Caminetto del presidente

 

GITA ALLA FONDAZIONE MAGNANI-ROCCA

 

Traversetolo (Parma)

1 Ottobre 2005

 

E’ un sabato, il primo del primo mese d’autunno, stagione, con la tarda primavera, storicamente destinata alle gite fuori porta, ai viaggi più o meno di breve durata ma ricchi di contenuti storico-culturali, nonché e perché no ai cosiddetti  caminetti , in specie del presidente. La conviviale che ne esce, che propriamente conviviale non è, è un cocktail di straordinaria simpatia, dove la fanno da padrone la disponibilità e l’accoglienza del padrone di casa, lo spirito d’allegra brigata che aleggia nel gruppo dal primo all’ultimo minuto, la grande manifestazione d’amicizia che nell’occasione verifica i suoi più immediati e spontanei riscontri.

 

Quando poi, come in questa occasione, l’estate ci regala un ultimo scampolo di caldo, di luci e di profumi della natura prima della caduta delle foglie, il quadro è veramente perfetto. La fortuna ha sempre un occhio di riguardo per i buoni, e nell’occasione Gianpiero e Lilli devono averla  ringraziata per aver loro regalato una giornata che più bella di così non si può. Ce ne rendiamo conto all’imbocco di Via Paleocapa, quando osserviamo gli amici in attesa di salire sull’ormai classico pullman verde e blu  delle  FNM : si sono tutti abbigliati  a cipolla, arriviamoci pure coperti, magliette, pullover e pulloverini, giacche e giacchette, ché tanto per spogliarci ci sarà eventualmente l’occasione. Così gli è che, partiti da tardo autunno a Milano arriveremo da prima estate a Collecchio, sede del caminetto vero e proprio.

 

Il pullman è veramente pieno in ogni ordine di posti, se ne salvano un paio, giusto per accogliere Chris e Giusy Vafidis, che si riuniscono al gruppo in quel di Somaglia. Ed altri se ne aggiungeranno a Traversetolo e a Collecchio, per la gioia dei nostri splendidi anfitrioni. In quasi perfetto orario arriviamo a Traversetolo, dove per incanto, nel mezzo della ricca terra emiliana, si erge prima con discrezione e quindi con raffinata, quasi ostentata eleganza, la dimora di villeggiatura della famiglia Magnani-Rocca, originaria di Reggio Emilia.

 

A occidente le prime alture dei dolci colli parmensi. Quegli angoli di Appennino che nascono delicati e leggeri nel Piacentino per divenire aspri fra Emilia e Toscana in provincia di Reggio, ma che raggiungono l’ideale compromesso di stile e di prospettive proprio non lontano da Parma. Terra oltre a tutto di sapori delicati, la Malvasia di Maiatico, i Sauvignon di Sala di Baganza, il culatello, il salame di Felino, la cucina di Maria Luigia, mai dimenticata sovrana di sangue austriaco e di gusti francesi.

 

A Luigi Magnani (1906-1984), appartenente ad una ricca famiglia di industriali reggiani , si deve la raccolta di una quantità non indifferente (per un privato, n.d.r.) di opere d’arte d’assoluto prestigio, esposte ora nella villa di famiglia di Traversetolo, vicino a Collecchio. In un’ora  possiamo ammirare opere, fra gli altri, di Filippo Lippi, Durer, Tiziano, Rubens, Goya e, fra i contemporanei, di Monet, Cézanne, Renoir, De Chirico, De Pisis e Morandi. Ma forse ciò che ci colpisce ancor di più e più ancora  della villa stessa,  è l’atmosfera, l’armonia, la pace, l’idea di perfetto contatto con la natura che dà lo splendido, immenso parco tutt’intorno alla Fondazione. Non una statua, non uno zampillo, non un aiuola artificiosamente realizzata, ma un mare di verde semplice ed immediato, gli alberi d’alto fusto, i sentieri accennati, il passaggio di caprioli e pavoni ed altri uccelli esotici. Se non fosse per l’appetito, che inesorabilmente ci chiama ad altri, ma forse altrettanto poetici lidi, non ce ne allontaneremmo mai. 

“Salumi di Parma con Torta Fritta, Tortelli di Erbette alla Parmigiana, Risotto con Funghi Porcini della Val di Taro, Punta di Vitello al Forno con Patate Arrosto, Tortino di Mele Caramellato con Gelato di Cannella e Miele – il tutto innaffiato da una splendida, frizzante Malvasia dei Colli di Parma e da un altrettanto frizzante Rosso Brioso, sempre di Sala Baganza. Questo il menu preparato dallo chef del Ristorante Villa Maria Luigia (Ceci) di Collecchio, che vede come gradito prologo una serie di aperitivi dove la fa da padrone un Sauvignon di prestigio, accompagnato da salumi e stuzzichini di rito.

 

Che aggiungere, che dire ancora di un caminetto al quale non manca nulla, assolutamente nulla per meritarsi la qualifica di perfetto? Come del resto sempre lo sono i caminetti dei nostri presidenti, cambiano i luoghi, gli indirizzi, le cucine, i gusti, i sapori, le distanze, ma non cambiano spirito ed atmosfera e bontà delle scelte, sotto ogni profilo.

 

Che come da consuetudine fra il secondo e i dessert tocca ad uno di noi  (oggi Ottavio Mazzoni) ringraziare presidente e first lady per l’invito, ringraziamenti accompagnati da un piccolo pensiero del club, a significare di un  attaccamento al Giardini e di una amicizia che, come un buon vino, Barolo o Sassicaia non importa, sembrano migliorare sempre più con il passare del tempo. In risposta sono Gianpiero e Lilli a ringraziarci (e siamo quasi la totalità) per aver accolto il loro invito! Sembrerebbero un assurdo o una frase fatta , di rito o un convenevole e invece no, le loro parole, lo si intuisce, lo si capisce e lo si avverte subito, sono  sincere ed immediate, spontanee e sentite. E, verrebbe voglia di dire, secondo tradizione,  secondo le nostre tradizioni.

  

Attilio Bradamante