Cronaca della conviviale n. 29 del 2 maggio 2005

Interclub coi RC Milano NordEst, Milano Arco della Pace e Milano Porta Venezia

 

Tema: Il Problema delle carceri in Italia

Relatore: Onorevole Roberto Castelli

 

Serata in grande stile quella odierna. Non solo per la fama del relatore, ma perché si tratta di un Interclub che coinvolge addirittura quattro club. Infatti, abbiamo per una volta abbandonato la sede storica delle nostre conviviali e siamo ospiti del Rotary Club Nord Est presso il Jolly Hotel.

 

L’eccezionalità della serata si nota subito all’ingresso per l’affollamento della hall e scopriamo che, oltre al nostro Interclub, si sta svolgendo in contemporanea anche la conviviale di un altro club. E’ un’ottima opportunità da cogliere per poter usufruire di un doppio aperitivo e fare confronti fra le diverse qualità degli stuzzichini.

 

La presenza dei nostri soci è massiccia e le assenze sono poche ma sfortunatamente qualificate ed infatti Dario scopre che nessuno dei nostri “bollettinari” storici è presente. In cerca di un cireneo che si presti alla bisogna, si rivolge al sottoscritto che cerca di mettere in evidenza i propri limiti letterari ma poi accetta per spirito di servizio. D’altronde, anche questo è un “service” rotariano, o no?

 

Sentendomi come quel (oggi) famoso calciatore juventino (conoscete tutti, credo, la mia fede calcistica) che venne catapultato in prima squadra con l’appellativo di “riserva della riserva” mi armo di un attrezzo scrivente e mi accingo alla bisogna.

 

Con l’arrivo dell’onorevole Ministro nella sala affollata e rumorosa, la serata inizia con il saluto alle bandiere, sia quelle rotariane dei quattro club (tutte diverse fra loro per colori e loghi) sia quella nazionale e dell’Unione Europea. Al mio tavolo mi fanno osservare che la bandiera italiana è così ripiegata su se stessa che si vede solo il colore verde. Che sia un omaggio involontario al partito del Ministro?

 

Trattandosi di Interclub, non vi sono informazioni rotariane e perciò il presidente del Nord Est augura direttamente a tutti buona cena. Sarà (speriamo) anche buona, ma certo non tempestiva perché passano quaranta minuti prima di essere serviti (rivalutiamo la nostra Terrazza!) e nel frattempo i commensali ingannano l’attesa mangiando pane e bevendo acqua, in perfetta sintonia con il tema della serata.

 

Terminato il piatto unico, alle ventidue si dà la parola all’onorevole Castelli il quale, ovviamente, non necessita di presentazioni. Il ministro esordisce ricordando i suoi trascorsi di appartenenza al Rotaract, senza spiegarci perché non ha voluto proseguire nella carriera rotariana, e si appresta a svolgere il tema della serata dopo aver pasticciato un poco per iniziare la proiezione di alcuni lucidi che sintetizzano la situazione delle carceri in Italia attraverso alcuni numeri.

 

Numeri assai interessanti. Scopriamo così che i fondi destinati dalla Giustizia alle carceri sono passati da 5,2 miliardi di lire del 1992 a 15 miliardi di lire nel 2004, anche se da quest’ultimo dato andrebbero depurati 1,6 miliardi di lire di debito delle poste. Cosa significhi questa precisazione non è chiara, ma nessuno azzarda la domanda.

 

Il ministro prosegue nella sua presentazione con percentuali e cifre. Queste ultime rigorosamente in lire perché l’onorevole Castelli ammette di trovarsi più a suo agio con la vecchia moneta. Come lo comprendiamo!

 

La spesa per le carceri appare adeguata anche rapportata al PIL e a confronto con gli altri paesi europei ed è destinata a farsi carico di circa 58,000 detenuti, con forte incremento negli ultimi anni a causa particolarmente di reclusi extracomunitari. Purtroppo, circa il 30% dei detenuti è tossicodipendente. Il dato più sconcertante, però, è l’elevata percentuale, il 36%, di detenuti in attesa di giudizio. Il personale di polizia penitenziaria ammonta a circa 41,000 unità e questo dato ci pone al top della statistica europea.

 

Esauriti i numeri, il ministro si sofferma sulla situazione ambientale delle carceri e sui progetti per la costruzione di 23 nuovi penitenziari. Ci fornisce anche la sua impressione positiva della visita lampo e senza preavviso al carcere di Sulmona, di cui sono note le recenti cronache, esprimendoci il suo stupore per il numero di suicidi lì avvenuti e che non sono coerenti con la qualità della struttura, quasi un carcere modello.

 

Alla fine, con un “taglio” alla Martin Luther King (I have a dream) l’onorevole Castelli ci svela il suo sogno: costruire a Milano una cittadella giudiziaria al posto del famigerato San Vittore. Come in una visione, ci descrive un ideale grattacielo di cristallo che dovrebbe racchiudere tutti i servizi giudiziari, oltre alla casa di reclusione.

 

Terminata la sua esposizione, svolta con un linguaggio comprensibile e quasi familiare, ben distante dal “politichese” a cui siamo talora abituati dai suoi colleghi, il ministro invita a porgli domande su qualunque argomento attinente la sua funzione, non solo sul problema delle carceri.

 

I quattro presidenti di club sono i primi a cogliere questa opportunità, poi l’avvocato Dotti chiede notizie sui possibili sviluppi del caso Calipari e l’onorevole Castelli, in anteprima, assicura che non negherà l’autorizzazione a procedere contro l’ormai noto marine che ha aperto il fuoco contro l’auto dove viaggiavano i nostri connazionali in Iraq.

 

Seguono poi domande da parte di altri soci dei club e l’onorevole chiude la serata citando l’esempio della Telecom che ha istituito il proprio call center nel carcere di Bollate, auspicando che questo esempio di recupero sociale dei detenuti possa essere seguito anche da altri.

 

Si avvicina mezzanotte, dunque è ora di chiudere la lunga ma interessante serata e per il vostro “bollettinaro” di riserva è ora di riordinare le idee e cominciare a redigere la cronaca della serata affrontando questa nuova esperienza.

 

Alberto Giussani