Cronaca della conviviale n. 18 dell'8 febbraio 2010

 

Tema: La figura dell’Ammiraglio Nelson

Relatore: Amm. di Squadra Paolo Pagnottella S.O. R.C. Milano Giardini

 

Eravamo già stati a Venezia (come club, s’intende) negli anni ’90, con il nostro indimenticabile Giorgio.Avevamo alloggiato in un piccolo ed esclusivo albergo d’epoca a due passi da Piazza San Marco, avevamo visitato la Mostra su Casanova ed eravamo stati accolti nella cripta della basilica per una visita serale del tutto eccezionale e fuori programma. Ignoravamo però che Venezia era anche la sede di un prestigioso Presidio della nostra Marina Militare e, fra le sue meraviglie, annoverava anche l’Arsenale della Repubblica, ricordo della sua passata, immensa grandezza.

Poi fu la volta di Luigi Luce che, il nostro Gianpiero imperante, ci portò a Venezia nell’ottobre del 2005. Ma da buon programmatore, quale egli sicuramente è, ci presentò l’Ammiraglio Paolo Pagnottella già nel luglio dello stesso 2005 e fu un inizio d’anno rotariano coi botti, ché Paolo è signore che t’avvince, non ti lascia tregua, non ti concede un solo minuto di distrazione, la parlata senza sosta, appassionata, l’amore per il mare e il suo lavoro, che lavoro non è, come tutti i lavori che rasentano e a volte superano la missione. Nell’occasione Paolo disquisì su La Marina: una forza nuova, con un cuore antico, per il nuovo secolo”e fu come un antipasto, un prologo alla gita d’autunno, nelle nebbie dell’Alto Adriatico. Anche quella sera si sforarono abbondantemente i nostri tempi d’uso, ma nessuno se ne accorse.

In occasione della gita poi Paolo fu un accompagnatore, anzi un comandante eccezionale. Trascorse con noi un tempo incredibile, brava ed attenta chioccia per tutti noi. Al Circolo Sottoufficiali, a quello Ufficiali, all’Istituto Morosini, alla chiesetta di San Biagio, all’Arsenale, appunto, con visita all’Enrico Dandolo, glorioso sottomarino di concezione, progettazione e realizzazione totalmente italiane. Imparammo a volerci bene, a stare talmente bene insieme che Paolo è poi divenuto a furor di soci nostro Socio Onorario (lo era già del R.C. Venezia).  E regnava Gianni in quell’ormai lontano gennaio 2008 allorché il nostro ammiraglio venne a trovarci per raccontare dell’impresa di Alessandria d’Egitto nel dicembre del 1941, i maiali, il tenente di vascello Luigi Durand de la Penne, i “Sei del novilunio”.

Che dire ora e ancora di Paolo Pagnottella? Franco e Luigi non vi accennano, in questa  nuova conviviale che vede il Nostro protagonista,  rifacendosi alla sua presentazione ormai ufficiale, ma piace ricordare quanto scrisse di lui con il noto brio il relatore di quell’ultima serata, l’amico Nicola: “Se  sapessi descrivere meglio l’azione, mi chiamerei Pagnottella del quale credete di sapere tutto, da quel giorno in cui a Venezia ci aprì, con la Signora Laura, le porte del suo “salotto veneziano”: l’esclusivissimo Arsenale. Qui dirò solo le cose che non tutti sanno. Che nel luglio del 1983 era Addetto Navale presso l’Ambasciata d’Italia in Egitto, uno dei protagonisti della crisi che vide coinvolta la M/N Achille Lauro, sequestrata da terroristi palestinesi: nella circostanza, il Presidente egiziano Mubarak lo ha insignito della Commenda dell’Ordine al Merito della Repubblica Araba d’Egitto. Che nel 1987 partecipò alle operazioni navali in Golfo Persico in seno al Comando del 18° Gruppo Navale Italiano. Che ha svolto incarichi d’intelligence, prima di assumere il Comando dell’Istituto Studi Militari Marittimi e del Presidio Marina Militare di Venezia”.

 “Questa sera vi parlerò di Lord Nelson, dell’Ammiraglio Orazio Nelson, ma non delle sue battaglie vinte, non vi parlerò di Trafalgar, né di Abukir, né di Tenerife, né di altre sue memorabili imprese, bensì – attacca Paolo con passione – della sua vita, del suo carattere, della sua proverbiale tenacia, ed anche della sua vita privata, per dirla in breve: dell’uomo Orazio Nelson, visconte, duca di Bronte (in Sicilia). Quindi delle sue origini, dei suoi amori, dei suoi rapporti con i superiori e con i monarchi inglesi del tempo, delle sue passioni, dei suoi amici e dei suoi nemici”.

Paolo è ancora una volta un fiume in piena. Si aiuta sì con numerose immagini, sapientemente distribuite e proiettate dal fido Luigi, ma spesso vi va oltre, tanto sono l’impeto e la foga, o ritorna a quelle precedenti, per aggiungere altri eventi o raccontare di altri aneddoti, ché la vita di Nelson ne è semplicemente piena. E non poteva che essere così, sin dagli inizi, considerando che si imbarca su una nave a soli 12 anni, lui figlio di un pastore anglicano nato nel Norfolk in un paese lontano miglia e miglia dal mare, lui che soffre tutta la vita di mal di mare, eppure capace di navigare per oltre due anni sulla stessa nave senza mai sbarcare a terra, lui gracile, piccolo e bruttino, che perde (ma la questione è dubbia) un occhio e che si vede amputare il braccio destro, eppure si dimostra un amante infaticabile e quello che i nostri nonni chiamavano volgarmente uno sfasciafemmine, lui che s’innamora e fa innamorare facilmente, donne sposate o meno.

Ma Paolo non dimentica anche altri particolari, del tutto sconosciuti e per molti versi quasi inattendibili, se non fossero storicamente provati. Lo sapevate che la nostra marina ha tradizioni, per così dire, anglofile? E che il giro di bitta (colonnetta di legno o di ferro fissata al ponte di una nave o sul pontile da sbarco per legarvi gli ormeggi) sulle divise italiane è identico a quello delle divise britanniche, ereditato dalla Marina borbonica, sulla quale l’influenza inglese fu importante a cavallo di Settecento ed Ottocento? E sapevate che a Trafalgar degli oltre 40.000 marinai imbarcati sulle flotte inglese, francese e spagnola, oltre 1.000 erano italiani? E che di questi mille una discreta parte era d’origine milanese e lombarda? E sapevate che prima dell’inizio della battaglia di Trafalgar, al termine della quale Nelson morì, questi diede l’ordine di alzare il famoso segnale: England expects that every man will do his duty  ?.

Al termine, ben oltre i canonici tempi rotariani (ma  nessuno se n’è accorto!) intervengono Gambel e Sartorio. In apertura di serata Franco ha salutato i visitatori rotariani presenti (3), gli ospiti del club (3) e l’unico di soci, i coniugi che hanno voluto allietare la serata con la loro partecipazione (10), e benaugurato a chi compie gli anni in questo periodo: Albanese, Mazzoni, Balestra e Malgeri.

 

Attilio Bradamante