Cronaca della conviviale n. 18 del 7 febbraio 2011

 

Tema: L'Ambrosiana tra oggi e domani

Relatore: Mons. Franco Buzzi

 

Sintetizzando l’intervento del nostro ospite di questa sera e parafrasando il Guareschi d’antan si potrebbe dire: Don Franco, monsignore ma non troppo. La differenza sta nel fatto che il protagonista delle storie della vicina bassa parmense era caratterizzato da una solida quanto brusca saggezza popolar padana che mal si coniuga con l’immagine dell’alto prelato avvezzo alle frequentazioni vaticane.

Qui - al contrario – se ascoltiamo il Mons Buzzi senza fissarci sul clergyman che indossa, sembra di sentire – come in effetti è – la relazione del sovraintendente di un importante museo di rilevanza internazionale impegnato a illustrare i progetti avviati per sviluppare la propria istituzione sia dal punto di vista culturale che finanziario. 

In lui la profonda erudizione filosofica e la professione di fede ben si coniugano con caratteri di concretezza tipicamente secolare che sono necessari per gestire managerialmente una realtà complessa qual è appunto la Biblioteca Ambrosiana. Torniamo però alla cronaca della nostra conviviale.

Questa sera ci siamo ritrovati in una sede ancora diversa ma ugualmente accogliente, il Touring di via Tarchetti. Nonostante la premura di Luisella nel ricordare a tutti (e per tempo) il momentaneo cambio di sede, alcuni soci sono stati visti aggirarsi smarriti per largo Augusto prima di ricordarsi degli avvisi e “ruotare” sull’indirizzo giusto.

Roberto apre comunque la serata con i saluti ai soci, coniugi e ospiti e ricorda in particolare la gita nella Marca Trevigiana per la quale occorre prenotarsi e versare tempestivamente l’anticipo dovuto. Quindi la cena.

Al caffè, il Presidente prima di passare la parola a Renato Coluccia per presentare il nostro ospite, sottolinea che con la relazione di questa sera, inizia una serie di incontri che il nostro club ha in agenda con le maggiori realtà culturali milanesi.

La presentazione di don Buzzi è – come dice Renato – un compito facile; infatti, il nostro Monsignore è rotariano (e past president del Milano ovest), è conosciuto essendo già intervenuto ad altre nostre conviviali ed è – per l’appunto – prefetto dell’Ambrosiana. Scienziato di profonda preparazione filosofica e teologica, fa parte del Collegio dei dottori dell’Ambrosiana, esperto di San Carlo, del Cardinal Federico, della Riforma e della Controriforma, ricopre numerose cariche in diverse quanto autorevoli istituzioni.

La relazione inizia con Luce che proietta un filmato (curiosa la casualità con l’omonimo istituto cinematografico ma in questo caso si tratta proprio del nostro Luigi che, al solito, si improvvisa operatore di computer) che riassume le attività della nostra amata Biblio/pinacoteca.

Di particolare interesse la questione della sfascicolatura del codice vinciano, attività necessaria per garantire la conservazione degli importanti disegni di Leonardo che ha coinvolto numerosi esperti internazionali.

Poi don Franco, a viva voce (infatti, anche in questa nuova sede e nonostante la venerabilità dell’argomento trattato il microfono si è tradizionalmente bloccato nel bel mezzo del discorso), ci racconta la storia dell’Ambrosiana; numerosi gli aneddoti, tra i quali il percorso che ha riportato a Milano il codice di Leonardo o la raccolta dei primi volumi giunti in Europa di opere cino-giapponesi e indiane.

Chiarificatore il motto dell’Ambrosiana coniato dallo stesso Borromeo, suo fondatore, che recita “per gloria di Dio e utilità comune”.

La Biblioteca, infatti, già allora, e per prima in Europa, era stata aperta al pubblico, tanto che di essa è stato detto “ è pubblica, vi forniscono carta, inchiostro e penna ed è tenuta benissimo” (Montesquieu).

Ma oltre al passato, per quanto importante e rimarchevole, c’è il presente e il domani; il nostro monsignore ci illustra allora con malcelato orgoglio (che in questo caso siamo certi non è peccato) tutte le iniziative che ha messo in  atto per avvicinare sempre di più l’Ambrosiana ai suoi visitatori e confermarla nel ruolo di assoluta eccellenza che le compete.

Tra le altre ha ricordato le diverse classi di studi (borromaici, classici, ambrosiani, vicino ed estremo oriente, italianistica e slavistica) che saranno arricchite di nuovi argomenti; e ancora la fondazione Borromeo e il comitato per la celebrazione del IV centenario.

Sono la riprova della grande vitalità di un’istituzione antica e venerabile come l’Ambrosiana ed è la conferma che in Italia non sono i beni culturali che ci mancano ma persone che – come don Buzzi – li sappiano gestire in maniera esemplare.

Dopo la relazione, il consueto “question time” e quindi, con le risposte alle domande di Gambel e Sironi si chiude la serata con la consueta scampanata rotariana e l’arrivederci al prossimo lunedì.

 Marco Tincati