Cronaca della conviviale n. 13 del 21 novembre 2005

 

Tema: I ghiacciai delle Alpi: verso il deserto o verso una nuova era glaciale?

Relatrice: Prof. Claudio Smiraglia

 

Dopo i saluti di rito, Sironi dà la parola a Gianni Baruffaldi, Presidente incoming per l'anno 2007-2008.

Già la scorsa settimana, in occasione dell'Assemblea del Club, i soci avevano accolto la notizia della nomina di Gianni con uno scrosciante  applauso, che però non era giunto alle orecchie del destinatario, assente per motivi imprescindibili. Questa sera quindi si rinnova, calorosissimo, l'applauso, al quale Gianni risponde con la schietta umanità che gli è caratteristica: il Club è per lui un gruppo di grandi amici, ed a loro rivolge il suo ringraziamento per la nomina e l'invito ad essergli tutti vicini col loro consiglio e col loro aiuto nel corso dell'anno che verrà.

Gianpiero ricorda poi che sabato 19 novembre si è tenuto il Seminario interdistrettuale sulla Fondazione Rotary e preannuncia che nella prossima conviviale Franco Galante, rappresentante del nostro Club per la Rotary Foundation. riferirà ai soci sui contenuti delle numerose relazioni. 

Passa poi a presentare il relatore, Prof. Claudio Smiraglia, Ordinario di Geografia fisica presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università degli Studi di Milano, uno dei maggiori specialisti a livello mondiale nel campo della glaciologia e geomorfologia glaciale e periglaciale.

Non esiste ghiacciaio importante nel pianeta - osserva Gianpiero - che Claudio Smiraglia non abbia visitato e studiato, dai ghiacciai italiani a quelli dei vari continenti, dall'Himalaya al Karakorum, dalle Ande all'Alaska, dall'Antartide all'Islanda, dall'Africa alla Scandinavia. Un'attività scientifica che Claudio Smiraglia esercita con straordinaria professionalità e competenza, ma anche con grande passione: una passione che l'oratore sa trasmettere immediatamente a noi ascoltatori, affascinandoci non solo con la parola - che sa adeguare alle nostre orecchie profane - ma anche con la visione di splendide fotografie ( tutte scattate personalmente! ). Vogliamo ricordarne almeno due per la loro originalità: il ghiacciaio africano, che spicca col suo candore sul verde lussureggiante della flora tropicale, e il ghiacciaio di casa nostra, il valtellinese ghiacciaio dei Forni, riflesso nelle acque limpide di un piccolo lago.  

Rita Pizzagalli

 

Sintesi dell’intervento del Prof. Claudio Smiraglia durante la conviviale del 21 novembre 2005: 

I ghiacciai coprono attualmente un decimo delle terre emerse e sono concentrati nelle due calotte dell'Antartide e della Groenlandia. 

Da sempre hanno subito variazioni areali e volumetriche.

Circa 20.000 anni fa coprivano infatti un terzo della superficie terrestre.  

Al di fuori delle calotte polari i ghiacciai delle catene montuose assumono oggi una notevole importanza per quanto riguarda la disponibilità idrica produzione di energia idroelettrica e l'attrazione turistica.  

A partire dalla metà del XIX secolo è in atto un'intensa riduzione dei ghiacciai non polari (-40-50% della loro superficie) che si è accentuata in questi ultimi decenni, a causa dell'incremento della temperatura media terrestre (sul quale sta probabilmente incidendo anche l'incremento antropogenico dei gas serra) e della riduzione delle precipitazioni nevose.  

Se non vi sarà un deciso quanto improbabile mutamento delle tendenze climatiche, fra qualche decennio le Alpi perderanno le lingue dei ghiacciai maggiori, che si trasformeranno in ghiacciai di circo, e assumeranno un paesaggio simile
a quello degli attuali Pirenei.  

Successivamente l'estinzione delle masse glaciali sarà completa e resterà solo qualche limitato lembo di ghiaccio fossile ricoperto da detrito in un paesaggio dominato dalla desertificazione, simile a quello appenninico.

Si può tuttavia ritenere che con scadenza plurimillenaria i moti orbitali del nostro pianeta, che determinano l'alternanza di fasi glaciali e interglaciali, riporteranno ad una nuova glaciazione.