Cronaca della conviviale n. 21 dell' 8 maggio 2013

Tema: “Etiopia tra storia e modernità”

Relatore: ing. Pietro Ravetta

 

Ci sono persone che hanno la capacità, o la fortuna (o magari tutt’e due) di unire, all’utile di un lavoro interessante e di sicuro prestigio, il dilettevole di viaggiare in luoghi non banali; mete spesso al di fuori dei flussi turistici più sfruttati, ma non per questo privi d’interesse storico, etnico e artistico. E’ questo il caso del nostro Piero che, invece di professare il suo mestiere
d’ingegnere nell’intorno di qualche distretto industriale del vecchio occidente, si è spinto sin nel cuore dell’Africa Orientale. Tra le belle foto che ci ha proposto questa sera, nessuna lo ritrae con il casco coloniale, gli stivali da cavaliere motociclista, il frustino scacciamosche e un trofeo di caccia sullo sfondo, ma siamo sicuri che – in cuor suo – un po’ di quella sindrome da esploratore che ha sempre fatto sognare i ragazzi di tutte le età e di tutto il mondo sia una presenza costante nei suoi viaggi di lavoro.

Causa la temporanea indisponibilità di Luigi, la serata inizia con l’assunzione della presidenza vicaria da parte di Toti. Dopo aver sottolineato come la sua supplenza sia il frutto di una spartizione di potere tra lui e lo stesso Piero, l’altro VP d’estrazione interista che non poteva evidentemente assumere sia il ruolo di presidente che di relatore della serata, Toti saluta i coniugi, gli ospiti e tutti i soci. Poi, dopo aver raccomandato di partecipare numerosi al prossimo Congresso e all’Assemblea distrettuale, dà il buon appetito a tutti.

Dopo la cena prende la parola Piero che, con l’ausilio di un “power point” ingegneristicamente ineccepibile e corredato di tantissime immagini suggestive, ci racconta la “sua Africa”.

Dapprima l’inquadramento geografico e storico di un paese che ha avuto un passato antico e poco conosciuto. Basti pensare che, dal punto di vista etnico, l’Etiopia può vantare addirittura la nascita del genere umano. Pare, infatti, che il primo uomo ad abbandonare gli usi scimmieschi (ma non l’ultimo visto che abbiamo ancora oggi numerosi esempi di nostalgici di tali comportamenti) sia stato in realtà una donna.
Chiamata Lucy dagli archeo-antropologi che ne hanno ritrovato lo scheletro proprio in Etiopia, la progenitrice di noi tutti viveva in questa zona dell’Africa oltre tre milioni di anni fa. E chissà quali sarebbero state le sue reazioni se avesse saputo del ruolo poi assegnatole dalla scienza.

In tempi storici (primi secoli a.c.) l’attuale l’Etiopia vide la nascita e lo sviluppo del regno di Axum, un importante tramite commerciale tra l’oriente e le civiltà del Mediterraneo, che estese la sua influenza sino all’Arabia meridionale. Poi, intorno a VI secolo, si ebbe la cristianizzazione del paese per opera di due predicatori siriani (Edeso e Frumenzio), con la conversione dello stesso re Axumita Ezam; questa trasformazione ebbe un grandissimo impatto storico e culturale tanto che, ancora oggi, l’Etiopia rappresenta una realtà cristiana ortodossa in un continente ampiamente islamizzato, con testimonianza artistiche importanti come gli affreschi delle chiese copte.

Molto più tardi, dopo l’isolamento cui la costrinse l’espansione araba, la storia recente vide il Paese diventare oggetto delle mire imperiali italiane con le guerre coloniali, l’Abissinia e il Nilo blu dove, come recitava una famosa canzone dell’epoca, notoriamente si è persa la virtù, ecc. ecc.

Poi vennero gli inglesi e la ripresa del potere da parte del Negus. Quindi, ancora, le dittature militari che governarono sino a pochi anni fa: tra il 1987 e il 91, quella probabilmente più violenta, con Menghistu e il suo vassallaggio alla politica sovietica.

Ora è una repubblica federale anche se non proprio una democrazia come l’intendiamo noi…

Tra le curiosità il loro calendario, derivante da quello introdotto dalla chiesa egiziana e normalmente utilizzato nel Paese nonostante le differenze con quello “occidentale” e, di grande interesse artistico, le chiese copte stranamente scavate al di sotto del terreno anziché erette verso il cielo.

Paese molto povero, che esporta pochi prodotti agricoli come il caffè e il kat,tha però un bene alquanto prezioso in Africa: la disponibilità idrica, sulla quale si stanno creando importantitcentrali elettriche che potrebbero contribuire a risollevare parzialmente la sua economia.centrali elettriche che potrebbero contribuire a risollevare parzialmente la sua economia.a sua economia.

Tante le informazioni interessanti che Piero ci ha passato questa sera e che ci hanno fatto viaggiare nel tempo e nello spazio; l’ora tiranna fa suonare la campana lasciando poco spazio alle domande ma chissà che qualcuno, catturato dal mal d’Africa e stimolato dalla serata, non stia nascostamente accarezzando il progetto di una vacanza in un paese così particolare.

Marco Tincati