Cronaca della conviviale n.32 del 30 maggio 2005

Caminetto da Sergio, Dalma e Greta Bertolotto

 

Il sostantivo caminetto per uno dei tradizionali incontri con la famiglia Bertolotto non è mai stato così riduttivo come quest’anno. Chi scrive ricorda quelli splendidi in quel del Lago Maggiore (o Verbano, nome che i più hanno riscoperto in occasione del recente matrimonio di uno dei rampolli di casa Agnelli), e quelli familiari nella tavernetta di Pero, diversi nello stile, ma segni di uno spirito d’ospitalità incredibile, pieni di calore e d’incredibile disponibilità.

 

Quello del 30 maggio dell’anno del Signore 2005 non fa eccezione e, se possibile, li supera, accomunandone eleganza, finezza, calore. Il luogo è di quelli che ci riporta indietro di una quarantina d’anni. Qui, in Via Felice Casati al civico 45 negli anni sessanta avevano aperto un caratteristico pub, elegante, riservato, dove più che la birra scorreva a fiumi l’ottimo whisky scozzese, tovaglie e tendine rigorosamente a quadri di tutti i colori, il pianoforte sempre nell’angolo a scandire note romantiche, presente ma mai invadente. Allora i pub erano veramente pochi  e quasi inesistenti: l’atmosfera di questo sotto il grattacielo di Piazza della Repubblica, era particolare ed originale.

 

Sergio racconta poi del suo declino, dei passaggi di gestione e di proprietà. Ora l’ha riportato su una rampa di lancio, il Sinatra’s . L’ha fatto come piace a lui, senza badare a compromessi, l’ambiente moderno eppure accogliente, metallico eppure caldo, i due grandi locali: il giardino all’aperto (e non sembra nemmeno d’essere a Milano) e la sala all’interno, quel poco di classico in gradevole contrasto con il resto dell’arredamento. Menu e servizio sono quelli tradizionali di Sergio. Illecito chiamare antipasti i primi vassoi serviti in giardino, tanto sono vari e gustosi e raffinati, innaffiati inoltre da ogni sorta di bollicine. “Ma siamo sicuri che poi si va anche a tavola?” – sussurrano in tanti, increduli all’idea che tanto ben di dio possa avere un seguito.

 

E invece il seguito c’è, eccome! In sala vengono serviti infatti un risotto al Barolo ed un cosciotto di vitello da favola, accompagnati da un timido e delicato Sauvignon dei Colli orientali del Friuli e da un Nero d’Avola, che  da solo racconta dell’austerità della terra di Sicilia. Ma il seguito ha anche lui un seguito: perché prima del termine ci si ritrasferisce in giardino (anche per la gioia degli impenitenti fumatori) per approcciare una ventina di deliziosi dessert, per la gioia delle signore ma anche di non pochi golosissimi soci vecchi e nuovi del Giardini.

 

Lasciandomi trasportare  da vini e vivande rischiavo di dimenticare l’aspetto più tipicamente rotariano di questo indimenticabile evento. A sottolinearlo ci pensa ovviamente Dario, seduto ad un tavolo della presidenza che vede fra l’altro la presenza di due illustri pidigì, Carlo Sarasso e Renato Ranghieri, oltre che dell’incoming Piero e dell’eletto Paolo. Poche, sentite parole per ringraziare ospiti ed anfitrioni e per riaccogliere fra noi Luisella, eterea e sorridente in un leggero completino bianco da piena estate (e la temperatura sahariana di questa sera la suggella), dopo l’intervento che l’ha costretta ad una lunga assenza. Dario le porge un imponente ed immagino profumatissimo bouquet dai mille colori, con prevalenza dell’azzurro, uno dei  suoi preferiti. Luisella commossa ringrazia fra gli applausi, sorretta dal carattere e…  dalla stampella.

 

E come le altre volte, come nelle precedenti occasioni, rimaniamo semplicemente colpiti dalla grazia e dalla bontà di Dalma e di Greta. Sono infatti loro che continuano a ringraziarci per essere venuti, loro commosse per la nostra presenza.  L’hanno fatto all’inizio della serata e lo ripetono alla fine. Quasi che le parti si siano invertite. Eh no, cari Bertolotto, non si fa così. Lasciate che a ringraziarvi si sia solo noi, commossi e sempre stupiti da tanta splendida, spontanea amicizia.

 

Attilio Bradamante