Cronaca della conviviale n. 19 del 18 marzo 2013

Tema: "A 70 anni dalla sconfitta italiana: dalla guerra parallela all’armistizio dell’ 8 settembre

Relatore: Prof. Maurizio Magri

 

Non per essere irriverenti ma, questa sera, abbiamo avuto la riprova di come  - per molti versi - sia più facile per il Paese andare avanti senza un governo piuttosto che, per il Giardini, senza Luisella. Bloccata a letto dall’influenzaccia del momento (per cui le facciamo tutti gli auguri del caso) l’assenza della nostra segretaria si è fatta sentire, costringendoci a un’autogestione alla quale non siamo assolutamente abituati; il tutto acuito anche dal fatto che, questa sera, abbiamo dovuto - seppur temporaneamente - cambiare sede, spostandoci al President di via Tarchetti.

Dapprima – durante l’aperitivo - il Presidente ha freneticamente cercato di annotarsi l’elenco dei coniugi da salutare durante la sua prolusione con l’evidente preoccupazione di dimenticarsi di qualcuno. Poi “l’imperdonabile” mancanza dell’elenco dei compleanni, per cui gli sfortunati colleghi “nati” questa settimana sono stati privati degli auguri.

Ma è stato quando Aldo (Nicolosi), nel volonteroso intento di supplire all’indisponibilità del tradizionale modulo circolare, ha improvvisato (in un banale formato A4)  l’elenco manoscritto dei partecipanti, passandolo poi con improbabile leggiadria tra i tavoli per raccogliere le firme, che l’assenza di Luisella è stata particolarmente sentita.

Scherzi a parte, ce la siamo invece cavata e la serata è stato un successo anche per l’interesse destato dall’argomento storico trattato in maniera assolutamente rimarchevole.

Dopo la campana – solo virtuale – il saluto del Presidente a tutti gli intervenuti e un particolare bentornato a Gildo, che ha ben superato la momentanea impasse di salute, ed è ora pronto ad assumersi le responsabilità da incoming. Poi la cena e la parola passa a Renato che ci presenta il relatore della serata.

Si sa che ai rotariani gli argomenti storici piacciono e questa sera, con una presenza qualificata come quella del prof. Magri, ce la siamo proprio goduta.

L’argomento è intrigante e il relatore molto preparato. Con un’oratoria fluida e chiara il nostro ospite ci dipinge l’affresco della situazione politica – economica – sociale (e militare) che ha portato l’Europa e il mondo alla tragedia della seconda guerra mondiale.

Propone anche un punto di vista non usuale sulle motivazioni dell’aggressività nazista, al cui inseguimento il nostro Paese è poi stato trascinato in maniera forzosa e tragicamente inadeguata.

Ma ci ha fatto anche riflettere su come la neutralità iniziale dell’Italia fosse una condizione molto difficile da mantenere in un contesto di dipendenza energetica (anche allora) quasi totale dal carbone tedesco; e poi, ancora, come la repentina caduta della Francia rischiasse di lasciare alla Germania il pieno potere sul continente Europeo.

In questo scenario, le pesanti ipoteche del Reich sulle colonie francesi dell’Africa settentrionale avrebbero definitivamente compromesso il disegno mussoliniano di un mediterraneo assoggettato all’Italia.

Infine, ma non ultima, ha posto l’accento sulla causa principale della sconfitta italiana (termine che – chissà perché – viene spesso rifiutato dai più) ascrivibile alla profonda disorganizzazione del Paese e dei suoi apparati militari, politici e produttivi, che hanno fatto dell’Italia un alleato subito più che voluto dalla Germania nazista.

Insomma una lunga esposizione che ci ha fatto andare oltre i tradizionali orari rotariani, ma della quale nessuno si è minimamente lamentato. Anzi le domande sono state numerose (Fraschini, Lucilla Colombo, Boniello, Gambel) e altre ce ne sarebbero state se l’ora tarda non avesse imposto di terminare la serata.

Prima dei saluti e del tocco di campana (sempre virtuale), prende ancora la parola il presidente (o la presidente, o la presidentessa, mah!) dell’Inner Wheel, Maria Grazia Petyx, per ricordarci l’importante interclub della prossima settimana sulla conflittualità e la violenza all’interno della famiglia, argomento che – purtroppo – continua ad essere di triste attualità.

 Marco Tincati