Cronaca della conviviale n. 3 del 6 settembre 2009

Caminetto da Damiano e Sara Montani – Paderno d’Adda

 

La Strada Statale N. 36 è quella che conduce i milanesi a Lecco, o meglio, è quella che un tempo, prima della Nuova Valassina, era l’unica che li portava sino al famoso ramo del Lago di Como di manzoniana memoria. Non solo, era, è la strada dei milanesi che desiderano inoltrarsi fin lassù in Valtellina, in Val Chiavenna, a Bormio piuttosto che a Livigno, a Santa Caterina Valfurva,

all’Aprica, o semplicemente a Teglio per gustare un piatto di pizzoccheri innaffiati da dell’ottimo Sassella.

E’ però anche la strada che i nostri bisnonni e i nostri nonni percorrevano almeno in parte per andare a mangiare il pesce in qualche trattoria sull’Adda fra Airuno ed Olginate o per recarsi a Montevecchia, d’estate, a godersi il fresco dei suoi 500 metri d’altitudine, per una partita a bocce o a scopone, facendosi portare dalla Sciura Matilde del buon pane casereccio, un talunìn de salam e due o più furmagit (caprini, n.d.r.), affogati nella terrina coperta d’olio d’oliva su un letto di foglie d’alloro e, ma non sempre perché era una sciccheria, qualche bacca di ginepro. Siamo in Brianza e a valle, a Merate, a Carnate e dintorni, alcune delle più belle ville di ricchi borghesi e di qualche nobile sopravvissuto. Da Milano ci si arrivava in carrozza prima e in auto poi, ma anche in treno, la stazione quella di Cernusco Lombardone.

Oggi percorriamo la stessa strada, fino appunto a Cernusco e poi da qui fino a Paderno d’Adda, che è a un tiro di scoppio, per incontrare dei nostri nuovi giovani amici: Damiano e Sara Montani.

Damiano è entrato a far parte della famiglia del Giardini nel marzo di quest’anno, accolto con gran simpatia, per la sua giovane età (non ridete, anche il nostro club ha bisogno di ringiovanire! n.d.r.), per la sua spontaneità e per il suo entusiasmo (di novello rotariano, s’intende).

In molti ci siamo chiesti: ohibò, ma che idea è questa di organizzare un caminetto proprio alla riapertura dopo le vacanze, per giunta di domenica e al primo fine settimana di settembre? La ragione è molto semplice: Damiano e Sara, la sua fidanzata, convoleranno a giuste nozze fra una settimana esatta, dopo il fatidico sì scompariranno in luna di miele e poi arriveranno l’autunno e l’inverno. Quindi, ora o mai più (almeno per quest’anno). Una specie di vernissage (la villa sarà la loro dimora e qui festeggeranno la loro unione), una sorta d’inaugurazione per questa imponente casa nel centro del paese a due passi dall’Adda.

Eppure siamo oltre una trentina, più o meno i soliti noti, gli altri noti assenti per giustificatissimi motivi. Arriviamo alla spicciolata, fra mezzogiorno e l’una, con qualche ritardatario privo di navigatore o di cartina o delle istruzioni inviate puntualmente dalla nostra Luisella. Quando ci alziamo da tavola sono passate le sedici. A significare di un pomeriggio, di un caminetto perfetto (per inciso organizzato in tutto e per tutti dalla nostra Sonia), fra l’altro omaggiato da un tempo magnifico.

Al levar dei calici tocca a Franco esprimere con poche ma sentite parole i ringraziamenti del club per l’ospitalità, ringraziamenti accompagnati dalla consegna, secondo tradizione, di uno splendido omaggio e gli auguri ai… fidanzati per le loro prossime nozze. Al termine tocca invece a Damiano, visivamente emozionato, ringraziare i soci e loro coniugi presenti per essere intervenuti e il presidente per il dono ricevuto. Ma non c’è proporzione, caro Damiano, perché quanto tu e Sara ci avete regalato oggi in amicizia, ospitalità, disponibilità, affetto per il club va ben oltre l’eventostesso.

Attilio Bradamante