Cronaca della conviviale n. 30 del 16 maggio 2011

 

Tema: The first moment of thruth

Relatore: dott. Emmanuel Michel

Serata memorabile quella appena trascorsa! Cadenzando i tempi, sulle orme di Gaio Sempronio Tuditano (suo più famoso antecessore  e nostro avo che, ex libris,  “palla et coturnis, nummos e rostris populo spargere solebat!” ), il ns. Presidente assegna per volere del Consiglio la Paul Harris a due titolati Incoming President. E’ così che il Sandro Bertolotti (per la sua carica umana e simpatia) ed il tecnologo Luigi Luce (matrice e fattore del Giardiniano Sito WEB, che lustro e fama nel Distretto ci dà) sono insigniti di cotale acclamata ed agognata onorificenza.

Espletato tra gli applausi il rituale, al solito martellato din… din…din… della campana, a maestria sempre orchestrata dal Presidente, il “francigeno” (per i sudisti “franzoso”) Michel Manuel (uno dei pochi buoni rampolli di una stirpe non implicata nella Strage dei Vespri Siciliani) ci parla di un argomento di acuto intendimento: THE FIRST MOMENT OF THRUTH. Lapidario motto che, tradotto in volgare, si parafrasa con: IL PRIMO MOMENTO IN CUI SIAMO STATI … FREGATI (dolce eufemismo).

Il primo momento della verità, inizia Michel, non è generalizzabile. Ognuno di noi ha la sua risposta: la prima volta che ci mettiamo in gioco, il momento degli esami, la prima di un grande evento che ci vede coinvolti, etc., sono soltanto alcune delle possibili risposte. Ma Michel, tirando dritto (è un “franzoso”!), ci porta subito sull’argomento ed in un mondo ben preciso: è, nel suo caso,  il busillis che si pone una GDO (per fendere con un raggio di luce la mente di chi ne è al di fuori, si tratta della Grande Distribuzione Organizzata) per prosperare nell’estremizzare la vendita dei prodotti commercializzati. Ecco svelato l’arcano:  THE FIRST MOMENT OF THRUTH è il momento in cui passiamo dalla cassa e … scuciamo la lira (adesso un caro, lontano, nostalgico ricordo, in quanto volgarizzata in millesimi di Euro).

Com’è possibile allora influenzarci al fine di farci lasciar ivi le penne e rimanere in panne (o senza panni) al sortir dal pagamento? Ebbene, i Francigeni sono stati i primi al mondo a concretizzare lo strumento di distruzione delle masse: rinverdendo i fasti della battaglia di Marignano (c/o Melegnano), ove costrinsero gli impenetrabili ed invincibili svizzeri ad una  rovinosa e definitiva rentrè entro i propri monti e valli, si sono inventati il MARKETING quale arma letale che non ammette scudo. Il bersaglio è il povero compratore, nobilitato adesso nella sua eccezione con la parola “SHOPPER”, ma che rimane sempre il povero Cristo da lotomizzare. Molte sono le leve del Marketing: prodotto, prezzo, posizionamento, promozione, comunicazione, etc., soltanto per nominarne alcune. Si tratta però di anticaglie, ormai antiquariato di bassa lega, a cui ancora alcuni tapini ricorrono per tentare (i meschini!) di incrementare i loro affari. Altro, invece, fanno i furbacchioni delle GDO! Non essendo più efficace la metodologia tradizionale, ecco che ricorrono a tecniche molto più subdole e sofisticate. Il primo passo è stato proprio nell’individuare il focus dei loro strali: è proprio  lo SHOPPER, che si materializza in una più o meno avvenente esponente del gentil sesso (80% delle presenze alle casse). Le motivazioni di tal persona sono svariate: le necessità personali e di famiglia, l’impulso irrefrenabile all’acquisto, l’edonismo, la novità, il promotore dell’offerta sul piccolo schermo (George, ovviamente), etc. In più essa si nota sempre per uno stop prolungato nel “paradiso” della profumeria, premiato con acquisti gratificanti per le oculate scelte di prodotti che hanno già soffocato il carrello (nel caso ribattezzato in “trolley”).

Chi è il  Putifarre (n° 2 della gerarchia infernale, secondo soltanto a Belzebù o Mefistofele) che è capace di studiare, strutturare e confezionare gli strali più letali per lo Shopper? E’ un cervellone con un formidabile piedigrì: laurea in psicologia e master in marketing e/o business development, gratificato al termine delle fatiche con un lasciapassare di “Shopper Marketing”. Adesso abbiamo compreso perché al Franzoso è caduta la chioma!

E’ un cervellone sempre in ebollizione per studiare e capire la capacità di spesa dello Shopper!

Catturatane anima e mente, adesso il Putifarre deve predisporsi per costruire ed adattare il prodotto più consono (nel gergo si dice “sexy”) per l’inconsapevole Shopper. Qui andiamo proprio sul sofisticato, sul difficile e soltanto questi sacrali iniziati sanno come navigare.  Si parte dallo studio del paese, origine/classe sociale/coordinate logistiche dello shopper, sua capacità di spesa (ampiamente e capillarmente controllata da una Fidelity Card, che promette ricchi premi e cotillon, attentamente e costantemente monitorata).  Con tutte queste conoscenze si procede, quindi, nello sposare i due vincoli primari: strategia di shopper ed obiettivo di vendita della GDO. Si continua con il sezionare lo shopper in due greggi: Cluster Shopper  e Instore Shopper. A tal punto si apre il libro della magia , ove è codificata l’alchimia della “Inside Shopper Intelligence”. Mio nonno, che non conosceva la lingua albionica, ma sapeva di greco e di latino, avrebbe inteso questa come “lo studio e simulazione del comportamento per l’uso del prodotto secondo il processo mentale della vittima sacrificale (pardon, del cliente)”.

Alcuni strumenti dello Shopper Marketing? Buoni al consumo targhettati, mail traghettate via internet, offerte sexy, cataloghi premi, esposizione di prodotti “ad arte”, etc. Il tutto mirato a trattenere il più a lungo lo Shopper nella prigione dorata di un’offerta senza limiti. A tal punto il gioco è fatto: GDO trasformatosi in GFO (Grande Fratello Organizzato) ha ricostruito nei dettagli la storia dello Shopper, la sua composizione famigliare, la sua capacità e volontà di spesa. Che altro? I suoi alleati? Google in primis. Non possiamo sottrarci alla navigazione nel mondo virtuale ed ogni nostra sosta è monitorata, registrata ed elaborata da Putifarre, che c’inonda anche di bunner personalizzati e mirati.

Il Franzoso termina il suo intervento con uno scrosciante applauso dagli attenti ascoltatori, Shopper di ambo –sessi attoniti a tale raffica di messaggi trasmessi dall’uomo Marketing della più grande e nota GDO sul territorio europeo (ovviamente francigena).

Il sottoscritto, avendo portato con amore il Franzoso nel nostro Club, si trova in dovere, però, di accennare al “secondo momento della verità”, che si traduce nella frase non marketing, ma efficace di “Run, don’t stop, pay the less you can and Escape!”. Sempre mio nonno l’avrebbe motteggiata come: “Corri senza fermarti, compra per sopravvivere, sborsa il meno possibile e scappa!”.

Delle tre lingue nelle quali avrebbe potuto parlarci, Michel ha scelto l’italiano (lo fece anche Papa Woytjla), con il che ci ha preparato nel suo pronunciare “inquadrara, commerciala, confrontara” ed altro al posto delle parole che Manzoni andò a sciacquare in Arno. Vuol dire che consiglieremo a Michel di andare a fare un tuffo tra le non chiare, fresche e limose acque del rio che dal monte Falterona s’indirizza verso la Versilia, approfittando anche dell’occasione per fare una visita alla magione del Sommo Poeta (che si teneva ben lontano dallo Shopper Marketing, preferendo navigare tra rioni infernali e cieli angelici.

Grazie, infine, al nostro francigeno Michel che, se non ha ancora meritato una Paul Harris, ci ha fatto comprendere ancor più dove si nasconde Il Grande Fratello.  

Aldo Nicolosi