Cronaca della conviviale n. 15 del 17 gennaio 2011

 

Tema: La Class Action

Relatore: avv. Claudio Camilli

 

Com’era prevedibile, l’attesa relazione del nostro Claudio Camilli sulla class action ha indotto una grande affluenza di pubblico alla conviviale di questa sera, tanto che il President ci ha dovuto mettere a disposizione la sala grande. Parterre des rois costituito da un gran numero di signore, avvocati e aziendalisti diversi (tra cui folta la partecipazione di ingegneri che è stata causa di una simpatica schermaglia ideologica con gli avvocati) per un relatore che non aveva bisogno di presentazioni su un tema di grande attrattività.

In effetti, come ha esordito Claudio, si trattava di proporre un argomento né troppo tecnico né troppo soporifero. Parlare di un tema ricco di riflessi etici e sociali (anche se - come ci è stato poi spiegato – molto più apparenti che reali) è stata quindi una scelta ragionata quanto indovinata.

La serata si apre con i saluti del Presidente ai soci, agli ospiti e agli amici del Rotaract.

Roberto ricorda anche i prossimi appuntamenti sociali tra i quali la prossima Assemblea Distrettuale; in particolare sottolinea come per questa ricorrenza sia opportuna e raccomandabile la piena partecipazione da parte dei membri del Consiglio entrante.

Dopo la cena prende la parola il nostro relatore. La voce confortante e persuasiva, con il simpatico under-statement che lo caratterizza, Claudio ci racconta la storia di una legge (che poi inizialmente tale non era) americana che tanto piace all’opinione pubblica; forse perché apparente strumento di riscatto del piccolo verso i poteri forti.

A chi non viene a questo punto in mente la sequela di legal thrillers americani ambientati negli stati del sud, con multinazionali che comprano giurie o cercano di fare molto di peggio a spese dei loro consumatori per perpetuare soprusi di ogni tipo ?

Per fortuna che i cattivi vengono quasi sempre fermati grazie alla bravura di piccoli e poco considerati avvocati di provincia in cerca di riabilitazione. 

Con sano pragmatismo Claudio ci spiega però che spesso tale nobile intento viene completamente disatteso dagli aspetti mercantilistici e utilitaristici delle legal firms americane.

Queste infatti – complice l’operatività del sistema legale USA - ottengono e tengono per sé stesse la parte più ingente dei profitti, lasciando ai danneggiati importi molte volte assolutamente marginali. Inoltre non sempre vengono pagate le cifre mirabolanti definite dalle azioni legali di questo tipo, preferendo, i condannati, l’auto-fallimento che annulla di fatto gli effetti economici troppo onerosi.

Il nostro lawyer fa inoltre riferimento ad altri aspetti curiosi e interessanti del sistema legale americano che sfuggono ai non addetti ai lavori; c’è ad esempio il cosiddetto “forum shopping” per scegliere i tribunali più favorevoli o la tipicità (con i relativi costi) connessa con l’istruzione di questa tipologia di cause. Quindi ci spiega la versione europea e italiana delle class actions.

Queste leggi, variamente articolate nei diversi paesi del nostro continente, si differenziano però tutte dalla normativa americana per il ruolo che da noi giocano le istituzioni di controllo.

In Europa quest’ultime hanno, o dovrebbero di fatto avere, una funzione preventiva nel salvaguardare i diritti degli utenti e dei consumatori.

E’ a esse che ci si dovrebbe quindi rivolgere, piuttosto che ai tribunali, per avere soddisfazione di eventuali soprusi del genere in questione.

Di positivo rimane comunque il fatto che la possibilità di avviare azioni di questo tipo rappresenta – sia in Europa che in USA - un deterrente non trascurabile; le aziende spesso ritengono infatti più conveniente addivenire a composizioni extragiudiziali piuttosto che esporsi a rischi non sempre governabili.

Claudio lascia quindi molto spazio alle domande che giungono numerose. Bertolotti, Sartorio, Leone (che nel bel mezzo della domanda apprende di essere diventato nonno ricevendo scroscianti applausi e auguri), Turzi e altri hanno contribuito a rendere ancora più viva e interessante la serata.

Dopo la chiusura del Presidente e l’appuntamento a Lunedì prossimo, al guardaroba serpeggia la battuta (l’identificazione del suo autore viene lasciata all’immaginazione di chi legge) che “class is not water”. 

E, nel caso del nostro Claudio, non potremmo essere più d’accordo.

 

Marco Tincati