Istituto di Fisica Generale Applicata

Università degli Studi di Milano

 

STORIA E SCIENZA A BRERA

Visita al Museo Astronomico di Brera ed alla Cupola storica

Osservazioni del cielo con lo storico telescopio Merz

domenica 5 febbraio 2006

 

Cliccare sulle immagini per i dettagli; qui per il tour virtuale della cupola.

 

Quando ci si fa prendere dalla nostalgia e si approfitta dell’occasione di una gita domenicale per rivedere gli amici del Giardini, bisogna essere consapevoli del pericolo che subito ti riacchiappino per redigere il bollettino. Ma è un onere che si sopporta ben volentieri, soprattutto se la serata trascorsa è stata bella e interessante come quella organizzata dal nostro Presidente allo storico osservatorio di Brera.

Il freddo pungente e il blocco del traffico non hanno fermato il grosso gruppo di intrepidi  – e almeno per una sera  astrofili – rotariani;  puntualissimi, hanno risposto numerosi all’invito del professor Tucci, direttore del Museo Astronomico e nostro ospite della serata. Eravamo così in tanti da richiedere la suddivisione del tour in tre turni, alternativamente avvicendatisi alla visita della cupola, del museo, dell’osservatorio e alla breve conferenza introduttiva; così, guidati dai cortesi, simpatici ed estremamente professionali collaboratori del professore, ci siamo avvicendati a scoprire storia, scienza e storia della scienza.

Nella sala delle conferenze ci è stata dapprima rappresentata la storia dell’osservatorio, dalla sua nascita alla fine del 700, quando i primi osservatori voluti dal secolo dei lumi sorgevano nei centri delle città, allora non ancora inquinate né da polveri né da sorgenti luminose. L’osservatorio di Brera occupa infatti sin da allora l’attuale palazzo, già appartenuto ad un ordine monacale, e che oggi ospita anche l’accademia e la pinacoteca. Poi si è passati a una breve visita agli strumenti scientifici conservati al museo dell’osservatorio dove, fra il resto, abbiamo potuto ricordare alcune leggi fisiche studiate “solo” pochi anni  fa e approfondire interessanti aspetti umani e filosofici di Galileo, nume tutelare della scienza anche astronomica e quindi del nostro osservatorio.

Dopo una suggestiva passeggiata sulle passerelle che attraverso i tetti portano al punto più alto del palazzo, il clou della visita: la storica cupola  dell’osservatorio. Qui si entra veramente nel XIX° secolo; in uno spazio ristretto ma “ben ventilato” (anche la temperatura era quella dell’800 ma si sa che gli astrofili sono anche un po’ bohémienne e il contributo dell’”atmosfera” era perfetto) ci siamo tutti schierati con le spalle al muro, attorno al bellissimo telescopio che fu di Schiapparelli, puntato su un cielo milanese incredibilmente terso (così bello quando è bello): ci mancava solo Giulio Verne con il suo “Club del Cannone”  (che è stato però perfettamente sostituito dal Club del Giardini) e la suggestione sarebbe stata completa.  Come in gita scolastica ci siamo messi tutti in fila, in trepidante attesa di poter guardare nello stesso oculare con il quale Schiapparelli scoprì i canali di Marte. E come in gita scolastica fioccavano in continuazione commenti e esclamazioni di meraviglia tra una scolaresca abbastanza (ma non completamente) disciplinata, con qualche scolaretto che – complice il buio - provava a riproporsi più volte al telescopio o si soffermava alla postazione per più tempo del dovuto tra le sommesse sollecitazioni degli astanti. Splendide e indimenticabili le immagini della Luna e poi di Saturno; interessanti e brillanti  i commenti e le spiegazioni dei bravi e disponibilissimi collaboratori di Tucci che, con grande pazienza, ripetevano notizie e curiosità storico scientifiche e rispondevano alla più svariate domande ( pare che qualcuno chiedesse addirittura informazioni sull’oroscopo). 

Dopo l’osservazione siamo rientrati nella sala delle conferenze, dove il nostro ospite aveva allestito un graditissimo rinfresco; tra tarallucci, vino e aranciate si è svolta quindi l’ultima parte della bella serata, con la solita convivialità che questa sera ha coinvolto anche i nostri amici astronomi, per l’occasione tutt’altro che austeri scienziati, ma simpatici e piacevoli compagni di un viaggio nello spazio e nel tempo veramente irripetibile. 

 

Marco Tincati