Cronaca della conviviale n. 28 del 18 aprile 2005

 

Tema      : “CAMPARI, un’avventura di successo iniziata con l’UNITA’ d’ITALIA””

Relatore : Dott. Roberto Bramani-Araldi

 

Serata particolarmente spiritosa, addirittura un po’ etilica, quella di questa sera. Grazie alla simpatia e alla comunicatività dell’amico Bramani, direttore tecnico del Gruppo Campari, abbiamo infatti potuto piacevolmente ripercorrere la storia di un nostro grande gruppo industriale, di quelli che – e purtroppo non ce ne sono più molti in giro –  rappresentano un vero esempio dell’inventiva e dell’imprenditorialità italiana nel mondo.

 

La serata inizia con il saluto di Ottavio, vicepresidente e supplente di Dario che – per impegni di lavoro in Cina - non ha potuto presiedere la nostra conviviale di oggi.

Dopo le comunicazioni tecniche e i ringraziamenti del Presidente per la ricca partecipazione del Giardini al recente Congresso del Distretto, Ottavio presenta gli ospiti e i coniugi e da quindi il via alla cena.

Il caffé di prammatica e poi prende la parola Gambel per presentare il nostro oratore che, questa sera, ha la particolare caratteristica di essere assolutamente “autoctono”. Roberto Bramani, oltre a diversi e importanti titoli professionali e sportivi ha infatti anche il merito (che per noi più conta) di essere annoverato tra i nostri stimati soci. Dando per scontato che tutti noi avessimo l’età prevista dalla legge per accedere a fatti e notizie inerenti il consumo di bevande alcoliche, Roberto inizia così a raccontarci la storia della Campari, utilizzando anche supporti audiovisivi di particolare effetto evocativo.

 

Tra le riproduzioni di manifesti dalla piacevole atmosfera tra il “fin de siecle” e il futurista (alcuni creati da “pubblicitari” che forse non disponevano dei budget di oggi ma che avevano un innegabile senso artistico come, ad esempio, un “certo” Fortunato Depero il quale – come apprendiamo -  disegnò fra l’altro anche le bottigliette del mitico Campari Soda), ripercorriamo un passato industriale veramente emblematico.

Una bella fotografia color seppia ci mostra, avvolto negli abiti un po’ sformati del tempo, un Gaspare Campari appena emigrato dalle lande della Lomellina che, dopo aver  frequentato un curioso corso per liquoristi (forse una sorta di scuola di direzione aziendale ante litteram) inizia la produzione del suo “Bitter all’uso di Olanda”. Il successo del “bitter del sciur Campari”, offerto nel suo locale di Piazza Duomo, è immediato e sulla sua onda Gaspare da il via alla creazione di altri prodotti e all’espansione dell’azienda. Dopo la sua morte prematura, avvenuta nel 1862, prende le redini della ditta il figlio Davide, che dimostra subito di possedere tutte le capacità necessarie per far definitivamente decollare la Campari, la quale passerà così completamente indenne attraverso disastri bellici e finanziari (due guerre mondiali e la crisi del 29). Alla base di tutto c’è sempre il prezioso infuso di erbe, la cui ricetta è ancora oggi gelosamente custodita da solo due persone nell’ambito del Gruppo e una grande capacità imprenditoriale, sempre all’altezza dei tempi e molto attenta al cambiamento. Questa cultura è la vera forza del Gruppo, che ha saputo mantenerla e accrescerla anche nei momenti più delicati. I numerosi passaggi di proprietà tra i diversi membri della famiglia dei fondatori e poi, esauritasi quest’ultima,  il trasferimento gratuito ai manager del Gruppo in quanto – come ha tenuto a precisare l’ultima rappresentante dei Campari – i gioielli di famiglia si regalano e non si vendono, non hanno minimamente indebolito questa visione imprenditoriale che ha invece saputo trarre nuovi stimoli da tutti questi cambiamenti.

 

La storia della Campari è così diventata  un caso aziendale di successo: da manuale di management (e non per niente alcuni nostri soci, eminenti professori di discipline economiche, non hanno perso l’occasione per raccogliere spunti e approfondire informazioni utili alla preparazione delle loro lezioni ).

Il Gruppo oggi si è altamente diversificato nell’ambito del mercato delle bevande alcoliche e di quello delle bibite soft; è presente in numerosi paesi con molti marchi di grande popolarità e ha stabilimenti moderni che adottano tecnologie produttive molto sofisticate. E’ infine approdato in borsa, dove ha avuto performances di assoluto rilievo e rilevanza. Un successo, come dicevamo, dell’imprenditoria italiana, il successo di un Gruppo che ha saputo svilupparsi a tassi che sono andati oltre alle più esplosive aspettative che caratterizzavano i temi futuristi così cari alla sua prima pubblicità. Una realtà industriale ed economica che – tra l’altro - ci fa particolarmente piacere essere rappresentata da un manager che è anche un nostro socio e amico.

 

Certo che in una serata come questa, al posto del solito prosecchino di aperitivo, ci sarebbe stato proprio bene un brindisi  a  Bitter Campari, ma sarà per un’altra volta…. 

 

Marco Tincati