notato la fatidica insegna sotto la quale siamo corsi a farci fotografare (notare la rarità dell’immagine che ritrae anche il nostro Paolo Andreotti).

Poi di nuovo a bordo a mangiare qualche cosina e – mentre la nave si staccava dal molo per l’ultimo tratto di crociera – abbiamo cominciato a sbaraccare le cabine e fare le valige, anche se con molta più mestizia di quando le avevamo baldanzosamente preparate per la partenza, solo pochi giorni prima.

Un aspetto un po’ strano di questi viaggi è infatti la percezione dell’allungamento del tempo che tutti abbiamo avuto; probabilmente a causa del gran numero di cose fatte e viste, ci è infatti sembrata una crociera ben più lunga dei pochi giorni effettivamente trascorsi a bordo.

Ma non c’è tempo per la mestizia; Sandro ci ha, infatti, organizzato una sIMG_0361.JPGontuosa cena all’esclusivo ristorante Club Atlantica, dove uno chef dedicato ai pochi fortunati avventori ci ha preparato piatti di livello in un ambiente particolarmente confortevole. Con l’occasione abbiamo voluto dare a Evelina un piccolo ricordo delle belle ore trascorse insieme, anche per ringraziarla dei grattacapi che lei e Sandro si sono assunti per organizzare tutto al meglio.IMG_0369.JPG

Dopo la cena gli ultimi sprazzi xdella serata hanno visto i giocatori alle prese con le carte e il casinò, mentre altri si lasciavano cullare dalle ultime onde. Ma tutti abbiamo fatto l'en plain alla roulette della serenità, del divertimento e dell'amicizia.                          

La mattina successiva tutta la nave era pervasa dalla frenesia indotta dalle complesse operazioni di sbarco, frenesia che ci ha comunque lasciato tutto il tempo per una sontuosa colazione.

Quindi tutti a teIMG_0371.JPGrra a prendere il pullman per Milano che ci attendeva puntuale al terminal del porto. Ma l’avventura aveva in serbo un’ultima sorpresa: dopo pochi chilometri, forse per il languore generato dall’astinenza dal cibo (erano passate già un paio d’ore dall’ultimo boccone di croissant consumato a bordo) il gruppo ha rumorosamente richiesto all’unanimità una sosta all’autogrill.

Dopo aver consumato un “frugale” caffè, al momento di ripartire il nostro conducente non è più riuscito ad avviare il motore, tanto che ha dovuto richiedere l’arrivo di un mezzo sostitutivo. Per fortuna che – nel frattempo - si è offerto il nostro super Franco (tutti dovremmo avere un “tecnico bocconiano” personale da utilizzare in caso di bisogno nei casi più disparati, un po’ come lo psicologo o il cardiologo di cui sopra) che è riuscito a far ripartire il pullman quando ci eravamo ormai rassegnati ad attendere alcune ore.

Dopo la “ola” di ringraziamento assolutamente meritata, siamo ripartititi per Milano dove siamo giunti senza altri inconvenienti, se non la nostalgia di una bella vacanza ormai terminata.

Marco Tincati

Descrizione: http://www.rotary-giardini.it/images/Dropbox2.jpgAltre foto della gita sono disponibili su Dropbox:

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