Cronaca della conviviale n. 25 del 4 aprile 2011

Interclub con il RC MIlano Aquileia e il RC Milano Visconteo

"Il Rotary Leonardo e noi"

Notturna al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano

 

 

Ovvero “Una notte al museo”. Ma niente a vedere con la commedia per ragazzi che ha avuto un buon successo di cinema qualche anno fa. Si tratta invece della bella iniziativa organizzata per questa sera dall’Aquileia, in interclub con il Visconteo e il nostro Giardini.

Tutti puntuali e numerosi ci siamo ritrovati all’entrata della prestigiosa istituzione milanese all’ora prestabilita; molti di noi ansiosi di rivivere le emozioni vissute solo “pochi” anni fa quando, da ragazzi, si andava – magari in un pomeriggio festivo o complice qualche (allora rarissima) iniziativa scolastica – a farsi affascinare da quegli immensi macchinari, quasi si trattasse più di un luna park scientifico piuttosto che un museo. L’elettronica era ancora agli albori e la tecnologia principe era la meccanica, con tutta la mastodonticità che questa scienza spesso richiedeva per essere convenientemente sfruttata. Pezzi di turbine e caldaie, locomotive e aerei, pistoni e ingranaggi, tutto il contrario di quello che – spesso dimenticandoci delle origini del progresso e in maniera sicuramente superficiale - si intende oggi per tecnologia. Ora, infatti, è tutto è miniaturizzato e informatizzato; e si può solo lontanamente immaginare cosa ci sia dentro a delle black boxes, sempre più piccole e sempre più black. E’ stato comunque molto bello vedere che – e non poteva essere altrimenti visto che di museo si tratta – lo spirito e i ricordi sono rimasti ben custoditi, pronti a riemergere al richiamo di un oggetto o di una bacheca. Certo non c’è più lo stupore da fanciullino, molti dei ragazzi di allora sono ora ingegneri e tecnocrati, spesso anche un po’ agée, le dimensioni non sembrano più contare così tanto, ma è comunque bello rivivere momenti che sono appartenuti alla storia personale di tanti di noi che a Milano abbiamo passato gli anni verdi. Ma lasciamo perdere la nostalgia per gli ingranaggi e le bielle e veniamo alla nostra serata rotariana.

Divisi in piccoli gruppi e guidati dalle giovani e preparate guide del museo, abbiamo seguito le interessanti spiegazioni sulle macchine progettate da Leonardo, molte delle quali rimaste sulla carta dei suoi codici per quasi cinque secoli e che solo negli anni sessanta sono state costruite come modelli in scala. Molte sono risultate impossibilitate a funzionare per qualche “difetto” ingegneristico o – soprattutto – per la mancanza di materiali che allora fossero idonei per resistenza leggerezza ecc. Tutte hanno però confermato l’incredibile lucidità e lungimiranza del genio leonardesco sia riguardo il volo, il moto delle acque, le macchine per l’edilizia o, non ultime, quelle per usi militari. Poi, mentre tutti i gruppi di rotariani si avvicendavano attorno ai diversi modellini dell’Ingegnere per antonomasia, alcuni avventurosi si sono infrattati nelle sale attigue, dove si potevano vedere le collezioni di strumenti musicali e di orologi antichi. Nessuno si è perso e tutti hanno risposto al segnale dell’aperitivo offerto nelle sale dell’esposizione. Quindi l’ottima cena nella bella sala delle colonne, già biblioteca dell’antico convento degli olivetani che ora ospita il museo. Prima però, come di prammatica, il saluto alle bandiere, gli inni e tutta la ritualità rotariana dei saluti da parte dei presidenti triumviri ai soci, socie, ospiti dei club e del Rotaract.

Un risotto (la cui ricetta è forse una delle poche cose dove Leonardo non ha messo il naso, ma non per questo di risultato inferiore alle sue invenzioni doc) e poi tutto il resto, a chiudere il caffè e gli arrivederci alla prossima occasione.

Un’idea e un augurio; quello di poter assistere al sequel rotariano di “una notte al museo 2”, magari – perché no !? - al museo di storia naturale, altro luogo storico degli ex ragazzi di Milano.

Marco Tincati