Cronaca della conviviale n. 17 del 1 febbraio 2010

Tema: Il mercato della fotografia d’arte contemporanea

Relatore: dott. Alessandro Malerba

 

E’ un mese strano febbraio. Un mese ridotto a 28 giorni in cui tutto passa molto rapidamente in modo allegro, grazie al Carnevale, un tipo di festa che dura poco ma richiede fantasia per coinvolgere tutti ad una irrisione dell’abitudine. Nel Carnevale è l’attimo che conta.

Il Nostro Presidente ha voluto proporci una serata dedicata alla Fotografia, strumento principe che cattura immagini e sensazioni. Nessuno, meglio di  Alessandro Malerba, poteva accompagnarci in questo viaggio di sensazioni da gustare. Alessandro non è uno qualunque: Amministratore di numerose società finanziarie italiane ed internazionali, Amministratore di aziende industriali, ha anche il tempo per due passioni : essere un professionista sub e gestire una collezione di fotografia d’arte “Mila ed Alessandro Malerba” che ha avuto l’onore di essere esposta alla Biennale di Venezia, al padiglione Italia.

Il nostro Socio, premette che la sua esperienza di collezionista di fotografie dura da oltre 20 anni, eccezione che conferma la regola in cui un solo gallerista su 5 sopravvive ai rigori del mercato

Ma andiamo per ordine.

La fotografia, dice il Nostro,  nasce nel 1839  grazie  tra gli altri, al pittore francese Daguerre, altri, nello stesso anno costruiscono la bicicletta in attesa di Joule che nel 1840 scopre le scintille di cui resta il nome.

Le foto si catalogano come antiche se prodotte sino alla prima guerra mondiale, moderne sino agli anni 1970 e poi contemporanee da allora sino ad oggi … poi vedranno gli avatar.

A noi italiani abituati a vedere edifici millenari, impressiona dover definire  antico un prodotto che ha meno di 100 anni. Ma questa delle macchine fotografiche è tecnica e consumismo.

Anche un computer di prima generazione è tranquillamente considerato Antico (Termine sicuramente da evitare per i colleghi  umani che lo usavano )

Non è cosa semplice dire quando una fotografia  possa essere considerata Arte  e quindi essere vendibile a prezzo elevato. Ci vengono elencati molti fattori quale: mancanza di ritocchi,  tiratura inferiore a 20 copie, certificazione e numerazione dell’artista, qualità del supporto, dimensioni del formato, fama del fotografo, paese di origine e forse altro, inclusa la fortuna.

Se avete in mano una sola copia originale, tipo polaroid per intenderci, avete in mano un vintage.

Tutto può essere artistico, la foto di una strada, monumento, persone, gestualità …

Perché quelle foto sono da considerare arte ?

E’ una domanda senza risposta, giustamente. Quello che scegliete deve piacere a voi

Da parte mia vorrei aggiungere che la parola Fotografia deriva, come al solito, dal greco e potrebbe essere tradotto con scrittura della luce.

Forse per la prima volta della storia offriamo gli stessi strumenti ad una sterminata quantità di potenziali artisti in tutto il mondo. Ma sono fogli fragili che abbiamo. Dove si tengono per preservarli nel tempo? ovviamente al buio, unico posto per preservare la scrittura della luce.

Bella ed intrigante contraddizione

Marco Signorelli