Cronaca della conviviale n. 17 del 9 gennaio 2006

 

Tema: 1906: Milano e l’Esposizione Internazionale

Relatore: Ing. Guido Magenta

 

“Ben tornati! Ben ritrovati!” – esclama  Gianpiero ad una platea particolarmente numerosa, come si conviene alla prima conviviale del girone di ritorno. E’ passato quasi un mese dall’ultima sfolgorante prenatalizia, ci ritroviamo tutti o quasi riposati, con qualche grammo od etto e purtroppo anche un anno in più, e forse in piccola crisi di astinenza da Rotary. Ma non lo diamo a vedere, anzi, la brigata infatti è o almeno appare più allegra che mai.

 

A due minuti dall’arrivo del classico risottino Gianpiero liquida le prime formalità ringraziando i non pochi amici che hanno voluto ricordarsi del club  durante le vacanze natalizie inviando una cartolina e salutando i graditi ospiti del club (3) e di soci (2), il gradito visitatore anzi visitatrice rotariana e i  rappresentanti del nostro Rotaract (2).

 

Alla ripresa delle conversazioni (e con qualche grammo e grasso in più – lo chef de La Terrazza ha voluto infatti rimanere in tema di fine d’anno offrendoci del cotechino) il presidente, dopo aver rilevato che il suo  tavolo è questa sera quasi completamente occupato da ingegneri (uniche eccezioni l’immediato past president Dario e il redattore di queste note), annuncia con particolare soddisfazione l’entrata nel nostro club quale socio onorario dell’Ammiraglio Paolo Pagnottella, già applauditissimo relatore nello scorso luglio e splendido anfitrione in occasione della nostra recente gita a Venezia. Veramente sentiti sono gli applausi che accolgono la notizia.

 

Il Nostro prosegue con qualche importante annuncio. La nomina del Presidente Internazionale per l’anno rotariano 2007-08; la pubblicazione dell’ultimo libro del nostro Paolo Favole, La casa del pane ex caselli daziari di Porta Orientale; i graditissimi auguri ricevuti poco prima di Natale da Pierre e Lucille Corti, i nostri amici medici in Uganda, che con entusiasmo continuiamo a sostenere;  la pubblicazione del libro Bernardino Luini e la pittura nell’Alto Milanese dal Rinascimento al Manierismo a cura del Gruppo Olona, per le stampe (come il precedente) dell’amico Luigi Mariani;  il tema del prossimo RYLA, La valorizzazione delle diversità e genialità delle singole culture, nazioni ed economie per competere in un mondo globale che si svolgerà dal 3 aprile 2006 in poi, sotto la presidenza del nostro Adalberto Alberici (che  con gioia abbiamo brevemente rivisto anzi intravisto all’inizio della serata dopo il terribile incidente di cui è stato vittima) e al quale il club inviterà a partecipare almeno 3 giovani.

 

“Per quanto riguarda invece gli altri pur importanti appuntamenti – conclude Gianpiero – ben volentieri vi rimando agli ultimi bollettini, ricordando solo per sommi capi l’ Inner Wheel Day del 13 gennaio al Circolo della Stampa, l’incontro con i nuovi soci fissato per il 20 gennaio prossimo a Varese, i lavori del Consiglio del club previsti per il 30 gennaio, la visita all’Osservatorio Astronomico di Brera del 5 febbraio alle 19:00, i prossimi appuntamenti a La Terrazza del 16, 23 e 30 gennaio, con temi d’attualità e relatori di spicco.

 

“L’amico ingegner Magenta non ha certo bisogno di presentazioni – continua  Gianpiero dando inizio al capitolo… cultural-formativo della serata – un po’ perché l’abbiamo già avuto nostro ospite relatore qualche tempo fa, allorché ci affascinò disquisendo delle stazioni centrali di Milano e un po’ perché, past president del Milano Castello (chi scrive ricorda con emozione la consegna della carta, nella cornice del Jolly President di Largo Augusto, al nuovo club meneghino fondato da Macchi Del Sette nel 1985)  è stato segretario distrettuale nell’anno 2004-05. Curioso è il suo curriculum professionale, perché, laureatosi in ingegneria meccanica, ha poi trascorso quarant’anni in IBM, vivendovi l’evoluzione dell’informatica dalle schede perforate alle attuali tecnologie. Mentre la sua passione vera è rimasta nel tempo la storia e la tecnica dei trasporti su rotaia, treni dunque e tram”.

 

Questa sera  cambia parzialmente tema, raccontando dell’Esposizione Internazionale di Milano del 1906.  Entusiasta, esauriente, simpatico e pacato, preciso e puntuale, ingegneristico quel tanto che… serve, a volte faceto e non scevro di sense of humour per i nostri piacere e diletto,  Guido si aiuta nell’esposizione con una serie di fotografie e disegni e bozzetti, spesso frutto di una sua particolare ricerca per biblioteche e musei e raccolte milanesi. Ne viene fuori  un racconto vivo e vivace, di un interesse incredibile. Parliamo di un secolo fa (nel 1906 venne inaugurata la ferrovia del Sempione, autentico ponte fra il nord e il sud dell’Europa), nel pieno della moda delle grandi esposizioni internazionali, talune universali per importanza e numero di paesi partecipanti. Era la belle époque, l’Europa non conosceva più guerre da quella  franco-prussiana del 1870,  il primo grande conflitto mondiale era ancora lontano e il mondo viveva  l’ebbrezza di un’evoluzione tecnica senza precedenti, l’epoca delle grandi invenzioni che avrebbero profondamente modificato il modo di vivere degli uomini.

 

La prima, autentica fiera di Milano (le precedenti del 1881 e 1894 non ne reggono il confronto), ché di questa sostanzialmente si parla questa sera, ci appare, attraverso le immagini così sapientemente commentate da Guido Magenta,  come un tripudio di stupefacenti edifici e stand (come si direbbe oggi), in stile liberty, leggiadri e leggeri, eppure imponenti, monumento nello stesso tempo alla concretezza lombarda della città e alla spensieratezza del momento storico. E chi avrebbe mai sospettato che dall’Arena e l’Arco della Pace con l’adiacente parco all’attuale spazio della fiera campionaria  si dipanava un’area, immensa,  ospitante mostre, stand, mercati, palazzi dei congressi, capannoni, di un incredibile e piacevolissimo gusto, il tutto collegato, appunto, da trasporti su rotaia?

 

Al termine Guido spende qualche parola sull’attuale fiera e sul suo futuro in altra sede distante dal centro città, ma francamente è questa un’altra storia, troppo nota ed attuale. A chi l’ha seguito, in un silenzio che la dice tutta sull’interesse suscitato e sull’attenzione riservata, rimarranno impresse le immagini e le parole spese su quel lontano evento del 1906. Rivelatrici di un mondo e soprattutto di una città che tanto amiamo  senza forse conoscerne che in minima parte la storia.

 

Attilio Bradamante