Cronaca della visita alle cantine Berlucchi in Franciacorta

27 marzo 2010

 

Come si sa anche il Rotary vive di corsi e ricorsi e se i ricorsi sono come quello di oggi in Franciacorta ebbene: ben vengano i ricorsi! Correva l’anno rotariano 1996-97, il nostro Attilio Princeps Maximus del club, e per la precisione il 19 di ottobre del 1996. E Attilio diede inizio proprio con una gita in Franciacorta a quella serie di scampagnate in un crescendo rossiniano che portò in seguito a La Morra nelle Langhe e, al termine dell’anno, a La Stoppa nel Piacentino. Allora visitammo le cantine Bellavista dell’amico Moretti per concludere la mattinata con uno splendido pranzo a La Mongolfiera.

Chi scrive confessa di non aver redatto lui, nell’occasione, le consuete note. Gli piace quindi ora come allora ricordare qui alcune versi del Carlo Porta, composti, badate bene! in onore di Franzesch Primm d’Austria e citate dall’anonimo redattore:

Che Toccaj, che Alicant, che Sciampagn,

Che pacciugh, che mes’ciozz forester!

Vin nostran, vin di noster campagn,

Ma legittem, ma s’cett, ma sinzer

Per el stòmegh d’on bon milanes

Ghe va ròbba del noster paes

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Vin nostran, vin nostran, torni a dì,

De trincà col coeur largh, e a memòria,

Ché di vin forestee la gran bòria

Per el pù la va tutta a fornì

In d’òn poff, fumm e scumma, e bòtt lì!

Ma che sciampagn dunque! E siamo giustamente tornati in Franciacorta, questa volta dalla Guido Berlucchi in quel di Borgonato. Ed oggi come allora di vini nostrani ne abbiamo gustati di eccellenti, per giunta selezionati proprio per noi dalla Signora Cristina Ziliani, figlia del Presidente Franco Ziliani, che in rappresentanza della famiglia Berlucchi ha voluto non solo darci il benvenuto, ma anche tenerci compagnia nel corso dell’intera visita. Arriviamo in tarda mattinata, il grosso della squadra con Franco & amici in pulmann e alcuni in auto, per la visita alle cantine. E sentir riraccontare la storia del Franciacorta metodo classico è dolce musica per le nostre orecchie.

Al termine i padroni di casa ci accolgono nella splendida foresteria della casa, per gustare quale raffinato aperitivo una flute di Berlucchi Cuvée Imperiale Max Rosée accompagnata da un assaggio di grana rigorosamente padano. E con loro ci rechiamo poi nella splendida sede del Ristorante Colombara a Colombaro di Corte Franca e della stessa famiglia, dove Franco, amico della famiglia Ziliani, ci dà il benvenuto. Con poche parole, com’è sua consuetudine.

Pronti, via! Il menu è di quelli da urlo: Pesce del Sebino all’olio extravergine d’oliva, risotto al bagoss (un meraviglioso formaggio delle montagne che si specchiano nello stesso lago), manzo all’olio, bossolà (dessert delicatissimo, mezzo bigné e mezzo bombolone). E i vini! Si parte con un Berlucchi Storica ’61 Brut per proseguire con un Berlucchi Cellarius Rosé del 2006, un Caccia al Piano Ruit Hora Bolgheri DOC, un rosso importante proveniente dalle cantine della Berlucchi a Bolgheri in Toscana, e per terminare alla grande con un Berlucchi Cuvée Imperiale Demi Sec.

Perfetta l’organizzazione, perfetto il servizio, perfetti i tempi, perfetta l’atmosfera, in un clima di amicizia e cordialità che il nostro club riesce sempre a creare in queste occasioni. E perfetta la scelta, caro Franco, per un caminetto che verrà a lungo ricordato anche per la sua eleganza e la sua sobrietà pur in un ambiente “importante” e in una località così “famosa”.

E Franco ci dà il benvenuto al levar delle mense, invitato da Armando Brandolese. I ringraziamenti ufficiali li porge invece Renato Coluccia, che ricorda che Franco non ha voluto che gli fosse consegnato il tradizionale regalo, “… e però – esclama Renato – lascia almeno che inviamo dei fiori alla tua gentile consorte! Lo faremo nei prossimi giorni. E lascia almeno che le dia uno splendido bacio a nome di tutti noi!”.

Franco al termine si alza, con non poca fatica (si è infatti infortunato proprio tre giorni fa), per consegnare alla Signora Ziliani un fanion del Giardini, “Con il consenso di Attilio! – esclama il nostro – ché a norma rotariana non potrei, ma come non fare un’eccezione con un anfitrione così?”

“Permesso accordato – esclama Attilio fra un sorso e l’altro di Demi Sec – ed anzi, vista la simpatia della nostra amica, resterà in pectore come “nostra socia onoraria!”

Attilio Bradamante