Cronaca della conviviale n. 8 del 24 ottobre 2011

Tema: Energia e grandi Players

Relatori: dott.Francesco Taranto

 

Bisogna dare atto a Sandro e al suo Consiglio di aver schedulato in questa prima parte del suo anno presidenziale un bell’avvicendamento d’interventi.

Una serie di temi  variegata e coinvolgente che, questa sera, ci porta a riflettere su un argomento di grandissima attualità. Attuale e interessante, sia dal punto di vista della sua importanza economica che, forse a maggior ragione, per quanto riguarda i molti degli aspetti connessi con lo sviluppo del nostro futuro di pianeta globalizzato.

Dalle problematiche connesse con il mestiere di direttore d’orchestra della scorsa settimana, passiamo così, questa sera, a trattare dell’energia e di come questa risorsa fondamentale per lo sviluppo di tutta l’umanità sia gestita dalle grandi compagini economiche.

Diciamo subito che si è trattato di un’esposizione caratterizzata da un’implicita “dichiarazione d’interesse” da parte del nostro relatore. Il dott. Taranto, infatti, nella sua qualità di consigliere di ENEL e di ENI, è sicuramente parte in causa nell’eterna discussione tra “energeticisti” dipendenti dal petrolio e ambientalisti. Cionondimeno ci ha descritto con grande correttezza, competenza e con una ricchezza di particolari non sempre conosciuta da chi non appartiene a questo settore, la storia e le prospettive a lungo termine del petrolio.

La serata inizia come da copione con il saluto agli ospiti: Marco Baratto del RC Adda Lodigiano e Nazzareno Pettinari, assistente del nostro Governatore.

Quindi il Presidente dà il benvenuto ai numerosi coniugi e ricorda i compleanni in scadenza questa settimana.

Dopo la cena, presenta velocemente il ricchissimo curriculum del dott. Taranto e gli passa immediatamente la parola.

Un grande spessore professionale che, come già accennato, si è andato a consolidare attraverso numerose esperienze di vertice, dapprima in numerose realtà finanziarie, e poi nelle grandi aziende energetiche delle quali è consigliere.

Il nostro ospite inizia con un breve excursus sui maggiori cambiamenti che sono intercorsi da quando il petrolio era poco più che una pozza maleodorante che affliggeva i proprietari di terreni incoltivabili; ha quindi spiegato come sia diventato una risorsa imprescindibile quanto preziosa, detenuta per oltre l’80% in giacimenti gestiti dalle famose sette sorelle.

E poi, ancora, ai giorni nostri, quando il greggio nativo è ritornato per la sua quasi totalità nelle mani delle compagnie di proprietà dei paesi produttori.

Sfata un mito molto diffuso e cioè che il petrolio stia finendo: secondo le conoscenze attuali e ai ritmi di utilizzo previsti, non dovrebbero esserci problemi per i prossimi 80 o cent’anni. Questo grazie alle nuove tecniche introspettive ed estrattive, che hanno permesso di trovare e di rendere economicamente vantaggiosa l’estrazione di nuovi grandi giacimenti offshore.

La relazione tra progresso e consumo di energia è evidente e comprovata dal grande divario esistente tra i consumi di greggio procapite stimati per ogni abitante del globo: si passa dall’Europa (ca 12 tonnellate) agli Stati Uniti (20 tonnellate), con i paesi non OCSE che - per ora - non superano le 4 tonnellate.

Il problema non starebbe quindi tanto nelle quantità disponibili quanto, piuttosto, nel corretto impiego del petrolio dal punto di vista dell’efficienza energetica ed ecologica, oltre che della sua trasformazione.

Ricordiamo bene il disastro recente della BP nel Golfo del Messico provocato da evidenti mancanze nelle procedure di sicurezza. Fortunatamente la tecnologia oggi consente estrazioni sicure ma sta a noi renderle tali.

Importanti sono poi le dimensioni economiche di questi processi, soprattutto in quelle fasi, e in particolare quelle connesse con la raffinazione del greggio, che richiedono grossi investimenti per aggiornare e ridurre sensibilmente i costi di produzione.

Il nostro relatore lascia a questo punto un ampio spazio al question time, che vede le domande di tanti interessatissimi spettatori.

Tra questi i nostri ingegneri e tecnocrati si sono evidentemente accaparrati lo spazio maggiore, ma anche gli “umanisti” non si sono certo fatti pregare: Ravetta, Sartorio, Gambel, Sironi, Luce, D’Amico, Leone, Verdirame e altri.

A tutti il nostro ospite ha fornito risposte circostanziate ed esaurienti.

Il suono della campana ci lascia con attese sicuramente positive sul nostro futuro energetico e sulle modalità con le quali i nostri grandi gruppi continueranno ad assicurarcelo. Molto dipende da noi e da come sapremo gestire queste risorse in maniera così globalizzata. E’ in ogni caso confortante sapere che in Italia ci sono competenze e tecnologie avanzate che funzionano e che non sono seconde a nessuno: il che – di questi tempi – non è certamente poco.

Marco Tincati