Cronaca della conviviale n. 16 del 12 dicembre 2005

Festa degli auguri

 

Chi la chiama, appunto, festa degli auguri, chi  prenatalizia, chi natalizia, nonostante non possa mai evidentemente coincidere con il giorno di Natale, ma non importa (la scelta del nome a volte ha suscitato, nella storia del Rotary, inutili ed inopportune osservazioni), ciò che conta è che questa serata segna molte cose:  il termine del primo semestre dell’anno rotariano, il giro di boa, il clou del programma, il momento forse più toccante della presidenza di turno, prima occasione per incominciare a tirare somme e consuntivi.

 

Gianpiero accenna al tema, a questi temi con il consueto garbo, appagato e felice nel constatare l’affluenza eccezionale degli amici, presenti nella quasi totalità, pieni d’affetto per il club e per quella famiglia alla quale giustamente e quasi senza retorica viene spesso paragonato. La cornice è quella di sempre, la sala Meili del terzo piano, che questa sera sembra persino più bella ed accogliente, l’ingresso arricchito dal servizio e dalle prime tavole imbandite, nell’occasione anche con insalata di misticanze, triglie e pecorino dolce, oltre ai tradizionali salumi e verdurine fritte, i centri tavola di sicuro gusto e dai cento colori floreali e non, la mise en table delle grandi occasioni.

 

“Siamo proprio tanti, anzi tantissimi, per assaporare il gusto di quella che è la festa per eccellenza – sottolinea Gianpiero prima di salutare i non pochi visitatori rotariani (5), gli ospiti del club (8), nonché le innumerevoli signore presenti – ai quali riserviamo il nostro più sentito applauso”. I primi ringraziamenti ai dirigenti del club (come li chiama pomposamente lo statuto) e a tutti coloro che nel club si danno semplicemente da fare, nonché al personale e alla direzione de La Terrazza per i servizi resi e la collaborazione assicurata, chiudono i preamboli.

 

Gustato l’ottimo menu: ravioli di ricotta, stracchino e radicchio, risotto mantecato agli stigmi di zafferano, carré di vitello arrosto alla meneghina e macedonia di frutta con gelato, giunge il tempo del discorso di rito. Breve ed immediato, com’è nello stile del presidente, preciso e puntuale. Per dire dell’universalità del messaggio natalizio, al di là del suo significato per i cattolici e i cristiani in generale. “Perché nel tempo questa è diventata la festa del mondo occidentale per eccellenza, festa dell’inizio – prosegue Gianpiero – e quindi festa per tutti, credenti e non, cristiani e non, motivo di unità e di aggregazione, con un forte richiamo al rispetto dell’altro e del diverso e quindi all’amore per il prossimo”.

 

“E se ci pensiamo bene il Natale è proprio anche la festa del Rotary, perché in esso si sublima il primo pensiero del fondatore Paul Harris, con il suo motto ‘servire al di sopra di noi stessi’, poche parole, ma sentite, non solo nel Rotary – quasi esclama Gianpiero – ma anche nella vita di tutti i giorni. Ma il Natale è anche la festa della famiglia, come sottolinea il governatore nella sua ultima lettera, che  richiama il  senso di appartenenza alla comunità cristiana come alla comunità più ristretta e allo stesso tempo più ampia di un’aggregazione come un Rotary club e il Rotary International”.

 

Arriva il tempo del panettone e della veneziana, dello spumante e del moscato, e quello di un ben calibrato, per i tempi e i modi, spettacolo di flamenco,  sevillana tangos e coralleras con nacchere che vede Maria Rosanna e il suo gruppo quali protagoniste.  Più volte interrotto dagli applausi.

 

A completamento della serata Gianpiero e Lilli distribuiscono personalmente il tradizionale cadeau, graditissimo dalle signore.  Ma le ultime parole, prima della chiusura  ufficiale e fra gli applausi, sono del nostro Pasquale, per ringraziare Lilli a nome di tutti, perché “è lei – esclama il Nostro – che questa serata se l’è proprio sudata, come si dice dalle mie parti!”. E  così è.

Da “ la tirannide in nome del popolo”: …per me quando sento la mano del potere appesantirsi sulla mia fronte, poco m’importa di sapere chi mi opprime, e non sono maggiormente disposto ad infilare la testa sotto il giogo solo perché un milione di braccia me lo porge.

 

Attilio Bradamente