Cronaca della gita nel Salento

dal 29 maggio al 1° giugno 2008

 

U sole ha pueste rete a li muntagne
cu tante strisce d'ore e di zaffire;
u mare no si muove e no si lagne:
l'arie èsirene, fresche e si rispire.

Sarà ca pi rispett'a li signure
li viente one pigghiate 'nota vie:
stè cante u gridde mmiezz'a li fiure,
ma no cu tuene di malincunie...

 

("Il sole s'è messo dietro alle montagne con tante strisce d'oro e di zaffiri; il mare non si muove e non si lagna: l'aria è serena, fresca e si respira. Sarà che per rispetto ai signori i venti hanno preso un altra strada; sta cantando il grillo in mezzo ai fiori ma non con tono di malinconia").

 

E’ con questi versi del poeta Emilio Consiglio (1841-1905), ricordato da Giacinto Spagnoletti nel suo saggio critico sulla poesia dialettale pugliese, che, facendo eco alle belle parole di Marco, vogliamo esprimere la sintesi dei sentimenti di dolce e appagata serenità che ci hanno accompagnato nel lasciare Lecce; sentimenti uniti a quelli della gratitudine agli amici Rotariani leccesi, dai Vertici alle Signore e ai più giovani soci. Sensazioni  che appartengono alla stessa sfera in cui gravita la poesia, in quanto medesima espressione delle corde più armoniche dell’animo umano.

Gratitudine per la signorile e  calorosa accoglienza, pari solo a quella che nutriamo per le signore Coluccia e Cerrato e per Renato Coluccia e Guido Cerrato,  questi pugliesi doc, che ci hanno fatto da testimonial d’eccezione, con grande spirito di servizio: navigatore appassionato, Renato, nelle procelle organizzative che hanno moltiplicato in noi “giardinieri” l’apprezzamento per le sue fatiche, anche se non sempre siamo stati bravi nell’esprimerlo.

Che dire del mare di cobalto, che spesso inseguiamo – delusi – in spiagge lontane e ingiustamente pubblicizzate? E del miracoloso barocco, miracoloso perché capace di trasformare in serena grazia la voluttuosa reiterazione delle forme, la complessità delle figure? Che dire dei palazzi signorili che abbiamo visitato, entrandovi - con forse non voluta, quasi clandestina discrezione -  ma certamente resi accoglienti da noi stessi e per noi stessi, con il calore della nostra convivialità, che ci ha visti quasi tutti e quasi sempre in piedi con le coppe in mano quasi a mimare estatici una delle più belle pagine verdiane (“…i lieti calici…)?

Un inno vada al verde intenso, unico e irriproducibile, di Puglia, che scorreva veloce ai fianchi del nostro fiammeggiante bus paralondinese. 

E un grazie al nostro Presidente “exeundus” e tutt’altro che scadente.

                                             

Nicola d’Amico