Cronaca della conviviale n. 5 del 28 settembre 2009

Tema: La Siria romana: i nuovi scavi italiani a Palmira, città carovaniera

Relatrice: Prof. Maria Teresa Grassi

link alla rivista dell'Università "LANX" 2 (2009), pp. 194-205

 

Lunedì 28 settembre siamo andati a visitare Palmyra o Palmira

Una città fondata da Salomone Re d’ Israele da almeno 2 millenni.

Non eravamo in molti in questo viaggio virtuale, ma la nostra guida, la  prof.  Maria Teresa Grassi, grazie alle numerose foto ed alla sua comunicativa, ha ottenuto lo scopo di trasferire anche in noi la sua passione di ricercatrice, una ricercatrice a cui non manca il metodo scientifico.

Apprendiamo che  Maria Teresa inizierà a breve la terza campagna di scavi con maggior personale rispetto al passato. Sono missioni che sembrano essere molto apprezzate dalle  autorità siriane, perché per loro è come se  dei romani riscoprissero Roma e la sua storia.

E’ dal 2007 che la prof.  Maria Teresa Grassi organizza questo lavoro tra l’Università degli Studi di Milano e la Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Damasco a Palmira.

Palmyra, ora deserto gelido, era fino ai primi secoli una fiorente città di commercianti, anello di collegamento importantissimo da cui passavano merci in arrivo dall’Eufrate e dirette sino alla capitale dell’impero.

In una data storicamente nota Shapour I re dei Sasanidi, riuscì a catturare Publio Licinio Valentiniano di professione Imperatore Romano (n.b. parlando dei Sasanidi si parla di  Re Persiani )

Pensate l’invidia da parte degli attuali governati persiani …. se potessero rifare un simile colpaccio con l’impero americano ( in effetti ci avevano provato anche recentemente).

Ovviamente questo scoop portò ad altre reazioni che azzerarono le aspirazioni di Shapour, che tra l’altro era propenso al manicheismo appena sfornato proprio in queste zone.

Sembra essere vero il detto che il Delitto di Lesa Maestà pesa molto, perché, ufficialmente nel 272 la città fu distrutta a causa, tra l’altro, dei tentativi sedizioni mal riusciti della regina Zenobia, vedova di proposito del re legittimo.

Gli scavi hanno invece dimostrato che comunque sono state mantenute delle abitazioni e lo sforzo dei nostri eroi italiani, ha già fatto scoprire strutture interessantissime con legami inequivocabili con la cultura greca e bizantina. Certo, la campagna di scavi ha una durata limitata nel tempo, il personale addetto agli scavi della seconda campagna era  di soli 7 ricercatori e 20 operai locali e con questa struttura è stato possibile far affiorare solo 80 m2, ed alcuni muri che necessitano degli approfondimenti specifici.

Dai segni sul terreno le sorprese non mancheranno vista l’estensione ancora da esplorare.

Affascina la volontà della prof Maria Teresa Grassi, di accettare  il freddo del deserto, il vento continuo, la sabbia ed i conseguenti disagi che comporta questo difficilissimo lavoro per cercare nuovi messaggi del passato

Piccoli e grandi oggetti che a volte sembrano  essere appena usciti da una moderna casa di moda, quella del piano di sotto. Il mestiere di archeologo è molto vicino a darci letture sul nostro inconscio collettivo. Attendiamo con viva curiosità  gli ultimi aggiornamenti sul nostro passato.

Marco Signorelli