Cronaca della conviviale n. 26 del 10 giugno 2013

Tema: "La nuova area metropolitana

Relatore: ing. Cesare Vaciago

 

Ma poi vegnen chi a Milan. Il relatore di questa sera non se ne avrà certamente a male se ricorriamo a D’Anzi per sottolineare il suo ultimo successo professionale. Eh sì, perché l’ing. Vaciago è un torinese DOC, personaggio grandemente rappresentativo della sua città, che ha ricoperto incarichi prestigiosi nell’ambito dell’organizzazione comunale e di diversi enti e società pubbliche e private. Ora l’ultima notizia dataci in diretta da Luigi, è la sua nomina a Direttore del Padiglione Italia all’Expo 2015. Un’escalation importante che ci fa sperare nell’auspicata accelerazione di questo progetto, la cui importanza per la nostra città è assolutamente prioritaria.

Il Presidente ha, come il solito, aperto la serata con i saluti a ospiti e coniugi e gli auguri di compleanno. Ci ricorda poi la visita del Governatore di lunedì prossimo e il successivo appuntamento del 24 Giugno con il passaggio delle Consegne al governo Gildo. Poi, prima delle libagioni rituali, ci racconta del successo raccolto dalla nostra Rita ai recenti incontri distrettuali; durante tale convegno Rita ha infatti brillantemente ricordato i tempi storici del Rotary in Italia ricevendo, soprattutto dai giovani, chiare manifestazioni di autentico interesse. Un mazzo di rose bianche offertole dal Presidente è stato il piccolo ma sincero ringraziamento alla nostra amica per la sua instancabile attività di testimonianza del Rotary (e del conseguente prestigio riflesso di cui può fregiarsi il nostro club).

Dopo la cena Luigi riprende la parola per presentare il ricco curriculum del nostro relatore che – come si diceva più sopra – è un profondo conoscitore dell’organizzazione di regioni, provincie e comuni. E poiché il piano di creazione delle nuove Aree Metropolitane rimane un argomento di assoluta attualità (anche rotariana vista trasformazione del nostro Distretto), nessuno meglio di lui poteva relazionarci in merito. Inizia con la storia di Torino quando, in un’Italia neo costituita e in seguito al trasferimento della Capitale del regno a Firenze, il sindaco di allora (che rispondeva all’operettistico nome di Luserna di Rorà) aveva emesso un ordinanza, o meglio una determina, secondo la quale la città doveva reagire al “declassamento” trasformando – tra l’altro - i suoi numerosi uffizi in altrettanti opifici. Da lì la storia è nota: 500 operai nella Torino del 1860 e 600.000 un secolo dopo.

Poi il ridimensionamento dato dalla deindustrializzazione; a questo declino, in parte  causato anche dalle contingenze internazionali, Torino si è opposta con il programma che la sta trasformando – secondo le parole del suo sindaco - in città turistica, di scienza, ricerca e tecnologia. La città, anche grazie alle Olimpiadi invernali del 2000 – che hanno rappresentato la famosa “botta di fortuna” che sostiene i piani strategici più arditi, è ora un brand internazionalmente riconosciuto e quarta in Italia per numero di turisti. Una realtà molto diversa rispetto a Milano, città tipicamente polifunzionale che - da questo punto di vista – si pone all’estremo opposto dalla monocratica Torino.

Ma, anche qui, abbiamo la nostra “botta di fortuna” che potrebbe catalizzare un nuovo sviluppo cittadino: l’Expo 2015. Sono infatti attesi per questa manifestazione oltre 22 milioni di visitatori; un colossale afflusso di turisti che – se ben preparato – sconvolgerà, la percezione di Milano e dell’Italia intera nel mondo. E’ però importante ricordarsi che per organizzare bene un evento così complesso deve esserci sul territorio un governo che lo governi. In Italia il potere locale è diffuso su oltre ottomila comuni, riuniti in provincie a loro volta raggruppate in Regioni: un sistema che lo rende assolutamente evanescente. E’ per tale ragione che  - nello spirito della loro costituzione - le previste otto città metropolitane dovrebbero assorbire le competenze delle Regioni e delle Provincie. Si sta ancora molto discutendo su questi aspetti ma resta inderogabile la necessità di cogliere pienamente il “treno” dell’Expo, vera grande opportunità per assicurare nuova crescita al Paese.

Luigi ringrazia per l’interessante trattazione e apre il question time con la domanda di  Brandolese, che interpreta la perplessità di molti di noi. Se cioè – nonostante tutto – si possa essere fiduciosi sul successo dell’Expo o se, invece, non resti che abbandonarsi a un comodo ma anche ben più realistico pessimismo. Molto confortante giunge la risposta del nostro relatore che riafferma la sua assoluta convinzione che stia per nascere una grande stagione per il nostro Paese anche se – per il momento – giornali e pubblica opinione non ne sono ancora coscienti. Ancora qualche considerazione sulle città metropolitane e poi - dopo il conferimento del fenion del Giardini al nostro ospite - la campana del Presidente segna la fine della serata.

 Marco Tincati