Cronaca della conviviale n. 38 del 30 giugno 2008

 

Passaggio delle consegne

 

Quante sono le vie, per nascondere la propria commozione, percorribili da uomini e donne adusi alle quotidiane battaglie metropolitane, che richiedono austera seriosità? Si va dalle battute umoristiche, ai finti richiami ad una platea di amici insolitamente estroversi, alle esibizioni di disincanto, allo schermirsi come scolaretti. Tutti strumenti cui sono ricorsi, lunedì sera, 30 giugno,

Gianni Baruffaldi nel dare l’addio alla Presidenza; e, nel recepirla, Adalberto Alberici, che di tutta la spalla il popolo sovrastava, una platea interpuntata di belle Signore e Signorine, come sempre e più che mai eleganti. Eguale l’emozione mal dissimulata mostrata dagli insigniti della ambita Paul Harris: Luisella Neirotti, Gerardo Boniello, Renato Coluccia e Nicola D’Amico, che credeva sinceramente a uno scherzo, tanto da dover essere fortunosamente ripescato mentre era andato a prender aria fuori dal Rosa Hotel (un’ altra Paul Harris è stata consegnata virtualmente a Franco Amigoni, assente giustificato).

“ Era la sera del 25 giugno 2007 e Paolo Favole mi passava un Collare particolare, lo stesso che indosso ora… Un anno e cinque giorni fa esatti…sembra ieri…” Così ha esordito Gianni Baruffaldi nel lasciarci al nostro destino, subito raccolti nella capace e ambiziosa zattera di Adalberto.

Dopo di che il Presidente uscente ha ricordato momenti salienti del “suo” anno: l’intervento storico (in ogni senso) di Daniela Pizzagalli, “che ha trasformato gli Estensi in amici fraterni” , la festosa accoglienza riservata al Giardini dal Ferrara Est, presidente Amedeo Flachi e first lady Anna Paola, l’indimenticabile cena in Interclub all’Istituto alberghiero Alfredo Oriani, il Palazzo dei Diamanti, con Cosmè Tura, la laguna con i suoi antichi “Casoni”, le anguille e Comacchio con i suo ponti, l’Abbazia di Pomposa, il Caminetto del Presidente, le Mura, il Castello Estense, la Cattedrale e la Piazza Ducale, “che ci hanno fatto riscoprire Ferrara, una magnifica città d’arte”. E i CaminettiFamiliari, “preziosa invenzione di Dario Lonardoni”; la Messa per i nostri cari defunti, la visita del Governatore, la Natalizia, “in un clima di sincera amicizia ed al gran completo”, allietati dal mago Giannini, il Carnevale “giardiniero”.

E ancora, la mostra su Canova, “organizzata in modo impeccabile , come di consueto, da Grazia De Angeli”, preceduta dall’incursione al Samarani di Sergio Bertolotto. E l’escursione sul lago Maggiore, a Meina alla tradizionale Festa di Primavera da Franca e Toti Faraone; e la gita al Salento, in cui ha brillato l’ospitalità dei Coluccia e dei Cerrato, con il perfezionando Gemellaggio del Giardini con il Rotary Club Lecce; allo spettacolo di acqua, arte e godurie di Etta e Nino Verdirame “nella splendida cornice della Cascina Lodosa”.

Ma poiché questa è solo l’anima distensiva del Rotary - quella, tuttavia indispensabile, in cui si intrecciano gli anelli che creano poi la solidarietà verso gli altri - Gianni ricorda i nostri Services: Il Progetto Pluriennale nel Nord dell’Uganda (con la Fondazione AVSI) per la formazione del personale di Gulu, il supporto al CAM e al Matching Grant “Banchi Scuola India”, l’adesione ai progetti “Cecità evitabile”, “Disagio Giovanile”- con una borsa di studio-lavoro di € 3.000 -

Abbandono scolastico (Umanitaria),SORRISO, Fondazione VOZZA, UMANA. Per non contare le quote RYLA e lo straordinario contributo (visione cinematografica) alla Rotary Foundation.

Dopo lo scambio del collare onusto di glorie e del simbolico bastone di comando, ha preso la parola Adalberto, al quale avremo un anno per dare uno spazio adeguato: la commozione per la caduta su di Lui della scelta dei Saggi del Giardini, il grande aiuto ricevuto da Gianni Baruffaldi e dal Distretto nel corso del suo apprendistato, l’impegno a far crescere il peso del potenziale di solidarietà del nostro Club (che è poi il fondo del “perché siamo qui e questi”) e la presentazione virtuale di un programma già puntualmente scolpito nel calendario dei lunedì che verranno.

Una serata serena, con tanti spunti che magari ora sfuggono al cronista, già di per sé mandato “ai pazzi”, come dicono in Toscana, dall’inatteso battesimo paulharrissiano.

E’ tardi e alle Signore giunge il saluto conclusivo della inimitabile famiglia Baruffaldi, i cui gioielli di casa, Laura e Francesca, distribuiscono, con la consueta grazia, un ricordo argenteo di Greggio, le cui opere sono esposte al Victoria and Albert Museum di Londra e al Momo di New York.

Diciamolo: siamo belli. E bravi.

Anonimo siculo