Cronaca della conviviale n. 11 del 23 novembre 2009

Tema: E come additivo: coloranti alimentari, sicurezza o rischio per la salute?

Relatore: Dott. Roberto Bramani Araldi

 

In questa serata il nostro socio Roberto Bramani, ha dimostrato le sue capacità di collaudatissimo ricercatore scientifico alimentare.

Da una parte c’è lui che cura e controlla, dall’altra la moltitudine di chi vuole festeggiare. Quindi, potremmo dire in sintesi, che gestire il divertimento è un lavoro molto serio e sicuramente occorre grande professionalità.

Quell’ E del titolo messo all’inizio della frase sembrava un errore di battitura. Un errore  strano, addirittura sfuggito alla nostra attentissima segretaria. Finalmente, prima del caffè, scopriamo che quell’ E nasconde un universo perché evoca una legislazione europea che tutti i coloranti e non solo loro, devono indossare per poterci venire a trovare ( nello stomaco ).

Roberto parla degli additivi come di amici d’infanzia, utilizzati già nel passato da egizi e romani nella salatura, per conservare il vino aromatizzare i cibi e molto altro.

Comunque, per  prevenire i mal di pancia dei commensali e non solo questo, a partire dal  1989 sino al 2008,  anche in Italia sono state pubblicate leggi e regolamenti che per essere compresi richiedono una cultura specialistica ed usano parole un poco equivoche.

Dare dell’Antociano credo creerebbe imbarazzi ad un pubblico ufficiale, meglio se parlamentare. Se poi di fronte alla reazione dell’ Onorevole si cercasse di spiegare che questa parola indica un pigmento idrosolubile blu che potrebbe tendere al rosso …., parte la causa per diffamazione, senza nessun risparmio per i congiuntivi.

Sia per le parole difficili ma soprattutto per i colori, miracolosamente realistici che  si ottengono, questa scienza è sempre stata guardata con sospetto, agitando, nella folla degli utenti, accuse di tossicità ma fortunatamente senza scomuniche.

Sappiamo che la razza dei chimici comprende personaggi  precisini che utilizzano i milligrammi come misura grossolana ed adottano sigle curiose tipo una parola quasi natalizia (NOAEL )  acronimo di No Adverse  Effect  Level.

Ma dopo queste necessarie nozioni di base, non poteva mancare un accenno al  Davide Campari ed alla sua arcinota bevanda rossa. Ci viene di conseguenza presentato il Dactylopius Coccus, conosciuto sulla piazza come Carminio di Cocciniglia e per gli intimi il signor E 120 ospite fisso del cactus Opuntia.

Vive nel Perù ospite delle piantagioni della stessa Campari che ne cura vitto ed alloggio.

Prima di lei, nel Messico la cocciniglia veniva usata anche dagli Aztechi  senza che gli spagnoli ne capissero il valore.( grave errore limitarsi ai metalli )

Mi sono letto le controindicazioni: superando la dose giornaliera di 5 mg/kg corporeo in alcuni casi si riporta un aumento dell’iperacidità. Essendo poi estratto dagli insetti, non può essere consumato dai vegetariani e da alcuni gruppi religiosi.

Dopo questa lezione di colore, avremmo gradito una degustazione finale ma meglio evitare. C’era il rischio di dover subire il  test del colore delle palette della Polizia stradale.

Parlo di quella italiana e non di quelle peruviana, naturalmente.

Marco Signorelli