Cronaca della conviviale n. 10 del 19 novembre 2012

Tema: "La Marchesa Luisa Casati collezionista e mecenate

Relatore: dott.ssa Floriana Conte

 

Ci sono, nella storia, figure di uomini e donne le quali, anche se poco note ai più, hanno vissuto vite assolutamente fuori dall’ordinario, ricche di esperienze umane e culturali veramente uniche.  Se non ci fosse il costante lavoro di biografi e ricercatori che studiano e raccontano queste esperienze, molto andrebbe perduto. La Dottoressa Conte, nostra relatrice di questa sera, ha – per l’appunto - approfonditamente investigato la vita e le scelte artistiche di un personaggio che ha rappresentato una testimonianza assolutamente emblematica dell’arte e della società del novecento: la marchesa Luisa Casati.

Il curriculum della nostra ospite, è indubbiamente di grande spessore: innanzitutto una provenienza salentina DOC (per altro apertamente certificata dai Coluccia che del Salento sono i notabili pubblicamente riconosciuti) e la laurea presso l’omonima Università; poi il dottorato alla Normale di Pisa e i numerosi e prestigiosi incarichi presso istituti di ricerca internazionali. In particolare sta appunto terminando una ricerca di ampio respiro sulla vita e le collezioni di Luisa Casati e la grande quantità di documentazione raccolta sarà presto pubblicata in un suo prossimo libro, del quale ci darà questa sera un’interessante anticipazione.

Ma andiamo per gradi. La serata inizia con la prolusione di Luigi che saluta ospiti e coniugi e segnala i compleanni in scadenza. Il Presidente ci ricorda poi i prossimi impegni, tra cui la nostra assemblea, e la programmazione di un interclub che vedrà l’intervento di Peter Johannesen, nipote di Amundsen e lui stesso esploratore e viaggiatore di grande esperienza.

Poi la cena, dal menù tipicamente lombardo e in piena armonia con il personaggio della serata; e finalmente, dopo l’introduzione di  Ethel Serravalle che l’ha presentata con la doviziosa competenza che ben conosciamo, la parola viene passata alla nostra relatrice.

Personaggio veramente singolare questa “divina marchesa”: rampolla di una famiglia lombarda molto agiata, sposò agli inizi del secolo scorso il marchese Casati Stampa, un breve matrimonio dal quale nacque la figlia Cristina.

Ebbe una lunga relazione con D’annunzio che, oltre a contrassegnare gran parte della sua vita sentimentale e le sue scelte artistiche, diede grande scandalo contribuendo non poco alla fama di trasgressiva eccentricità di cui amava circondarsi.

Grandissima collezionista di sé, volle diventare essa stessa un’opera d’arte variamente raffigurata dai maggiori artisti del novecento. Artisti che comunque sceglieva con  attenzione e con riguardo alla moda e alla loro notorietà sociale. Particolarmente famoso rimane, ad esempio, il suo ritratto dipinto da Boldini, in nero, viola e levrieri. Donna di temperamento eccentrico, era solita mostrarsi in pubblico con pitoni vivi al collo e ghepardi al guinzaglio. Fu musa ispiratrice di molti futuristi come Marinetti, Depero, Boccioni e Balla. Attorno a sé riunì i maggiori artisti europei degli anni Venti e Trenta, da D’Annunzio (che la soprannomina Corè) a Cocteau, Man Ray, Cecil Beaton, Boldini ad Augustus John, dei quali è stata mecenate e, spesso, amante. Autentica maga dei travestimenti riusciva a rappresentare il massimo della modernità più ribelle della sua epoca. A un certo punto della sua vita si trasferisce a Venezia, dove acquista la famosa residenza Venier dei Leoni e ne fa la sede delle feste più sfrenate ed eterodosse del momento. Le spese folli la porteranno poi a un declino economico che la vedrà morire in povertà a Londra nel 1954.

Molte opere originali che la raffiguravano nelle pose e nelle coreografie più diverse sono andate purtroppo perdute: numerose illustrazioni vennero però pubblicate su riviste d’arte e di moda del tempo, così che l’iconografia che la riguarda è comunque ricca e accessibile. Insomma, un gran personaggio per molti versi inimitabile, ma soprattutto un’antesignana dei comportamenti eccentrici e trasgressivi, per i quali possiamo solo immaginare lo “sdegno” allora generato nella società di quel tempo.

E’ però importante – come ribadisce infine la nostra dotta ospite – restituire la marchesa Luisa Casati alla sua epoca, sottraendola alla mitologia o all’aneddotica e, invece, storicizzandola come importante figura di collezionista italiana di arte contemporanea prima della seconda guerra mondiale.

Poco lo spazio lasciato alle domande, anche perché l’ora si è fatta piuttosto tarda (Nicolosi è comunque riuscito a porne una in extremis) e la campana di Luigi s’affretta a sancire la buona notte e l’arrivederci alla prossima volta.

 Marco Tincati