Cronaca della conviviale n. 27 del 17 giugno 2013

Tema: "Nuovi Distretti e Formazione Rotariana

Relatori: Marco Milanesi e Alberto Ganna

Serata assolutamente introspettiva quella di oggi, con un Interclub che ospita numerosi “rotariani che contano” per parlare di formazione e nuovi distretti ma anche, inevitabilmente, di Rotary in senso più lato.

Doveroso innanzitutto ricordare gli ospiti della serata: il Governatore Marco Milanesi, il Formatore Distrettuale Alberto Ganna, il Past Governor Andrea Oddi, l’Assistente del Gruppo3 Nazareno  Pettinari.

Tutto inizia con i saluti congiunti dei due Presidenti, Gernia e Colombo, ai soci e agli ospiti e poi, ancora, con gli auguri ai compleanni dei due club. Con l’occasione Luigi comunica che la nostra Rita ha recentemente ricevuto dal Distretto la quarta PH a 5 stelle; forse era invece la quinta onorificenza a quattro stelle, ma quel che importa è che la nostra incredibile amica ha ormai un medagliere da far invidia a un generale russo d’altri tempi e il suo brillante luccichio si riflette un po’ su tutti noi. Tra gli applausi della platea giunge poi - ferale – la notizia del blocco dell’aria condizionata e solo la conseguente dispensa presidenziale a togliersi la giacca riesce a calmare i temperamenti più caldi.

Ma veniamo alle cose serie. Dopo la cena prende la parola Alberto Ganna il quale, dopo aver salutato in particolare due vecchi amici, Oddi e il nostro Attilio, ci relaziona sull’attività di formazione distrettuale da lui svolta negli ultimi tre anni. Ultimamente ci si accalora molto, in ambito rotariano, sui problemi di comunicazione: sia questa esterna, in termini cioè d’immagine pubblica del nostro club, sia interna derivante dalla non sempre facile accettazione dei nuovi soci da parte dell’establishment storico. La ragione di ciò rimane, secondo il nostro relatore, la scarsa conoscenza della nostra associazione da parte di molti rotariani. Spesso cioè non si conosce abbastanza quale sia il nostro “oggetto sociale”.

Negli ultimi mesi il nostro Distretto ha perso oltre 600 soci e, tra questi, la maggioranza si era unita al Rotary solo negli ultimi anni. La crisi di effettivo interessa tutto il mondo occidentale mentre, in oriente, il Rotary cresce molto bene, tanto che gli ultimi Presidenti internazionali sono appunto di provenienza asiatica. Questa scarsità di conoscenza dipende da almeno quattro ragioni: l’assenza di una formazione preventiva, la mancanza di conoscenza di cosa significhi far parte del Rotary, la mancanza di un’adeguata accoglienza dei nuovi soci e l’assenza di formazione continua. Onore quindi ai Presidenti del Giardini e del Sud Ovest che si sono esposti organizzando l’interclub di questa sera. Non è certo facile spiegare a un nuovo socio cosa sia il Rotary, si può però parlare dei suoi valori: il service, la fellowship, la diversity, l’integrity, la leadership. E poi, ultimo ma non meno importante, la continua rotatività della sua classe dirigente. Ganna termina ricordando i numeri della formazione del Distretto e con uno speciale ringraziamento a Michele Cimino che ha messo a disposizione l’organizzazione del SIAM.

Prende quindi la parola il Governatore Marco Milanesi. Esordisce affermando che non si può parlare di Rotary senza ascoltare e dare voce a chi si pone delle domande, ragione per cui, vuole lasciare molto spazio agli interventi. La riorganizzazione dei Distretti è ormai in atto da anni e quindi le ragioni di efficienza e di riduzione della burocrazia che l’hanno motivata dovrebbero essere ormai assodate e acquisite da tutti.

Dal punto di vista operativo è stata costituita una task force che definisca i criteri di questa nuova organizzazione: a partire dalle aree geografiche sono stati esaminati gli ultimi cinque anni di progettualità dei singoli club e quest’ultimi sono stati quindi riaggregati in funzione della loro naturale propensione alle varie tipologie di service. Si è cercato di bilanciare anche la loro forza relativa affinché – nell’ambito dei diversi gruppi -  i più forti aiutassero i più deboli a crescere e a meglio strutturarsi. Poi sono state analizzate le procedure operative e le attività con associazioni, come i programmi per i giovani, il Rotaract, il Ryla ecc. Ma sarebbe riduttivo parlare della ristrutturazione in termini di solo miglioramento gestionale. Si è voluto soprattutto costruire insieme qualcosa di nuovo, superando criteri meramente territoriali. A questo proposito pensiamo che la Lombardia rappresenta la più grande realtà del mondo in termini regionali e i suoi tre Distretti ritraggono una realtà di enorme potenziale, tanto maggiore quanto questi sapranno collaborare tra loro.

E’ una nuova visione d’insieme quella che deve guidare tutti noi, un approccio trasversale rispetto alle precedenti piccole aree d’intervento. Solo in quest’ottica possiamo diventare veramente referenziali per le Istituzioni, interagendo con i loro massimi livelli per sviluppare progetti di ampio respiro. Non si può più fare Rotary come una volta, con cene settimanali tra amici che mettono mano ogni tanto al portafoglio per sollevarsi la coscienza: non funzione più così. Ora ci si deve metter in gioco personalmente, se no quale senso avrebbe ribadire i valori della diversità e dell’eccellenza nelle professioni nei quali crediamo così tanto? La convivialità è una cosa bellissima e sacrosanta ma non può essere fine a se stessa.

Dobbiamo essere convinti che entrare nel Rotary è sostanzialmente fatica. Se non ne siamo consapevoli e accettiamo questa realtà allora è inevitabile l’abbandono. Come abbiamo visto negli ultimi anni il numero di rotariani è rimasto uguale ma questo vuol dire che sono entrati (e anche purtroppo) usciti dal Rotary oltre un milione di persone!

Poi il question time. Una prima considerazione che giunge dalla platea ricorda che se è vero che il Rotary va conosciuto, è altrettanto vero che non basta conoscerlo ma va anche praticato. Quindi Nicolosi si chiede invece perché i giovani – pur attivi socialmente - si tengano lontani dal Rotary. Milanesi risponde chiedendosi a sua volta perché mai un giovane (sotto i quarant’anni) dovrebbe essere interessato a partecipare a riunioni che durano un paio d’ore, dove spesso ci sono posti a tavola “riservati”, per ascoltare qualcuno con il quale potrebbe interloquire direttamente dal suo pc utilizzando i vari strumenti di social network. Per fare del “semplice” volontariato sarebbe molto meglio unirsi ad associazioni che lo fanno in maniera esclusiva. Oltretutto non è necessario aver dimostrato particolari abilità professionali, ma solo quelle funzionali ai compiti da svolgere; inoltre non è nemmeno richiesto essere amici degli altri. Citando Rita, Milanesi ricorda il sogno di Paul Harris che voleva il fornaio accanto al banchiere, ma ognuno di loro doveva esprimere i massimi livelli di professionalità e di etica nel proprio campo. Quindi noi siamo fondamentalmente diversi dalle altre associazioni ed è solo se riusciremo a far capire queste differenze che i giovani si avvicineranno di nuovo al Rotary. Non dobbiamo rinunciare alla nostra elitarietà che non è assolutamente intesa come aristocrazia. E’ un’elite di capacità professionali e non di esclusività.

Poi è la volta di Ottavio, che sottolinea il suo grande amore per il Rotary ma anche le grandi critiche che ha in serbo per esso. In particolare rileva la nostra grande incapacità di comunicare e che, a suo avviso, affligge in maniera particolare i rotariani rispetto ad altre analoghe associazioni. La risposta del Governatore è molto precisa: secondo lui è stato, infatti, il capitalismo filantropico di questi ultimi anni che ha dimostrato, inequivocabilmente, quanto la disponibilità di mezzi comunicativi importanti faccia la differenza. Ma questa non è la funzione primaria del Rotary e mettere troppe risorse in comunicazione, vorrebbe dire distogliere mezzi utili alla nostra operatività. Non per niente, come ricorda ancora a questo proposito Ganna, è stato proprio in seguito a precise scelte di comunicazione che la Fondazione Rotary ha deciso di concentrare la co-finaziabilità ai progetti di valenza strategica come Polio, Alfabetizzazione, Acqua, Sviluppo Economico e ha volutamente escluso - per esempio - il campo dei restauri delle opere d’arte.

Poi altre domande da Fraschini, Rizzoni, Gambel e altri: tutti interventi che esprimono comunque un’innegabile e diffusa perplessità circa le nostra reali capacità di comunicare, sia esternamente che internamente ai nostri clubs.

In conclusione il Governatore ci esorta a fermare la progressiva perdita del Pathos rotariano che stiamo tutti vivendo e cercare di ritrovare lo spirito fondativo del Rotary di un tempo: in altre parole, sappiamo cosa dobbiamo fare, facciamolo (e ogni riferimento al “decreto del fare” dell’attuale Governo è – evidentemente – puramente casuale…)

Poi la campana, i saluti e le rituali effusioni di fine serata.

 Marco Tincati