Cronaca della conviviale n. 2 dell' 8 luglio 2013

Tema: Il processo di industrializzazione del Gruppo Zuegg

Relatore: Dott. Giovanni Maria Desenzani – DG Zuegg  

 

La liturgia della serata inizia, al solito, con l’aperitivo e il saluto alle bandiere; quindi Gildo dà il benvenuto a soci, coniugi e agli ospiti sottolineando come si sia “già arrivati” nientemeno che alla seconda conviviale dell’anno e il tutto “senza” intoppi. Quindi il buon appetito e la cena.

Dopo il gelato, a sfidare ulteriormente la glicemia della serata, Gildo passa la parola a Tito Zavanella per presentare il relatore di questa sera. Il dottor Desenzani ci parlerà infatti di prodotti dolciari ma, soprattutto, del successo di una concezione d’impresa che ha registrato una grande crescita negli ultimi anni, mantenendo ben saldi i propri principi imprenditoriali. Una storia molto bella – come dice Tito – che non si legge sui libri né sui giornali e che questa sera ci viene raccontata da uno dei suoi protagonisti. Fondata alla fine del diciannovesimo secolo, è rimasta di proprietà della famiglia Zuegg da cinque generazioni. E’ una di quelle aziende “sempreverdi” che negli anni sanno superare cicli economici, congiunture, crisi e quant’altro.  Il suo direttore ci spiega come la Zuegg abbia registrato il suo maggiore sviluppo soprattutto negli ultimi anni, seguendo un’espansione internazionale che ha portato l’apertura di stabilimenti in diversi paesi europei e una diversificazione di prodotto che ha affiancato alle produzioni più tradizionali quella delle preparazioni di frutta destinate all’industria dello yoghurt. Nell’ambito di questi due business, oltre un terzo del fatturato è di esportazione, mentre solo quindici anni fa la Zuegg era un’azienda ancora tipicamente domestica.

Alla base della sua strategia imprenditoriale la società pone la qualità del prodotto, l’efficienza della distribuzione e una grande attenzione al patrimonio umano. Sembra una strategia molto facile nella semplicità della sua enunciazione, ma tutti sappiamo come sia invece molto raro trovare organizzazioni capaci di coniugare efficacemente questi assets. La visione europea che è stata alla base dello sviluppo internazionale dell’azienda ha raccolto gli stimoli che le giungevano dal mercato per migliorare l’efficienza della distribuzione. Dal punto di vista organizzativo si è dotata di una struttura estremamente semplice, con una filiera di comando molto corta che le consente decisioni immediate e autonome. Infine, la sensibilità al prodotto e la fruit farm. Investimenti fatti per facilitare lo sviluppo agricolo dei loro fornitori su particolari qualità di frutta, ottimali per le preparazioni alle quali sono destinate; un bel passo avanti rispetto a quando l’industria conserviera si poneva come utilizzatrice delle eccedenze agricole.

Ricco question time con domande di Letizia Andreotti, Nicolosi, Bramani, Gambel e Giussani che hanno toccato aspetti diversissimi tra loro: dall’origine famigliare dei fondatori, alle motivazioni dell’internazionalizzazione verso la Russia, alle tecniche di selezione del management. E ancora, come si sono avvicendate le diverse generazioni al comando dell’azienda o come sono state affrontate le sue necessità finanziarie.

Infine i saluti e – con la campana rituale - l’arrivederci a lunedì prossimo con l’Assemblea.

Marco Tincati