Cronaca della conviviale n.14 del 9 gennaio 2012

Tema: Cristiani e Mussulmani a Milano: quale dialogo?

Relatori: Giuseppe Samir Eid

La presentazione

La lettera del CADR ai parlamentari europei e al Parlamento Italiano del 31 gennaio 2011

 

Proporre un tema di tale portata al rientro delle festività Natalizie è stato, da parte del Nostro Presidente  Sandro Bertolotti, una scelta coraggiosa e sicuramente meditata.

Sandro ha voluto affrontare un tema di enorme importanza che ci terrà compagnia per i prossimi decenni, un tema che non poteva esaurirsi un una serata, ma un tema di principio su cui vale la pena riflettere

Anche la scelta del relatore non è stata casuale: per non essere di parte, si è preferito una esposizione  da parte di  un laico, Giuseppe Samir Eid, Rotariano, nato in Egitto da genitori, siro-libanesi

Un laico molto apprezzato per il suo metodo di lavoro e di comunicazione anche dalle più alte autorità cattoliche.

Pur dovendo limitare l’esposizione ai tradizionali ritmi delle serate Rotariane, Samir è riuscito a trasmetterci notizie di prima mano, non certamente banali ma molto realistiche sul modo di pensare e di agire dei mussulmani.

I numeri innanzi tutto: In Milano attualmente abitano 200.000 mussulmani e nel circondario sono già 1.200.000.

Sono numeri importanti che diventano drammatici se paragonati alla proporzione dei carcerati : oltre il 40% è di origine straniera.

In effetti l’emigrazione era stata inaugurata da Napoleone all’atto della sua visita in Egitto. Gli europei avevano scoperto un nuovo modo di vivere all’europea ma in un contesto differente. Poi è stato il povero contadino che dalle campagne arabe si è trascinato nelle città e poi, sempre più lontano sino a raggiungere l’Europa, vista come transito per conquistare il sogno finale americano

Esiste quindi la fame e la disperazione di un popolo che in pochi decenni è cresciuta da 25 milioni di individui ad oltre 85, senza in proporzione, far crescere le scuole o le attività produttive. Tutto questo si traduce in aggressività, umiliazione e limitatezza di prospettive

Lo conferma il forte limite della ricerca non considerato obiettivo primario per i paesi mussulmani.

Infatti sono stati pubblicati 170 brevetti internazionali, un nulla se paragonati ai 16.328 brevetti della sola Corea

In queste condizioni, la speranza si riversa nella religione coranica. L’Islam è pensata come unica soluzione, ed il centro islamico diventa un punto di aggregazione anche in Europa per chi è venuto a cercare fortuna.

In tali centri il fedele mussulmano trova supporto anche economico grazie agli aiuti provenienti da Arabia Saudita e Kuwait.

L’Islam tende  ad imporsi ma non ad integrarsi e lo conferma il lungo elenco di limiti che la popolazione cristiana deve accettare vivendo nei paesi a maggioranza araba

·  Il cristiano non può sposare una donna mussulmana

·  Ereditare da un mussulmano

·  Esercitare la professione di medico ginecologo o l’insegnate di letteratura araba

·  Praticare pubblicamente la propria fede

·  Accedere alle più alte cariche statali

·  I figli diventano mussulmani se un genitore lo è

Con queste condizioni ovviamente la presenza dei cristiani si è ridotta enormemente nei territori a tal punto che non esiste più nemmeno un Vescovo rispetto ai 1000  presenti nel passato.

L’Islam è progetto sociale, religioso e politico; non distingue tra Occidente, civiltà cristiana e modernizzazione.

La Sharia considera religione, stato e società un tutt’uno. Con un unico capo a cui bisogna obbedire.

Come si comunica ovvero come si può costruire un ponte tra queste due civiltà che ora sono su due punti opposti?

Samir indica una strada:

• Garantire il flusso del petrolio oro nero

• promuovere la regione nell’economia globale; sviluppo tecnologico 

• Frenare l’emigrazione e lo sottosviluppo

• Creare un clima di fiducia reciproca tra le popolazioni

• Concordare Frontiere sicure e riconosciute

• Sicurezza di Israele, del Libano, Giordania

Bella l’idea di promuovere la donna per costruire un dialogo tra civiltà ma imbarazzante osservare come alcune cattoliche, neo convertite mussulmane, oggi qui in Italia stiano promuovendo azioni contrarie alla loro stessa storia.

Abbiamo ascoltato molte domande, recepito che ben pochi di noi conoscono il Corano e quindi quanto sia difficile parlare di argomenti di cui non si ha padronanza ma di cui se ne vedono solo alcuni aspetti esterni.

Non abbiamo minimamente approfondito la differenza tra sunniti, sciiti ed il sufismo, questo per sfatare il mito della compattezza della fratellanza araba.

L’ottimismo di Samir nasce dalla speranza che le giovani generazioni arabe, ormai padrone di tecnologie di comunicazione e quindi affacciate al mondo occidentale possano far modificare questo modo chiuso di vedere il mondo. Sicuramente è un processo lungo ed un percorso ancora tutto da scoprire.

Bene che non sia stata menzionata  Orianna Fallaci che grazie all’invasione degli arabi ha cambiato il nome stesso dell’Europa in Eurabia. Auguriamoci che le sue previsioni siano errate.

Sicuramente non errata era l’impostazione dei Romani che applicando il politeismo a tutti i territori conquistati si sono evitati per parecchi secoli questi problemi.

 Marco Signorelli