Cronaca della conviviale n. 2 del 10 settembre 2012

Tema:“ I miei 60 anni in RAI”

Relatore: Antonio Lubrano

 

Terminato il lauto pasto, il Presidente deve chiedere più volte l’attenzione della sala che, gioendo ognor per la corresponsione di amorosi affetti che permea il nostro Club, satolla di cibo ma non di chiacchiere, continua imperterrita con i classici discorsi del post-ozio estivo (attenzione! il Franzoso, noto come Michel, corre il rischio di essere bloccato nel futuro con museruola post-pastum). Però il nostro Luigi, forte di albionico applomb ed italica tenacia, riesce a richiamare gli astanti (tranne, ahimè, il Franzoso) alla quiete ed a permettere che si possa dare inizio al “clou” della serata con Antonio Lubrano.

E’, quindi, il momento degli isolani, con il siculo Nicolosi che introduce l’ospite  procidano ricorrendo alla classica frase: “Mi manda Nicola D’Amico a far da Virgilio al paladino dei diritti del cittadino e del consumatore”. In queste poche parole, infatti, si può concentrare la notorietà di Antonio Lubrano, da tempo padre per antonomasia della cosiddetta “TV di servizio”, noto al vasto pubblico per le sue trasmissioni televisive “Diogene, Mi manda Lubrano (poi Mi manda RAI TRE), Sportello di UNOMATTINA, Noi Cittadini su TELENOVA e per il suo molto frequentato Blog.

Abbiamo domande insolute che tormentano la nostra esistenza malversata dalla burocrazia? Soffriamo per le truffe? Riteniamo che ci sia stato negato un diritto?
Se non è più il caso di subire piccole o grandi ingiustizie, allora è il momento di ricorrere a Lubrano.

Infatti, da molti anni Antonio Lubrano combatte questa realtà opprimente, tipica del buio medioevo nel quale ci siamo cacciati con la nostra burocrazia ed italica arroganza, a colpi di informazione corretta, documentata e puntuale, fornendo un servizio “pubblico” nel senso più ampio del termine. Poiché la nuova Direzione RAI, per procrastinare se non evitare l’inevitabile bancarotta dell’Ente, ha deciso d’intraprendere un cammino di drastici tagli di spesa, operando ovviamente in primis ove non avrebbe urtato né la “sensibilità sindacale” né quella dei politici, la rubrica di UNOMATTINA è stata chiusa ed al nostro paladino è rimasto soltanto il servizio in rete nel blog di Communicagroup.it, intitolato (ovviamente) Lubranorisponde.info .

Antonio si è presentato con modi schietti e diretti, intervallando con qualche gustoso episodio e sagace battuta – da buon procidano – il suo intervento, intrattenendo la sala con il ripercorrere i punti salienti della sua carriera nata e vissuta nel mondo del giornalismo e dello spettacolo. Inizia, però, con un fallo, ritenendo (dopo uno sguardo agli astanti) d’essere il meno giovane della sala con i suoi ottanta anni. Con ciò cade nella “trappola Faraone”, dal momento che il Toti ha trovato l’elisir della giovinezza continuando a mostrare di non aver ancora raggiunto i settanta.

Come ben avveniva negli anni ’50, Antonio si è formato in Napoli all’arte da “clandestino in tipografia”, prendendo poi buona nota della risposta del suo datore di lavoro “a gratis”, avaro nel fargli vedere qualche lira o ventilargli una parvenza d’assunzione. Infatti, un giorno il desso, accennando ad un suo redattore 50-enne mollemente adagiato su una comoda sedia, referente della marginale rubrica di cronaca mondana “La mostra del canarino”, disse: ” O’ vedite a chille? Quanno more, voi trasite! ”. Frase cruda e folkloristica, che però traccia la carriera di Antonio che, emigrato a Roma, trova lavoro in RAI ed inizia la sua fortunata e proficua carriera, che passa dall’attività di cronista a quella di presentatore oltreché d’ideatore di spettacoli d’intrattenimento e di scrittore.

Nato professionalmente in RAI, Antonio copre diversi ruoli nelle varie reti, da cronista a presentatore, sempre a contatto con il pubblico. Si separa da RAI per un breve periodo, cedendo alle lusinghe di Cecchi Gori per la direzione del TG di Telemontecarlo e della rubrica Candido, ma che lascia quando si accorge che le mire ed interessi del suo datore di lavoro erano rivolti più alla Marini ed al corteggiamento politico mirato che non all’informazione. Lo rivediamo, quindi, in RAI con il programma ALL’OPERA e con la sua attività di difesa dei consumatori, cessata ivi solo di recente, ma tuttora continuata con il suo Blog.

Chiamato infine dall’auditorio ad esprimere il suo parere sulla situazione in RAI e sull’ermetismo/bizantinismo dell’attuale linguaggio giornalistico che ivi si esercita, le risposte di Antonio sono lapidarie: ”La RAI ha falsato da tempo la sua vera missione di servizio al pubblico tramutandosi in TV commerciale, in uno scenario ove essa combatte con truppe cammellate contro la corazzata Mediaset” e “ Non esistendo più una scuola di giornalismo, i giornalisti non parlano più con e per il pubblico, ma essenzialmente con e per il politico che li ha posti in RAI. La loro cronaca non si origina dalla “pancia”, ma è fatta da pure espressioni verbali rivolte essenzialmente al politico di turno.”

Con queste ultime considerazioni Antonio Lubrano ci lascia, facendoci rimpiangere i tempi di Carosello e del Teatro di Edoardo, adesso soppiantato da fiction di larga audience quali “Tempesta d’Amore” (oltre la 400 centesima puntata televisiva) o dalle “atomiche mano-mazzate e calci ruotanti” di Walker Texas Ranger.

Al nostro Presidente non resta che ringraziare Antonio con la consueta pergamena e la rotariana pen-driver (è la penna-memoria elettronica per computer di bosiana memoria) con la storia del nostro Club.

 Aldo Nicolosi