RESOCUNTO  DE  LA  CONVIVIALE

   12-14  OTTOBRE  2007  IN  FERRARA

 

 

Eccellentissimo nostro

 

 

 

 

Dux Barupphaldus,  si taccia il Bardo che, in precedente tomo, de li Estensi cantò le glorie, rinnovelliando quel  che Daniela, doctissima et leggiadra Domina, antea exposito avea con singulare peritia et amore. Si taccia et permitta che lo stilo passi allo umile cronista, che rimembri le dulcizie infinite di cotale viaggio che nel medesmo die in cui il genoese Columbo le Americhe discuprì al mundo, permise a li soci de lo Rotary Orti Mediolanensi de descuprire Ferrara, urbe di cotali Arti ornata che li occhi et anco el core si emplirono all’istante.

Primarie grazie a Te, Johannes, et a la Domina Tua Marisa sien dovute; e a li altri omini illustri che ti adiuvaron in cotanta fatigatione. Grazie similari a li comiti de la Ferrarense Consociatione Rotariana, che noi locupletaro de cortesie, ove maximi ebbersi accuglimenti:  a cuminciar de lo esimio Dux Proximus Veniens Amedeus Flachi, co li comiti sui Caietanus Scaramalius et Johannes Guicciardus. 

Lo Maximus conductore peritissimo co’ la su’ potente machina ne condusse non solamente par le vie ferrarensi ma anco per le palustri lacune comacchiensi pullalanti de anguille, ma non anguille metropolitane che bene cognosciamo infra parentes,  officii, in diarii et tambien consociationi, ma veraci anguille  prontamente arrivate de lo mar de’ Sargassi con viaggio parvo- pretio lo che li Brittanni appellano low- cost. Oh, palustri silenti, oh valli un dì opulente de pisci. Oh Comacchio “città che in mezzo alle piscose paludi del Po temesti ambo le foci, dove abitan gente timotose ch’el mar, si turbi e siano i venti atroci”* (come ne li anni Cinquanta veramente fecer).

Lo Castello turrito e ricco de ague; lo Domo come un ricamo de pietre e de sculpture; la lineare  architectura de la Pomposa; e Schifanoia con li affreschi recuperati da la idiotia de’ li mercanti; lo Palagio de li Diamanti esculpiti in ne la petra bianca su la via, ricco de medalie e dipinti del Cosmè Tura e di Francesco del Cossa; e le mura rotunne e passiose.E Santa Maria in Vado  famosa pe lo milagro de millanni fa, che più non si ripete perché trista s’è fatta troppo questa umanità…: Oh, tu, socio che non venisti, se presto nun repari e a Ferrara te porti, nun sai quel che perdesti…

E anco nun mangiasti.

 

 

 

Prima nocte ne li gaudi trascurse de la gola per la maravillosa cena de la iscola Oriani nel Palagio Pendaglia un dì suntuosissimo d’oro à le suffitte, dirigito da la instituti caput Iris Mattioli.

Allievi bravi che probabilmente poco sanno di greco e sanno di latino, ma che sanno come s’adopra el burro e el rosmarino e a diciott’anni non andranno a mendicare un posto qual che sia.

Secunda noce in excellentissima taberna Romantica si trscurse beati e ridanciani, onde Johannes ostendere potette tota la sua magnificentia in suo non parvo sed magno Camino.

Taccio de la sosta deliciosa che femmo al refugio lacustre Cannavè e a la Taberna de frate Savanarola ove per poco non displodemmo de prossiutti et etiamdio salamas repienas e dulcini.

Vi fu anche largo scambio de fiori e doni. Or più non m’indugio ad accozar li altri casi o la memoria si impania e torno al cominciar donde partimmi e salutare il nostro Presidente e il suo contorno che lo fa sì adorno.

 

* (Ariosto, Ornando Furioso, c. 3 41)

 

 

Polo Museale Fiorentino