Cronaca della conviviale n. 6 del 10 ottobre 2011

Tema: La Bocconi

Relatori: dott. Bruno Pavesi

 

Grande successo di pubblico questa sera, che ha per tema la presentazione di uno dei luoghi cittadini più tradizionalmente cari ai milanesi: non stiamo parlando né del Duomo né della Scala e neanche dei Navigli, ma di un’istituzione che, sin dalla sua nascita, è stata rappresentativa della parte maggiormente avanzata della nostra città.

E’ infatti innegabile che la Bocconi sia stata, per tanti milanesi (e non), un riferimento molto importante, tanto nella loro educazione, quanto nella loro vita professionale.

E ciò non solo perché molti di noi hanno varcato (sfidandone con malcelato timore la pretesa malasorte) la famosa porta dei leoni e ricordano ancora con nostalgia gli happy days studenteschi. La Bocconi è stata soprattutto un’università’ che ha saputo svilupparsi secondo le regole più competitive di un mondo in profonda trasformazione, diventando un luogo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, sia nella formazione manageriale che negli studi economici. Uno di quei luoghi di eccellenza che, di questi tempi non proprio sfavillanti, è bene tenerci ben cari, alla stregua delle altre istituzioni di cui sopra.

La serata inizia con i saluti di Sandro ai soci, coniugi e ospiti; passa poi la parola a Renato che ricorda la serata organizzata alla Società del Giardino per il prossimo 18 ottobre con tema il bilancio del 150mo dell’unità d’Italia, e alla quale siamo tutti invitati.

Poi il Presidente ci ricorda la prossima assemblea del CAM, altra occasione per la quale Rita estende gli inviti a tutti e che si terrà il successivo 19 ottobre.

Dopo la cena ci presenta il dott. Pavesi, rotariano e nostro relatore di questa sera, nella sua qualità di Amministratore Delegato della Bocconi.

Un curriculum di grandissimo prestigio che lo ha visto ricoprire incarichi di vertice in multinazionali di alta tecnologia (Olivetti, GE, Honeywell, Bull, BTicino, Legrand), oltre che di prestigiose istituzioni (membro della Confindustria, Anie ecc).

E’ uno dei rari esempi di top manager di aziende industriali che guidano con successo organizzazioni accademiche.

Nonostante le intervenute avversità di carattere tecnico (gravi sospetti gravano su alcuni professori del Giardini - evidentemente appartenenti ad atenei di schieramenti avversi - che sembra siano riusciti a mettere fuori uso il proiettore e a compromettere seriamente il microfono) Pavesi, nel presentare la “sua” Bocconi, mantiene il piglio e la concretezza del manager di lungo corso, coniugandoli con la chiarezza e l’espressività’ dell’accademico esperto.

Università privata, fondata per memoria famigliare da un rappresentante di quella borghesia che si stava affermando nella tumultuosa Milano d’inizio 900 e della quale ben rappresentava l’elite culturale, la Bocconi si è sempre mantenuta indipendente.

Ed è forse questa la ragione per la quale essa ha potuto svilupparsi in maniera così decisa, cogliendo con largo anticipo i segnali di cambiamento e le necessità che andavano a rappresentarsi sul mercato (pensiamo ad esempio alla SDA, business school fondata, prima in Italia, grazie alla lungimiranza e la visionarietà’ - come si dice oggi – dell’indimenticato Claudio Dematté). L’esposizione procede illustrando la struttura organizzativa e i numeri della sua università. Un’organizzazione divenuta tra le maggiori al mondo in termini di numerosità di studenti (per quanto riguarda le materie economiche) e che mantiene ottime posizioni nelle classifiche dei migliori atenei mondiali (aspetto non disprezzabile in tempi di rating deprimenti).

Un giusto orgoglio che si riflette anche nella sottolineatura dell’ampio numero di ex studenti che rivestono ruoli di grande responsabilità in importanti aziende italiane e internazionali.

Infine gli obiettivi per i prossimi anni, che prevedono di aumentare ulteriormente l’internazionalità dei corsi e degli studenti, accrescere la disponibilità dei servizi e dei posti nelle residenze universitarie e, non ultimo, sviluppare la ricerca a livelli outstanding.

Poi tante le domande (Mazzoni, Serravalle, Nicolosi, Leone, D’Amico, Albanese, Tincati, Michel e Amigoni) alle quali Pavesi ha risposto con puntuale precisione.

Infine i saluti e l’auspicio di poter assistere ad analoghe presentazioni da parte di altri atenei milanesi: così da garantire la par condicio ma, soprattutto, dare a ognuno la possibilità di tifare per l’università’ che preferisce (ricordandosi di indossare per l’occasione le rispettive cravatte di appartenenza).

 

Marco Tincati