Cronaca della conviviale n. 27 del 18 aprile 2011

 

Tema: Formazione rotariana

Relatore: ing. Sergio Orsolini

 

Dopo la rituale “reprimenda” del Presidente, ormai noto “gentil frustigator dei chiacchieroni” ed il suono degli inni, un minuto di accorato silenzio ci porta mestamente tutti nel ricordo del caro Guido Cerrato,  riconosciuto essere uno dei più nobili rappresentanti di una stirpe, purtroppo in declino, di “veri signori”.

E’ facile per Adalberto introdurre il Relatore: titoli ed esperienza di Sergio Orsolini parlano da soli e ci preparano ad un attento ascolto di una lezione di “formazione rotariana”, sotto lo stretto controllo del Governatore assiso alla destra del ns. Roberto.

Dal momento che si tratta di un Interclub con il Milano Est e che il rapporto delle presenze dei soci è di 6:1 per il ns. Club, deduciamo subito che i graditi ospiti  consoci sono più che addottrinati di scienza rotariana e che essenzialmente noi (tapini) abbiamo bisogno di rinvigorire le conoscenze in merito.

Il relatore, formatore rotariano di “professione”, entra subito nel tema  proposto “IMPEGNAMOCI NELLA COMUNITA’ / UNIAMO I CONTINENTI” con una prolusione mirata a trasmetterci una sferzata d’energia per rinfocolare l’immagine e la consistenza di un Rotary che internazionalmente “non cresce”. Siamo, pressoché da tempo, 1.200.000 soci, distribuiti in 132 Distretti, in 170 Paesi, in 134.000 Club. Forse, insinua, siamo troppo presi dal ns. status elitario per astrarci da una realtà che necessita di continua promozione e propaganda verso l’esterno per farci meglio conoscere, capire e crescere. Non siamo solo “chiacchiere e distintivo” o “rampolli di madre massonica”, così come da più parti si ventila! Le grandi campagne umanitarie fatte a livello internazionale (Polioplus), l’essere nati nel 1905 quale prima organizzazione di service al mondo non bastano a far crescere le ns. fila ed a far comprendere alla comunità il vero valore dell’essere  rotariani. Per controbattere tale stato di stasi e mostrare al mondo la vera essenza del Rotary s’impone una mobilitazione generale a tutti i livelli, sia dei singoli soci, sia dei Presidenti di Commissione, sia dei Membri Distrettuali. Ecco, allora, che tutti dobbiamo rivedere la ns. formazione e ferrarci in ogni Club in un processo continuo di sviluppo di dirigenti e soci, con sessioni di formazione distrettuali per la preparazione agli incarichi (master dirigenti), con giornate neo-soci e con un programma di formazione nei  club per dirigenti e nuovi soci. La “Bibbia Rotariana” (nelle multinazionali  si chiama “The Book”), recuperata nel sito www.rotary.com, ci deve sempre accompagnare nel ns. processo di crescita.

E’ necessario per ognuno di noi iniziare da una singola e personale presa di coscienza (avremo un “Proude Day?”) per chiederci innanzitutto chi siamo: GHNOSE SAUTON  (pronuncia greca, ma caratteri dal sottoscritto latinizzati), “conosci te stesso” disse Socrate (che, però, poi non ascoltato si auto-eliminò con la cicuta). Ecco allora che i progetti realizzati, i volumi pubblicati, i concerti organizzati, l’impronta dei Presidenti, l’adesione ai programmi della F.R., i grants ottenuti dalla Foundation sono il piedestallo delle conoscenze da cui partire. A tal punto occorre ribadire con fermezza il ruolo che il socio deve assolvere nel suo excursus rotariano. In particolare, nel suo primo gradino quale Presidente di Commissione. In tale funzione, assicurando la sua partecipazione all’Assemblea Distrettuale ancor prima d’assumere l’incarico, egli deve mostrare di “essere uomo e non caporale” (nobile affermazione del Principe De Curtis, in arte Totò) esercitando la leadership, assicurando le capacità dei componenti la commissione ed assumendo la responsabilità dei risultati.

Il Presidente del Club, in primis, deve porre gli OBIETTIVI  del suo anno rotariano. Questi per il 2011 dovrebbero essere il miglioramento dell’immagine e la lotta agli stereotipi che ci “pataccano”. La sua azione dovrebbe svilupparsi a fronte di un vigoroso piano strategico con il coinvolgimento di tutti i Soci per riceverne supporto ai fini del migliore sviluppo dell’azione del Club.

Ecco,  quindi, uno dei primi obiettivi di pianificazione pluriennale: a fronte di quanti siamo, quanti dovremmo essere e quanti vogliamo essere, ma preceduto, soprattutto, dal “DOVE VOGLIAMO ANDARE”.

La nostra storia ci è titolo di merito e ci carica di responsabilità sul raggiungimento dei nuovi obiettivi costituiti dalle nuove azioni di servizio sul territorio e nel mondo, con la pienna aderenza  alla R.F. Per il miglior successo, però, i PROGRAMMI devono essere pensati, pianificati, sostenibili, condotti correttamente, finanziabili, divulgabili, documentabili.

Con questo piano di guerra, comprendendo che l’ascoltatore è attonito, il ns. Virgilio ci presenta il “piano d’azione”: il Presidente del Club, nelle vesti del Pontifex Maximus dei ns. padri dell’antica  Roma (che ai tempi di Bruto non era ladrona), dovrebbe essere il canale di collegamento e stretta comunicazione tra il Club ed il Distretto per la corretta impostazione piano strategico (triennale, come in tutte le buone Corporation), la sua preparazione che comprenda i temi della formazione, comunicazione e pianificazione, tutti opportunamente discussi, condivisi e documentati con il ricco apporto dei Soci.

Scaduto il tempo, il relatore chiude con un’ultima diapositiva che ben ci ricorda chi siamo e che rende muto l’auditorio e superflua ogni domanda di chiarimento, se non una: dobbiamo privilegiare la quantità alla qualità nell’accrescimento dei Club? Si tratta ovviamente di una sillogistica interrogativa retorica, in quanto la risposta è : LA QUALITA’ NELLA QUANTITA’.

A questo punto possiamo, noi del Giardino, andare a nanna tutti soddisfatti: siamo al top di qualità nella quantità e di quantità nella qualità! Chi Altri! 

Aldo Nicolosi