Cronaca della conviviale n. 3 del 12 settembre 2011

Tema: Private banking in salsa piccante

Relatori: dott.sa Roberta Parodi

 

Back to school. Questa sera c’è l’aria di festa tipica del primo giorno di scuola, con i ragazzi del Giardini che si sono ritrovati ansiosi di raccontarsi le rispettive esperienze vacanziere. Alcuni, più coloured di altri, non sono riusciti a nascondere che il loro rientro dalla villeggiatura risaliva a soli pochi giorni prima; altri, al contrario, ostentavano il colorito tipico del sushi di seppia, caratteristico di chi è già da qualche tempo alle prese con la luce delle lampade da scrivania piuttosto che con i filtri solari. In ogni caso il richiamo costituito dall'avvio del nuovo anno è sempre molto forte e se, come questa sera, l’appuntamento si coniuga con un tema di grande attualità quale la professione del private banker e quindi, indirettamente, le prospettive degli investimenti personali nel nostro paese, allora il sold out è assicurato.

Dal tavolo della Presidenza – che per l’occasione riuniva attorno al nostro ospite l’intellighenzia più rappresentativa della bancarieta’ del nostro club – Sandro apre la serata con alcune comunicazioni; fra queste, la chiamata finale per la prossima gita di sabato 1 ottobre alle cantine Vistarin. Poi, forse un po’ anche sotto l’influsso dell’argomento della serata che genera innegabilmente una certa inquietudine finanziaria, ha ricordato a tutti le esigenze di cassa del club e le scadenze dei termini per il versamento delle quote sociali.  Quindi, dopo il rituale saluto a ospiti e coniugi e gli auguri di compleanno per i soci appartenenti alla leva di questa settimana, viene augurato il rituale buon appetito.

Dopo la cena il Presidente presenta la dottoressa Parodi, soffermandosi a sottolineare il suo ricco curriculum e la profonda conoscenza dei mercati finanziari. Un tema, come si diceva prima, di grande interesse, visto anche il particolare momento che stiamo attraversando e i pericoli che noi tutti dobbiamo, più o meno direttamente, affrontare quasi ogni giorno.

Certo occorre essere ben coraggiosi e soprattutto avere le idee molto chiare per spiegare a una platea prevedibilmente inquieta quali sviluppi e scenari (per usare un termine caro agli analisti) dobbiamo attenderci per il nostro futuro finanziario. Il momento appare infatti oscuro e la fibrillazione che da ormai diverse settimane accompagna le cronache finanziarie di tutto il mondo ha ormai invalidato le (seppur relative) certezze che ci eravamo costruiti nel tempo.

La tesi centrale della relazione è infatti proprio questa: la razionalità dei mercati è messa in apparente contraddizione dalla speculazione e da  informazioni non sempre obiettive e veritiere; ci troviamo pertanto a sovra pesare scenari di rischio, possibile, ma forse, tutto sommato, non così probabile. In momenti di forte incertezza cerchiamo sicurezze assolute la cui individuazione sembra però sfuggire alle nuove regole; il risultato è che, spesso, inneschiamo una spirale non virtuosa che accentua ulteriormente  l’indeterminatezza del sistema. D’altra parte anche i governi ci mettono del loro, influendo sulla credibilità delle azioni di politica economica, spesso poste in essere con fini più politici che economici, e aumentando in questo modo l’indeterminatezza del sistema.

Certo che i bei tempi quando tutto sembrava prevedibile e c’era solo da scegliere il proprio profilo di rischio per accedere automaticamente ai prodotti finanziari più consoni alle diverse propensioni ed esigenze sembrano finiti per sempre, spazzati via dalla crisi o, piuttosto, dalle crisi che si stanno susseguendo dal 2008 in poi.

Ora dobbiamo abituarci a convivere con l’incertezza e valutare con maggiore lucidità il complesso delle variabili in gioco; queste, infatti, ci fanno talvolta intravedere andamenti relativamente positivi o comunque non compatibili con gli scenari più pessimistici.

Cambiano i pesi e i meccanismi, forse un’inflazione rinvigorita – se opportunamente controllata - potrà persino dare una mano, la volatilità diventerà ossimoricamente parlando una costante e gli orizzonti temporali si devono spostare sul breve termine, ma ci saranno comunque ancora spazi di consolazione per i promotori e i loro clienti. La tesi è, per quanto possibile, rassicurante e positivista, e quindi anche doverosamente condivisibile (o no?). D’altronde in alternativa alla teoria dello “sperem” c’è quella del chaos o quella della roulette.

Numerose le domande e le considerazioni (inclusi riferimenti alla patrimoniale la cui evocazione ha fatto saltare un battito al cuore dell’assemblea) che durante il tradizionale question time  (in particolare da parte di Nicolosi, Bertolotti, Sironi e Mazzoni) sono state poste alla nostra gentile ospite a conferma della diffusa sensibilità e attenzione che tutti abbiamo per questi temi.

Marco Tincati